Chiaro Mario
GIUDA ISCARIOTA. L'apostolo traditore
2025/5, p. 40
«Tutti siamo Giuda», scriveva in una sua meditazione don Primo Mazzolari.

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Testimoni
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Sergej Nikolaevic Bulgakov
Giuda Iscariota. L’apostolo traditore
EDB 2025, pp. 140, €19,50
Per il box di sintesi:
«Tutti siamo Giuda», scriveva in una sua meditazione don Primo Mazzolari. Al centro di due saggi, scritti negli anni Trenta e Quaranta del Novecento durante il suo periodo parigino, Bulgakov mette proprio la figura di Giuda. Nei due scritti, che appaiono ora per la prima volta tradotti in italiano, l'autore indaga il mistero di quest'uomo e cerca il senso profondo di ogni sua azione tramite una ricostruzione storica, e al tempo stesso psicologica e teologica, che non accetta l'immagine comune del traditore capace di vendere il Maestro per trenta denari, del ladro e dell'avido.
MARIO CHIARO
Sergej N. Bulgakov (1871-1944), filosofo, teologo ed economista russo, ha condotto una delle più originali analisi del dramma che ha come protagonista l’apostolo Giuda. Il volume contiene due saggi per la prima volta tradotti in italiano dal russo. «Ogni anno – ci confida l’autore – con l’avvicinarsi della Settimana Santa io di nuovo soffro per Giuda, per il suo indecifrabile mistero».
Giuda, apostolo fino alla fine
Secondo Bulgakov, per iniziare a comprendere il mistero di Giuda, occorre sfatare innanzitutto l’idea di un errore madornale fatto da Gesù: «È una bestemmia diretta a Cristo pensare e dire che egli si è potuto semplicemente sbagliare scegliendo tra gli apostoli un ladro avido e ammettendo all’Ultima Cena un traditore meschino e maligno. Egli, Scrutatore dei cuori, scegliendo gli apostoli, leggeva nella loro anima come in un libro aperto». Il mistero di Giuda «è terribile ma anche salvifico, infatti attraverso di esso si aprono le strade di Dio e le strade degli uomini. Difficile, gravoso e, forse, ingrato è accostarsi al mistero di Giuda, più comodo e tranquillo non notarlo». Questo mistero è compreso nel Vangelo e in tutta la storia umana. Nei Vangeli troviamo la storia del suo tradimento, ma non della sua vita precedente nel ruolo di apostolo. Dai Vangeli si evince che Gesù sceglie i Dodici dopo una lunga notte di preghiera: la selezione è un «mistero della visione di Dio». L’apostolato di Giuda è conservato per volontà di Cristo: «alla luce di questa idea-guida, diventa rilevante, sotto la scorta anche del racconto evangelico, che le reciproche relazioni di Cristo e Giuda si distinguano dagli altri apostoli, essendo segnate dal sigillo di uno speciale mistero e quindi intimità» (p. 115). Giuda condivide la vita in comune e svolge il suo servizio apostolico, ascolta l’insegnamento del Maestro e assiste ai suoi miracoli: tutto ciò è importante anche per la comprensione del suo tradimento.
Il tradimento dell’amore
Giuda «è diventato un traditore alla fine del suo apostolato, non lo era dall’inizio. Quale fu la strada che portò l’apostolo al suo tradimento? Il Vangelo conserva su di essa un completo silenzio, permettendo solo di indovinarla, e lo stesso silenzio mantiene la chiesa, mascherando esotericamente con la cupidigia tutto l’effettivo abisso del tradimento. A noi qui resta solo l’intuizione e la congettura psicologica» (p. 33). Bulgakov lo immagina come una persona complicata, senza una famiglia, con un cuore rimasto chiuso. «Ma questo cuore aveva sete di amore ed era acceso da questa sete. Ed ecco esso si aprì. Egli aveva incontrato lui ed era stato chiamato da lui a seguirlo, perché un grande amore era entrato nel suo cuore». Secondo lo scrittore, Giuda però amava di un amore geloso, che finiva per incatenare la sua libertà spirituale. «Egli amava in lui il futuro Messia che rivela il Regno a Israele. Al suo amore per lui egli aveva aggiunto tutto il suo nazionalismo fanatico, il suo ideale per il quale viveva. Egli lo vedeva alla luce di questo ideale, di queste aspirazioni rivoluzionario-apocalittiche e solo in questo senso accoglieva la sua causa» (p. 37). Nelle parole e nelle azioni di Cristo, Giuda riconosceva dunque i segni della sua forza per la realizzazione del regno messianico. Pur coltivando queste speranze e aspettative, egli osserva che il Maestro tarda ad agire a livello politico preannunciando la sua morte violenta. Secondo Bulgakov, proprio in questi momenti prende forma in Giuda l’idea satanica del «tradimento» (in greco è parodosis, che significa «consegna»). Per Giuda la consegna al Sinedrio doveva essere un modo per far uscire Gesù allo scoperto. Lo scrittore russo ipotizza che l’apostolo si sente addirittura chiamato a salvare Gesù: il Maestro attende il suo amore e lo mette alla prova con la sua mancanza di azione! Il tradimento di Giuda, quindi, troverebbe motivazione in un atto politico, finalizzato a costringere Cristo a rivelarsi per quello che è realmente, come l’instauratore del regno terreno del Messia.
Il disegno provvidenziale di Dio
Nella storia di Giuda per noi si dischiude quella relazione con Dio e il mondo che risulta dal disegno provvidenziale di Dio. La comparsa di Giuda accanto a Cristo risulta non eliminabile per Dio stesso, il quale volge il tradimento di Giuda, che egli ha permesso, alla realizzazione del disegno divino per la nostra salvezza. Dio ha creato anche l’anima di Giuda, nel quale ha messo la forza e la vocazione dell’apostolo. «E quindi a Giuda non furono tolti il suo ruolo e il suo posto vicino a Cristo, anche se in tal modo Giuda era stato condannato alla malattia del suo apostolato, che lo avrebbe portato al tradimento di Cristo». Nondimeno l’apostolo non cessa di essere apostolo. «Quindi egli fu chiamato dallo Scrutatore dei cuori non per apparire come una penosa marionetta […] Giuda non poteva non diventare apostolo e insieme con ciò recava in sé la tragedia della sua sventura». Secondo Bulgakov la malattia è la condizione dell’umanità caduta ed è la sorte di tutti gli uomini, anche degli apostoli, che ognuno a suo modo, eliminarono la malattia del proprio essere apostoli (vedi l’ambizione dei figli di Zebedeo, il dubbio di Tommaso, la paura e il rinnegamento di Pietro, la fuga di tutti gli apostoli). «Il destino terribile di Giuda sta nel fatto che la sua malattia prese una direzione opposta e lo rese un traditore […] la sua natura di apostolo non sopportò questa caduta ed egli emise un giudizio su di sé al posto del giudizio di Dio». Il peccato di Giuda sarebbe l’orgoglio spirituale che conduce all’accecamento spirituale. Per amore di Cristo egli voleva porlo sulla giusta strada, indirizzarlo alla salvezza del mondo. «Il disegno provvidenziale di Dio lo ha posto in un luogo nel quale è risultato uno strumento per la glorificazione del Cristo che egli ha tradito. In questo si manifesta la sapiente infallibilità della provvidenza divina, che guida il mondo, fatto nella libertà, a un fine esatto» (pp. 90-91).
Giuda, amico di Gesù e fratello nostro
Bulgakov è convinto che Giuda sia rimasto un amico sincero di Cristo. Su questa scia si è posto don Primo Mazzolari con la famosa omelia di Giovedì Santo del 1958. «Povero Giuda. Che cosa gli sia passato nell’anima io non lo so. È uno dei personaggi più misteriosi che noi troviamo nella Passione del Signore. Non cercherò neanche di spiegarvelo, mi accontento di domandarvi un po’ di pietà per il nostro povero fratello Giuda. Non vergognatevi di assumere questa fratellanza. Io non me ne vergogno, perché so quante volte ho tradito il Signore, e credo che nessuno di voi debba vergognarsi di lui. E chiamandolo fratello, noi siamo nel linguaggio del Signore. Quando ha ricevuto il bacio del tradimento, nel Getsemani, il Signore gli ha risposto con quelle parole che non dobbiamo dimenticare: "Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo!" Amico! Questa parola, che vi dice l’infinita tenerezza della carità del Signore, vi fa’ anche capire perché io l’ho chiamato in questo momento fratello. Aveva detto nel Cenacolo non vi chiamerò servi ma amici. Gli Apostoli son diventati gli amici del Signore: buoni o no, generosi o no, fedeli o no, rimangono sempre gli amici. Noi possiamo tradire l’amicizia del Cristo, Cristo non tradisce mai noi, i suoi amici; anche quando non lo meritiamo, anche quando ci rivoltiamo contro di Lui, anche quando lo neghiamo, davanti ai suoi occhi e al suo cuore, noi siamo sempre gli amici del Signore. Giuda è un amico del Signore anche nel momento in cui, baciandolo, consumava il tradimento del Maestro».