Atteggiamenti globali verso i rifugiati
2024/9, p. 36
Secondo un nuovo Rapporto dell’Onu, il numero complessivo dei rifugiati sale a 120 milioni a maggio 2024. Un recente sondaggio fa emergere dati e prassi incoraggianti che evidenziano come l’inclusione dei rifugiati rappresenti una soluzione a vantaggio di tutti.
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RAPPORTO ONU 2024
Atteggiamenti globali verso i rifugiati
Secondo un nuovo Rapporto dell’Onu, il numero complessivo dei rifugiati sale a 120 milioni a maggio 2024. Un recente sondaggio fa emergere dati e prassi incoraggianti che evidenziano come l’inclusione dei rifugiati rappresenti una soluzione a vantaggio di tutti.
Un fattore chiave che ha fatto lievitare il numero di persone costrette alla fuga è stato il devastante conflitto in Sudan: dall’aprile 2023 sono stati registrati più di 7 milioni di nuovi sfollati, con altri 1,9 milioni in fuga oltre i confini; alla fine del 2023, un totale di 10,8 milioni di sudanesi si è lasciato alle spalle la propria patria. Anche nella Repubblica Democratica del Congo e in Myanmar milioni di persone sono costrette alla fuga a causa di feroci combattimenti. Si stima poi che nella Striscia di Gaza circa 1,7 milioni di persone (il 75% della popolazione) siano sfollate a causa di un permanente grave stato di vulnerabilità. In ogni modo è la Siria che rimane sprofondata nella più grande crisi di rifugiati al mondo, con 13,8 milioni di persone che hanno abbandonato tutto.
La disperazione dei fuggitivi
Dietro a questi numeri, in netto aumento, si nascondono innumerevoli tragedie umane. Filippo Grandi, Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha dichiarato che «è giunto il momento in cui le parti in conflitto rispettino il diritto bellico e il diritto internazionale. Il fatto è che senza una cooperazione migliore e sforzi concertati per affrontare conflitti, violazioni dei diritti umani e crisi climatica, il numero di persone costrette alla fuga continuerà a crescere, portando nuova miseria e costose risposte umanitarie». Secondo alcune recenti ricerche, l’aumento più consistente del numero di persone in fuga riguarda coloro che rimangono nel proprio paese: si tratta di oltre 68,3 milioni di persone. Va anche precisato che il 73% dei rifugiati proviene da soli cinque paesi: Afghanistan, Siria, Venezuela, Ucraina e Sudan. La popolazione di rifugiati più numerosa a livello globale è quella afghana. Iran (3,8 milioni), Turchia (3,3 milioni), Colombia (2,9 milioni), Germania (2,6 milioni) e Pakistan (2 milioni) ospitano le popolazioni di rifugiati più numerose. Quasi tutti coloro che vengono ospitati in Iran e Pakistan sono afghani e quasi tutti i rifugiati in Turchia sono siriani. Si conferma che la stragrande maggioranza dei rifugiati è ospitata in paesi limitrofi a quelli della crisi. Si denunciano i fenomeni legati al cambiamento climatico, che sta esacerbando le esigenze di protezione e i rischi per le persone costrette alla fuga, contribuendo a esodi continui e prolungati.
Gli incoraggianti segnali di solidarietà
In questo contesto si registrano anche numerose buone pratiche per favorire l’accoglienza dei rifugiati. Ricordiamo per esempio il «Piano Shirika», importante iniziativa apripista del governo del Kenya, che prevede misure integrative per i 600mila rifugiati nel paese, per lo più somali e sud sudanesi. Per quanto riguarda l’Italia si focalizzano progetti e iniziative per favorire l’accesso ai servizi, l’inclusione lavorativa e l’ampliamento dei canali sicuri e regolari per arrivare nel nostro paese. In particolare, uno specifico programma in sette anni ha coinvolto oltre 700 aziende con oltre 30mila percorsi di inserimento lavorativo. A partire dal 2017 sono state trasferite dalla Libia, attraverso evacuazioni e corridoi umanitari, 1.510 persone vulnerabili. Nel nostro paese le persone titolari di protezione internazionale alla fine del 2023 erano circa 138mila, i richiedenti asilo 147mila e oltre 161mila i cittadini ucraini titolari di protezione temporanea. Il rapporto denominato Global Trends rivela che più di 5 milioni di sfollati interni e 1 milione di rifugiati sono tornati a casa nel 2023.
Il sostegno pubblico dei rifugiati
Un nuovo sondaggio condotto da Ipsos e Agenzia dell’Onu per i rifugiati (UNHCR), che ha coinvolto 33.197 adulti in 52 paesi, contribuisce a una migliore comprensione globale degli atteggiamenti pubblici nei loro confronti. L'indagine ha verificato la comprensione pubblica del termine «rifugiato», cioè di qualcuno che è stato costretto a fuggire dal proprio paese a causa di guerra, violenza o persecuzione e a cercare sicurezza in un altro paese. Nel complesso, la grande maggioranza delle persone intervistate comprende correttamente questo termine. Tuttavia, una parte significativa ritiene anche che il termine si applichi a coloro che fuggono da calamità naturali o cercano migliori opportunità economiche. Il sondaggio raggiunge alcuni risultati chiave. Il sostegno globale all’offerta di rifugio alle persone in cerca di sicurezza dalla guerra o dalla persecuzione rimane abbastanza elevato (più alto in Medio Oriente, Africa e America Latina, con il 93% in Kenya e il 92% in Uganda). Si registra una importante apertura tra il pubblico nel trovare soluzioni affinché i rifugiati possano accedere ai propri diritti (metà degli intervistati ritiene che i rifugiati siano in grado di integrarsi e desiderano un loro pieno accesso all’assistenza sanitaria e al lavoro). Tuttavia, alcuni dei principali paesi ospitanti e occidentali hanno mostrato anche un sentimento meno positivo: c’è uno scetticismo associato a preoccupazioni sulla capacità dei rifugiati di integrarsi e sui loro contributi complessivi; ci sono preoccupazioni sull'impatto dei rifugiati sulla sicurezza nazionale e sui servizi pubblici. Il sondaggio si svolge in un momento storico senza precedenti di sfollamento forzato, con oltre 120 milioni di persone sfollate forzatamente a livello globale. Di questi, 43,3 milioni sono rifugiati, con i paesi a basso e medio reddito che ospitano il 75% dei rifugiati del mondo e i paesi meno sviluppati che ospitano il 21% del totale. Ciò include 31,6 milioni di rifugiati e persone in una situazione simile a quella dei rifugiati e 5,8 milioni di altre persone bisognose di protezione internazionale ai sensi del mandato dell’Agenzia ONU per i rifugiati, nonché 6 milioni di rifugiati palestinesi ai sensi del mandato dell’Agenzia per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA).
MARIO CHIARO