Alimentare un fuoco che riscaldi il mondo
2024/6, p. 19
Contemplazione, non fuga dalla realtà, ma immersione coraggiosa in essa.
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Testimoni
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PAPA FRANCESCO ALLE CARMELITANE SCALZE
Alimentare un fuoco che riscaldi il mondo
Contemplazione, non fuga dalla realtà, ma immersione coraggiosa in essa.
Discorso folgorante quello di papa Francesco del 18 aprile scorso alle superiore e delegate delle Carmelitane Scalze. Indicativo non solo per loro, per la revisione delle loro Costituzioni ma per ogni ordine contemplativo, per ogni monaca e in senso lato per ogni religioso/a sempre chiamato nella Chiesa a vivere il Vangelo con intensità e donazione di amore.
«Trovare nuovi linguaggi, nuove vie e nuovi strumenti per dare ancora maggior slancio alla vita contemplativa» vale in qualche misura anche per ogni cristiano e per tutta la Chiesa che ha nella preghiera, e nel suo culmine, l'Eucaristia, la fonte di ogni dinamismo apostolico.
«Raccogliere la memoria del passato per guardare al futuro… Non custodire delle ceneri ma... alimentare un fuoco che arda in maniera sempre nuova e riscaldi la Chiesa e il mondo» è il compito specifico di chi è chiamato alla vita contemplativa e deve rivederne non tanto i fondamenti ma le modalità nelle quali sono espressi. Compito delicato per una vocazione impegnativa. Per chi ne riceve il dono, ardua e bellissima.
La ricchezza della storia di un ordine religioso «deve restare aperta alle suggestioni dello Spirito Santo e alla perenne novità del Vangelo». Esso irradia dalle parole dei fondatori e racchiude semi sempre nuovi, continuamente germoglianti, di lieta notizia.
Un carisma si conserva ascoltandolo a livelli mai esauriti e sempre più profondi, comprensivi dei segni dei tempi e delle sfide che ogni stagione umana suscita. I primi vanno colti, le sfide vanno accolte alla luce del carisma.
La vita contemplativa è insieme separazione dal mondo e immersione nel mondo. Una separazione per una maggiore conoscenza e partecipazione a quanto soggiace a ogni evento e si dà come storia.
Nessun intimismo o irrealismo devono insidiare la profonda intimità con Cristo a cui tende la vita contemplativa. Essa abbraccia tutto l'umano, non aliena da esso, lo abita nell'intimo, al di là di ogni latitudine. In unione a Cristo, figlio di Dio e figlio dell'uomo.
Per Teresa, Madre del Carmelo, Marta e Maria ospitano insieme Gesù: la contemplazione apre all'annuncio dato con la vita a fratelli e sorelle in umanità.
La luce che dona il Vangelo è speranza e abbandono a Dio, capacità di lettura dei segni, discernimento del futuro, coraggio di fare scelte audaci, di correre rischi nel cammino verso mete ancora ignote ma piene di Spirito Santo.
Questo comporta lotta contro strategie umane difensive, ritorni nostalgici al passato, richiede audacia di passi avanti, restando solidamente attaccati alle radici ma spalancati al vento dello Spirito.
Guardare avanti, a piedi scalzi, poveri, affidati a Dio, uniti a Cristo, felici della missione ricevuta per la Chiesa e per l'umanità, nella gioia della fraternità comunitaria e universale.
Grazie, papa Francesco, le carmelitane scalze pregano per te, non contro! E per la tua e nostra Chiesa, casa di tutti e per tutti.
EMANUELA GHINI, ocd