Adriano Giorgio
Il dialogo tra le generazioni
2024/6, p. 26
In Italia convivono diverse generazioni suddivise per età: la Silent Generation (gli Over 74), la generazione dei Baby Boomer, (55-74), la Generazione X (35-54), i Millennial, i giovani adulti della Generazione Y, i teenager della Generazione Z, e infine la cosiddetta Generazione Alpha, gli Under 14.

Accedi alla tua area riservata per visualizzare i contenuti.

Questo contenuto è riservato agli abbonati a
Testimoni
.
CAMBIAMENTI SOCIALI
Il dialogo tra le generazioni
In Italia convivono diverse generazioni suddivise per età: la Silent Generation (gli Over 74), la generazione dei Baby Boomer, (55-74), la Generazione X (35-54), i Millennial, i giovani adulti della Generazione Y, i teenager della Generazione Z, e infine la cosiddetta Generazione Alpha, gli Under 14.
Oggigiorno appare sempre più difficile e complicato mettere in dialogo generazioni diverse. Dovremmo subito interrogarci sul termine generazione? Per convenzione, questo termine indica l’insieme delle persone che nascono e crescono in uno stesso periodo, sperimentando le medesime influenze culturali, sociali, politiche ed economiche, e che vivono gli stessi eventi storici, culturali e politici capaci di lasciare loro una forte impronta sui modi di vivere, pensare e agire. Se un tempo la durata delle generazioni si fissava in «trent’anni», presupponendo che in un secolo se ne avvicendassero più o meno tre, dalla fine della Seconda guerra mondiale in poi le cose sono radicalmente cambiate.
Generazioni diverse
Suddividere le generazioni è un'operazione complessa e un poco artificiale. Prima di tutto non basta l'età anagrafica per appartenere a una determinata generazione. A formare una persona non sono infatti solo le esperienze vissute in gioventù e negli anni della crescita: le esperienze condivise dalla comunità attraverso determinati eventi sociali-storici influenzano l’intera popolazione in modi differenti, indipendentemente dalla generazione di appartenenza.
Gli studiosi dei cambiamenti sociali hanno individuato e tentato di distinguere gruppi di persone che appartengono a generazioni diverse assegnando loro nomi alquanto improbabili. In Italia convivono diverse generazioni suddivise per età: la Silent Generation (gli Over 74), la generazione dei Baby Boomer, (55-74), la Generazione X (35-54), i Millennial, i giovani adulti della Generazione Y, i teenager della Generazione Z, e infine la cosiddetta Generazione Alpha, gli Under 14.
La generazione del silenzio è la generazione delle persone nate intorno al 1945; hanno vissuto la Seconda guerra mondiale. Questa generazione è caratterizzata da valori tradizionali, da un forte senso del dovere e da un grande rispetto nei confronti dell’autorità. Troviamo poi le persone nate tra il 1946 e il 1964; questa generazione ha vissuto il boom economico del dopoguerra e i movimenti politici, sociali ed ideologici degli anni Sessanta e Settanta. Il lavoro, per questa categoria di persone, rappresenta una priorità fondamentale della vita aspirando al successo professionale ed economico.
La Generazione X invece unisce le persone nate tra il 1965 e il 1979; oggi questa categoria è nel pieno della vita professionale e rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia; seppur non nativi digitali, questa generazione ha vissuto le grandi trasformazioni tecnologiche adattandosi ai grandi cambiamenti che hanno portato con sé.
La generazione Y (Millennials) sono i nati tra il 1980 e il 1994, sono cresciuti con internet e i social media. Hanno vissuto l’attentato alle Torri gemelle del 2001, l’epoca della globalizzazione.
Le ultime due categorizzazioni sono la generazione Z, i nati tra il 1995 e il 2010, cresciuti a diretto contatto con le tecnologie digitali; sono definiti multitasking, sono consapevoli ed esigenti.
Per ultima troviamo la generazione Alpha che sono i nati dopo il 2011: questa generazione vive totalmente immersa nelle nuove tecnologie e l’accesso immediato alle informazioni. Non concepiscono un mondo senza internet e social media.
Questa rapida rassegna mette in luce caratteristiche molto differenti tra le generazioni per stili di vita, per modi di pensare ed assegnare un senso alla vita.
Mutamenti socio-culturali e politici
Non possiamo non tenere in considerazione che i mutamenti socio-culturali e politici hanno sicuramente influenzato lo stile di vita delle persone; l’avvento delle nuove tecnologie ha reso l’individuo sempre più veloce, tecnologico e performante. Gli smart-phone ed il PC hanno reso più semplice la nostra vita. Ormai tutti abbiamo accesso alla rete e l’avvento della tecnologia Wi-Fi ci consente di avere sempre con noi, ovunque ci troviamo, una connessione. Anche le relazioni interpersonali hanno subito dei forti mutamenti nel corso della storia. Oggi la nostra società viene definita «liquida», una società che si distingue per la sua marcata assenza di strutture stabili e per la costante mutabilità delle relazioni sociali, delle istituzioni e delle identità umane; una realtà in cui le certezze sono messe in dubbio e le sicurezze delle convenzioni tradizionali si sgretolano. In tale contesto, le relazioni sociali non sono più stabilite su basi solide e permanenti, ma sono soggette a continui cambiamenti e adattamenti. Nella società liquida, le persone si trovano ad affrontare una costante incertezza e precarietà, poiché le norme e i valori cambiano rapidamente e le opportunità ed i rischi appaiono e scompaiono in modo imprevedibile.
Il contesto sociale e culturale porta a ergere muri, quasi invalicabili, tra le vecchie e nuove generazioni dove l’incomunicabilità ed il conflitto minano quotidianamente le relazioni.
Gap generazionale
Negli ultimi decenni numerosi sociologi sono impegnati nell’individuare le difficoltà causate dal gap generazionale. Ma cosa intendiamo per gap generazionale? Sostanzialmente rappresenta la differenza tra idee, approccio culturale, sviluppo economico-tecnologico-sociale e modalità relazionali che sussiste tra una generazione più giovane e quelle precedenti e successive. Questo concetto non nasce ora ma esiste da parecchi anni. Venne infatti utilizzato per la prima volta in Europa negli anni Sessanta per indicare le differenze culturali che si erano create tra la generazione dei baby boomer e quella dei loro genitori.
Da un punto di vista educativo come possiamo intervenire cercando di costruire alleanze costruttive?
Agli occhi delle nuove generazioni, gli adulti ostacolano i giovani, magari senza rendersene conto, proprio per la paura di essere sostituiti. Sempre da questo sentimento scaturiscono tutte le critiche che spesso le vecchie generazioni rivolgono a quelle nuove.
La paura di essere sostituiti è quindi una costante dell’essere umano, ma sta a noi decidere se superarla, accettando il normale corso della vita, oppure se assecondarla, rendendo la società poco attiva e vitale.
D’altro canto, ci rendiamo conto che le vecchie generazioni vengono dimenticate. I giovani non si interessano a loro. Non è solo il singolo a scomparire, ma tutto ciò che conosce, il suo modo di vivere e di essere; la loro memoria svanisce senza lasciare traccia. Si sono sviluppati molti pregiudizi tra le generazioni, in particolare tra quelle più giovani e quelle più anziane. Ogni generazione ha una percezione pregiudizievole dell'altra. La trasmissione di valori, di esperienze sono elementi fondamentali da tramandare poiché oggi più che mai i giovani si ritrovano a vivere in una società parcellizzata e per tale motivo hanno bisogno di riferimenti e di un’asse axiologica stabile sui quali poter costruire il loro progetto di vita.
Gli adulti, siano essi genitori o educatori, hanno non solo un compito diretto verso le generazioni a loro successive ma anche un compito verso le precedenti, di «mediazione generazionale» di trasformazione, di rilettura della tradizione. È dunque necessario creare una comunità generativa tra adulti che condividono la responsabilità educativa verso la generazione successiva. Nessuno si può sottrarre a questa generatività sociale che significa creare un ambiente che si prende cura delle relazioni, che sia capace di conservare e rinnovare il patrimonio simbolico della cultura di origine e porgerlo alla generazione successiva. La convivenza, dunque, tra le diverse generazioni diventa fondamentale, perché le differenze e le diversità diventano un elemento di valore reciproco.
Papa Francesco in occasione della 55ma Giornata Mondiale della Pace, che la Chiesa ha celebrato il 1° gennaio 2022, ci ha esortato nella costruzione di un dialogo intergenerazionale duraturo e costruttivo. Nel suo discorso possiamo infatti leggere, e trarne un grande insegnamento, che il «dialogare significa ascoltarsi, confrontarsi, accordarsi e camminare insieme. Favorire tutto questo tra le generazioni vuol dire dissodare il terreno duro e sterile del conflitto e dello scarto per coltivarvi i semi di una pace duratura e condivisa.
Mentre lo sviluppo tecnologico ed economico ha spesso diviso le generazioni, le crisi contemporanee rivelano l’urgenza della loro alleanza. Da un lato, i giovani hanno bisogno dell’esperienza esistenziale, sapienziale e spirituale degli anziani; dall’altro, gli anziani necessitano del sostegno, dell’affetto, della creatività e del dinamismo dei giovani».
GIORGIO ADRIANO