La valenza etica della professione docente
2024/9, p. 22
Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un progressivo affievolimento della passione educativa: è aperto l’interrogativo su quali siano le ragioni vere di questo venir meno. Oggi si parla di educazione citando solamente l’emergenza che essa comporta, quasi mai ricordando anche la bellezza e la ricchezza umana che tale esperienza dona.
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EDUCAZIONE ETICO-SOCIALE
La valenza etica
della professione docente
Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un progressivo affievolimento della passione educativa: è aperto l’interrogativo su quali siano le ragioni vere di questo venir meno. Oggi si parla di educazione citando solamente l’emergenza che essa comporta, quasi mai ricordando anche la bellezza e la ricchezza umana che tale esperienza dona.
Anche il mondo della scuola è attraversato da una profonda crisi; ciò che è messo in discussione è la possibilità di educare e il senso stesso dell’educare.
L’attenzione rivolta solamente all’apprendimento si è infatti dimostrata una modalità di eccessiva segmentazione del processo, dimenticando la dimensione valoriale ed etica: emerge dunque come urgente la necessità di un curricolo di educazione etico-sociale (Baldacci, 2020) che funga da cornice per dare alla scuola un orizzonte di significato a favore di un’idea di scuola come comunità democratica.
La professione docente presenta un’identità articolata e complessa dove si intrecciano diversi elementi. Il fulcro dell’attività dell’insegnante sta nella dimensione educativa, nel «prendersi cura» del discente e della sua famiglia nella loro globalità, nel prendersi carico dei bisogni espliciti ed impliciti e delle più profonde esigenze connesse alla dignità della persona.
La professione dell’insegnante ha da sempre una forte valenza pubblica, prima di tutto per mandato costituzionale; risiede infatti nella Carta Costituzionale da cui discende il D.L. 16 aprile 1994, secondo il quale «la funzione docente è intesa come esplicazione essenziale dell’attività di trasmissione della cultura, di contributo alla elaborazione di essa e di impulso alla partecipazione dei giovani a tale processo e alla formazione umana e critica della loro personalità».
L’insegnamento oggi non si risolve più nella mera trasmissione di contenuti e conoscenze ai discenti. Le competenze disciplinari che ogni docente possiede, legate soprattutto all’epistemologia della propria materia ed ai nuclei fondanti della stessa, è sicuramente essenziale per lo svolgimento del proprio servizio all’interno del sistema scolastico. Se fino a qualche decennio fa queste competenze erano forse gli unici elementi per considerare un insegnante «capace» di svolgere la propria professione, da parecchi anni gli studiosi dell’educazione si interrogano su quali altre competenze e attitudini personali un docente dovrebbe possedere oltre ad una consolidata conoscenza della disciplina insegnata.
Il docente è chiamato ad intervenire non unicamente sul piano disciplinare; è forte l’esigenza di agire con nuovi strumenti e metodologie e di rispondere alle nuove esigenze educative, le quali pongono interrogativi importanti anche al personale sistema dei valori e alla riflessione attorno al proprio essere docente. Oggi è sempre più richiesto agli insegnanti di abbandonare la logica che propone modelli didattici e metodologici rigidi se realmente vogliono attivare un approccio che fonda la didattica sulla relazione, sulla consapevolezza della propria filosofia educativa non dimenticando il fatto che l’identità professionale del docente coinvolge sicuramente sia la persona sia il contesto.
Il docente riflessivo presta, infatti, attenzione ad ogni passaggio della propria progettazione didattica ed accompagna costantemente la propria azione educativa cercando di accogliere i reali bisogni della classe e del singolo alunno.
Sempre in questi anni ci si è interrogati sul posizionamento etico da parte dell’insegnante, approfondendone le caratteristiche peculiari e la sua competenza riflessiva, il lavoro su di sé, attraverso l’osservazione e l’analisi dei propri agiti e delle motivazioni che li hanno guidati e, infine, la predisposizione al dialogo, all’empatia e all’ascolto attivo.
Il mondo adulto oggi sembra non essere più in grado di narrare il valore e la bellezza della vita. Ai giovani stanno di fronte degli adulti che faticano a far intravedere il dono dell’esistenza e a delineare quei valori che lo sanno mostrare. I docenti, insieme ai genitori ed in generale al mondo adulto, dovrebbero palesarsi ai giovani come coloro che hanno scoperto il senso di pienezza che accompagna la loro età. Solo in questa prospettiva potranno diventare educatori efficaci e soprattutto autorevoli. Negli adulti è in crisi la fiducia nella vita, come afferma papa Benedetto XVI: «alla radice della crisi dell'educazione c'è infatti una crisi di fiducia nella vita».
Etico è quindi il comportamento del docente che riesce a sviluppare nei propri alunni il senso di responsabilità; la responsabilità è in un certo senso identificabile con la lungimiranza che i nostri giovani dovrebbero acquisire per poter meglio valutare le loro azioni nel passato, nel presente e nel futuro tenendo sempre in primo piano il personale progetto di vita.
Funzione dell’insegnante
Per Biesta, pedagogista contemporaneo, è centrale la funzione dell’insegnante nel suscitare il desiderio di essere soggetti adulti, ovvero di vivere una libertà adulta «di cui facciamo esperienza quando proviamo a esistere nel e con il mondo e non solo con noi stessi» (Biesta, 2017). L’insegnamento deve divenire uno spazio in cui gli studenti possono essere soggetti nel mondo e non oggetti, anche esprimendo il loro contributo, il loro punto di vista, le loro caratteristiche peculiari e le loro propensioni e non meramente uno spazio di libertà di imparare, conferire significato alle cose e conoscere.
Il docente di oggi dovrebbe essere in grado di sviluppare una connessione profonda con gli studenti sforzandosi di comprendere le loro emozioni mostrando un sincero interesse per il loro benessere. Queste caratteristiche personali dovrebbero portare alla creazione di un ambiente di apprendimento inclusivo e accogliente, in cui gli studenti si sentono valorizzati e supportati nella loro crescita personale.
Il docente infine è tenuto ad accompagnare costantemente la propria attività con una riflessione metacognitiva, una riflessione sul proprio operato e, soprattutto, a porre attenzione ad una progettazione esplicita non solo da un punto di vista didattico ma anche di carattere valoriale ed umano. È fondamentale che il docente si interroghi su quali valori e principi intenda basare la propria relazione con il gruppo classe.
Appare chiaro che nella complessità dei nuovi bisogni educativi dei giovani, il docente risulta credibile ai loro occhi quando riesce ad entrare in una relazione significativa. Questo passaggio presuppone una buona conoscenza di se stessi, del proprio funzionamento ed una capacità introspettiva che permetta al docente di essere oltre che credibile, trasparente e vero.
GIORGIO ADRIANO