«BEATI VOI, ARTISTI»
2025/4, p. 3
«… Attraverso la bellezza artistica vogliamo resistere al degrado dell’umanità
e orientare tutti gli esseri umani dentro le vie della pace, della giustizia e dell’amore»
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FINESTRE SUL GIUBILEO
«Beati voi, artisti»
«… Attraverso la bellezza artistica vogliamo resistere al degrado dell'umanità e orientare tutti gli esseri umani dentro le vie della pace, della giustizia e dell'amore».
FABRIZIO MASTROFINI
Il Giubileo degli Artisti (15-18 febbraio) si è forse svolto in tono «minore», per l’assenza del Papa ricoverato in ospedale, ma sempre molto significativo e intenso per qualità dei temi e quantità delle iniziative. Tra queste, ad esempio, in Piazza del Popolo a Roma, «Art on Plaza», che mira a trasformare le piazze pedonali in gallerie d’arte permanenti, proiettando opere digitali sul pavimento. L’obiettivo è creare un’interazione dinamica con i cittadini, rendendo le piazze luoghi di incontro, discussione, conoscenza e attrazione culturale e turistica. L’evento ha rappresentato il primo appuntamento della rassegna «Artisti in Giubileo», promossa dalla Pontificia Accademia di Teologia (Path) e dalla Chiesa degli artisti di Roma, che nel corso dell’Anno Santo – attraverso installazioni, performance e opere d’arte che parlano il linguaggio contemporaneo – si propone di avvicinare il messaggio del Vangelo a coloro che potrebbero sentirlo distante o estraneo. «In questo luogo – ha spiegato durante l’inaugurazione il vescovo Antonio Staglianò, presidente della Path e rettore della Basilica di Santa Maria in Montesanto – gli artisti diventano profezia di una bellezza che ci salva, perché è una bellezza davvero rivoluzionaria rispetto a certa barbarie umana che si manifesta con la violenza, con la volontà di dominio con la prepotenza, con le guerre e le inutili stragi che ci sono oggi nel mondo. Attraverso la bellezza artistica vogliamo resistere al degrado dell'umanità e orientare tutti gli esseri umani dentro le vie della pace, della giustizia e dell'amore». «Con la rassegna “Artisti in Giubileo” – ha aggiunto mons. Staglianò – per tutto l’anno accoglieremo proposte di artisti e di ogni genere: dalla pittura alla scrittura, dalla musica pop a quella classica, dal cinema alla danza. Vogliamo che questa Basilica diventi, come ha auspicato papa Francesco, una centrale della cultura solidale e sapienziale».
Giornata delle arti
Tra le altre iniziative, nella diocesi di Roma, la manifestazione degli studenti delle accademie nel Palazzo del Vicariato, lo storico edificio voluto da papa Sisto V alla fine del Cinquecento. Il card. vicario Baldo Reina, si è detto lieto che «la Casa del vescovo di Roma, che è anche il cuore pulsante della diocesi», abbia accolto la seconda edizione della Giornata delle arti. Il Palazzo Lateranense, «scrigno di storia e di arte», è il luogo ideale per accogliere gli studenti delle accademie, protagonisti della manifestazione, che hanno trasformato le sale del Palazzo del Vicariato in un palcoscenico dal quale è stato lanciato un messaggio di speranza attraverso prosa, musica e danza.
Don Andrea Manto, vicario episcopale per la pastorale della salute, ha sottolineato che «la Chiesa guarda con grande attenzione all’arte e alla bellezza» e che la Giornata delle arti «è un’occasione per i giovani talenti di esibirsi e crescere».
Il Giubileo degli Artisti ha vissuto e fatto vivere i suoi momenti all’insegna dell’educare al bene, al bello, alla speranza. Come ha sintetizzato il noto attore Michele La Ginestra, «per me la speranza è un qualcosa che va oltre noi stessi, che prescinde da noi e dalla realtà che ci circonda; ci supera, umanamente, perché viene da Dio. Ma bisogna avere il cuore aperto per accoglierla». «Noi artisti – ha aggiunto – abbiamo il compito di donare bellezza. Abbiamo la possibilità di comunicare agli altri attraverso la nostra arte un messaggio, dal palcoscenico e non solo; anche attraverso la scultura, la musica, la pittura, il cinema perché ogni forma d’arte serve ad illuminare l’uomo tramite una bellezza che colpisce senza troppi ragionamenti. Abbiamo il privilegio di arrivare con immediatezza al cuore delle persone, ma questa è anche una grossa responsabilità: l’arte può essere un’arma a doppio taglio che dobbiamo saper maneggiare con cura e nel modo giusto».
Il card. José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, ha presieduto la celebrazione nella Basilica di San Pietro, ed ha presenziato alle manifestazioni. Purtroppo l’assenza del Papa ha visto annullare la visita programmata agli Studi di Cinecittà. Sarebbe stato interessante vedere la prima volta assoluta di un Pontefice negli Studios e raccogliere dalla sua viva voce il messaggio della Chiesa al mondo degli Artisti. Ma speriamo che sia solo un rinvio.
In ogni caso il cardinale Tolentino ha espresso il chiaro messaggio della Chiesa. «A voi artisti, operatori del mondo della cultura, Gesù rivolge oggi le Beatitudini». «Beati voi, artisti, protagonisti della cultura, profeti culturali, perché siate operatori della pace. Preghiamo il Signore per le vostre vocazioni, per il percorso che fate, per le vostre domande e inquietudini, per il servizio che prestate alla Chiesa e al mondo».
Guardare la realtà con occhi nuovi
Papa Francesco, nell’Angelus dato per letto della domenica, ha avuto poche ma speciali parole di saluto. «Voi, artisti e persone di cultura, siete chiamati a essere testimoni della visione rivoluzionaria delle Beatitudini».
Nell’omelia giubilare preparata dal Papa e diffusa nonostante la sua assenza, Francesco esorta a «guardare la realtà con occhi nuovi, con lo sguardo di Dio, che vede oltre le apparenze e riconosce la bellezza, persino nella fragilità e nella sofferenza». «La vostra missione è non solo di creare bellezza, ma di rivelare la verità, la bontà e la bellezza nascoste nelle pieghe della storia, di dare voce a chi non ha voce, di trasformare il dolore in speranza», l’invito ai presenti, in «un tempo di crisi complessa, che è economica e sociale e, prima di tutto, è crisi dell’anima, crisi di significato». Il compito dell’artista è «aiutare l’umanità a non perdere la direzione, a non smarrire l’orizzonte della speranza». «Ma non una speranza facile, superficiale, disincarnata». E aggiunge: «la vera speranza si intreccia con il dramma dell’esistenza umana. Non è un rifugio comodo, ma un fuoco che brucia e illumina, come la Parola di Dio. Per questo l’arte autentica è sempre un incontro con il mistero, con la bellezza che ci supera, con il dolore che ci interroga, con la verità che ci chiama». In un’epoca «in cui nuovi muri si alzano, in cui le differenze diventano pretesto per la divisione anziché occasione di arricchimento reciproco», gli uomini e le donne di cultura sono chiamati «a costruire ponti, a creare spazi di incontro e dialogo, a illuminare le menti e a scaldare i cuori».
E ancora: «vedo in voi dei custodi della bellezza che sa chinarsi sulle ferite del mondo, che sa ascoltare il grido dei poveri, dei sofferenti, dei feriti, dei carcerati, dei perseguitati, dei rifugiati». «Vedo in voi dei custodi delle Beatitudini!».
Quindi dal Papa anche una fondamentale puntualizzazione sul ruolo dell’Arte nel mondo contemporaneo. «L’arte non è un lusso, ma una necessità dello spirito. Non è fuga, ma responsabilità, invito all’azione, richiamo, grido». E ancora: «educare alla bellezza significa educare alla speranza», e la speranza «non è mai scissa dal dramma dell’esistenza: attraversa la lotta quotidiana, le fatiche del vivere, le sfide di questo nostro tempo». Quella delle Beatitudini «è una logica capovolta, una rivoluzione della prospettiva», e l’arte è chiamata a partecipare a questa rivoluzione».
È risuonato poi l’appello finale: «Lasciatevi guidare dal Vangelo delle Beatitudini, e la vostra arte sia annuncio di un mondo nuovo. La vostra poesia ce lo faccia vedere! Non smettete mai di cercare, di interrogare, di rischiare. Perché la vera arte non è mai comoda, offre la pace dell’inquietudine. E ricordate: la speranza non è un’illusione; la bellezza non è un’utopia; il vostro dono non è un caso, è una chiamata. Rispondete con generosità, con passione, con amore».
Come ha detto il cardinale Tolentino: «Beati voi, artisti, protagonisti della cultura, profeti culturali, perché siate operatori della pace. Preghiamo il Signore per le vostre vocazioni, per il percorso che fate, per le vostre domande e inquietudini, per il servizio che prestate alla Chiesa e al mondo».