L'albero della vita
2024/7, p. 40
La Bibbia mi presenta subito agli albori della storia, nel centro del giardino dell’Eden...
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Testimoni
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L’albero della vita
«Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi...
e l'albero della vita in mezzo al giardino
e l'albero della conoscenza del bene e del male»
(Gen 2,9)
Sono stato rilanciato alla grande in occasione dell'Expo 2015, diventando il manufatto più ammirato e il più fotografato dai visitatori di tutto il mondo. La mia elegante struttura si inserisce nelle tradizioni e nei miti di innumerevoli popoli, quale simbolo del desiderio incoercibile di vita, della vita che si nutre dei succhi della terra, dei segreti dell'aria e delle energie del cosmo, per sostentare la vita degli animali e degli uomini. La rinnovata mia raffigurazione, con le sue elaborate suggestioni tecnologiche, evidenzia l'apporto della scienza e della tecnica al miglioramento della vita, in un'alleanza feconda tra natura e cultura, fra dono da conservare e compito da coltivare. Eppure, ho il sospetto che manchi qualche cosa.
La Bibbia mi presenta subito agli albori della storia, nel centro del giardino dell'Eden. Però non da solo, ma in compagnia dell'albero della conoscenza del bene e del male (Gen 2,9), i frutti del quale erano alternativi ai miei. Chi mangiava dei suoi frutti non poteva mangiare dei miei. Eravamo gli unici alberi con un nome preciso ed eloquente, piantati l'uno accanto all'altro e in stretta relazione. Chi, mangiando i frutti dell'altro albero, rifiutava di porre un limite al proprio desiderio di autoreferenzialità, scopriva la sua tragica limitatezza e non poteva gustare i miei frutti.
Voler tutto per sé comporta togliere spazio vitale agli altri, imporre la legge del più forte, seminare ingiustizia e morte. E la vita si è così avvelenata. Il vivere è diventato difficile, breve e deludente. So di passare per ingenuo, ma accanto al gigantesco albero della vita, suggerirei di collocare un piccolo e modesto alberello, con la semplice indicazione: Gen 2,17 = Istruzioni per la vita, per ricordare che c'è sempre il pericolo di rovinare la vita propria e altrui, credendosi padroni delle sue regole. Se è vero che io, albero della vita, sono cresciuto meravigliosamente anche grazie all'ingegno umano, è altrettanto vero che proprio lo stesso ingegno può trasformarmi da albero della vita in albero di Babele quando dimentica che la vita è anche dono dato per tutti.
Piantate dunque quel modesto alberello, accanto al mio, anche a costo di suscitare le proteste di alcuni illuminati urbanisti, che, per comprensibili motivi estetici, forse dimenticano che il mio destino è legato alle istruzioni per l'uso.
PIER GIORDANO CABRA