Fiducia supplicans
2024/5, p. 7
… «benedizioni che non giustificano, non santificano, non approvano e non consacrano niente: sono solo una preghiera del ministro per esprimere l’aiuto di Dio a queste persone per continuare a vivere».
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DICHIARAZIONE PASTORALE
Fiducia supplicans
… «benedizioni che non giustificano, non santificano, non approvano e non consacrano niente: sono solo una preghiera del ministro per esprimere l’aiuto di Dio a queste persone per continuare a vivere».
Presentando il documento Dignitas Infinita, l’ 8 aprile 2024, il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale argentino Vicotr Manuel Fernandez, non si è sottratto alle domande che invece hanno riguardato la Dichiarazione Fiducia Supplicans, pubblicata il 18 dicembre 2023 e spiegata con un comunicato stampa – prassi inusuale – il 4 gennaio 2024. «Il Papa ha voluto allargare il concetto di benedizione al di fuori del contesto liturgico per sviluppare la sua ricchezza pastorale», ha precisato il cardinale in conferenza stampa. Quelle predisposte da Fiducia Supplicans, e destinate alle persone omosessuali – ha spiegato Fernandez – «sono benedizioni che non giustificano, non santificano, non approvano e non consacrano niente: sono solo una preghiera del ministro per esprimere l’aiuto di Dio a queste persone per continuare a vivere. Queste benedizioni pastorali, che sono al di fuori di un contesto di carattere liturgico, non esigono una perfezione morale per essere ricevute. Se l’applicazione pratica può essere differente, a seconda dei diversi vescovi, ciò che si è chiamati a sostenere comunque è che ci sono questi tipi di benedizione che non hanno gli stessi requisiti del contesto liturgico. Ad alcuni ministri questo non piace, ma Papa Francesco ha voluto allargare la nostra comprensione, e lui ha il diritto di farlo». Ed ha aggiunto che la Dichiarazione ha ricevuto più di 7 miliardi di visualizzazioni su Internet: «Mi piacerebbe che il documento di oggi (Dignitas Infinita, ndr.), molto più importante, potesse avere questo livello di impatto. Il mondo ha bisogno di riscoprire l’implicazione immensa della dignità di ogni persona, e ne ha bisogno per non perdere la strada».
Messaggio centrale
Nel corso della conferenza stampa su Dignitas Infinita, qualche domanda relativa sempre a Fiducia Supplicans faceva notare che forse bisognerebbe cambiare il Catechismo della Chiesa cattolica che reputa gli atti omosessuali «intrinsecamente disordinati». Il cardinale Fernandez ha risposto che «intrinsecamente disordinati» è effettivamente «una espressione forte. Bisogna spiegarla molto, magari trovassimo un’espressione più chiara». Con essa, però, si vuole ribadire che «la bellezza dell’incontro tra uomo e donna che possono stare insieme e avere rapporto intimo da cui nasce nuova vita, è una cosa che non può essere comparata con un’altra. Gli atti omosessuali hanno una caratteristica che non può rispecchiare nemmeno da lontano quella bellezza». Sulla stessa scia il cardinale ha ribadito il rifiuto della teoria del gender perché «impoverisce la visione umanistica»: «In questo contesto l’idea di matrimonio gay o eliminazione delle differenze, non sembra accettabile».
Il cardinale argentino ha notato che il messaggio al centro della pastorale di papa Francesco riguarda l’accoglienza verso «tutti, tutti, tutti», anche chi «la pensa diversamente sui temi di sessualità e matrimonio». Non ci si rivolge solo a una «minoranza selezionata che accetta tutto quello che la Chiesa dice». A proposito del magistero di Bergoglio, il prefetto Fernández ha approfittato per chiarire un aspetto a suo avviso centrale. «Alcune persone che anni fa adoravano il Papa, adesso dicono che il Papa va ascoltato solo quando parla ex cathedra.‘ Se non è così, possiamo fare il nostro pensiero’. Ascoltate, il Papa non parlerà mai ex cathedra, non vorrà mai creare un dogma di fede o una dichiarazione definitiva. Sono sicuro quasi al 100%. Noi crediamo che oltre al carisma della infallibilità, il Papa ha l’assistenza dello Spirito per guidare la Chiesa e illuminarla» E tradiscono il giuramento di obbedienza al Santo Padre della loro ordinazione, i cardinali, vescovi e sacerdoti «che trattano il Papa come eretico, contro la tradizione della Chiesa». E, ancora, se c’è chi pensa che Francesco stia facendo troppi passi in avanti, bisogna ricordare – ha detto il porporato – che in tanti casi della storia un Papa ha detto qualcosa di diverso rispetto al predecessore. L’esempio più recente è quello della pena di morte che Francesco ha voluto abolire dal Catechismo.
Su Fiducia Supplicans, da notare, è intervenuto papa Francesco in un passaggio del discorso alla Plenaria del Dicastero per la Dottrina della Fede, il 26 gennaio scorso. «L’intento delle «benedizioni pastorali e spontanee» – aveva detto – è quello di mostrare concretamente la vicinanza del Signore e della Chiesa a tutti coloro che, trovandosi in diverse situazioni, chiedono aiuto per portare avanti – talvolta per iniziare – un cammino di fede. Vorrei sottolineare brevemente due cose: la prima è che queste benedizioni, fuori di ogni contesto e forma di carattere liturgico, non esigono una perfezione morale per essere ricevute; la seconda, che quando spontaneamente si avvicina una coppia a chiederle, non si benedice l’unione, ma semplicemente le persone che insieme ne hanno fatto richiesta. Non l’unione, ma le persone, naturalmente tenendo conto del contesto, delle sensibilità, dei luoghi in cui si vive e delle modalità più consone per farlo».
Senso e intenzione del Documento
Il par. 30 di Fiducia Supplicans chiarisce bene senso ed intenzione del documento stesso. «La prudenza e la saggezza pastorale possono suggerire che, evitando forme gravi di scandalo o confusione fra i fedeli, il ministro ordinato si unisca alla preghiera di quelle persone che, pur in una unione che in nessun modo può essere paragonata al matrimonio, desiderano affidarsi al Signore e alla sua misericordia, invocare il suo aiuto, essere guidate a una maggiore comprensione del suo disegno di amore e verità». E quindi par.31. «Nell’orizzonte qui delineato si colloca la possibilità di benedizioni di coppie in situazioni irregolari e di coppie dello stesso sesso, la cui forma non deve trovare alcuna fissazione rituale da parte delle autorità ecclesiali, allo scopo di non produrre una confusione con la benedizione propria del sacramento del matrimonio. In questi casi, si impartisce una benedizione che non solo ha valore ascendente ma che è anche l’invocazione di una benedizione discendente da parte di Dio stesso su coloro che, riconoscendosi indigenti e bisognosi del suo aiuto, non rivendicano la legittimazione di un proprio status, ma mendicano che tutto ciò che di vero di buono e di umanamente valido è presente nella loro vita e relazioni, sia investito, sanato ed elevato dalla presenza dello Spirito Santo. Queste forme di benedizione esprimono una supplica a Dio perché conceda quegli aiuti che provengono dagli impulsi del suo Spirito – che la teologia classica chiama «grazie attuali» – affinché le umane relazioni possano maturare e crescere nella fedeltà al messaggio del Vangelo, liberarsi dalle loro imperfezioni e fragilità ed esprimersi nella dimensione sempre più grande dell’amore divino». E come chiarisce di nuovo il successivo par. 33, «è questa una benedizione che, benché non inserita in un rito liturgico, unisce la preghiera di intercessione all’invocazione dell’aiuto di Dio di coloro che si rivolgono umilmente a lui. Dio non allontana mai nessuno che si avvicini a lui! In fondo, la benedizione offre alle persone un mezzo per accrescere la loro fiducia in Dio. La richiesta di una benedizione esprime ed alimenta l’apertura alla trascendenza, la pietà, la vicinanza a Dio in mille circostanze concrete della vita, e questo non è cosa da poco nel mondo in cui viviamo. È un seme dello Spirito Santo che va curato, non ostacolato».
A proposito di un passaggio dell’intervento del cardinale durante la conferenza stampa su Dignitas Infinita, quando si riferiva a chi pensa che il Papa vada ascoltato solo quando parla ex cathedra, il tema è stato riproposto – in modo malizioso – dal sito statunitense The Catholic Thing, che il 14 aprile ha pubblicato un articolo di Fr. Jeffrey Kirby, presentato come teologo morale attivo in Carolina del Sud. Nell’articolo (https://www.thecatholicthing.org/2024/04/14/the-rise-of-the-ultramontanists/) si prendono le mosse dall’«ultramontanismo», quella «falsa convinzione – spiega l’autore – che tutto ciò che un papa dice sia privo di errori. Tutto ciò che un papa decide deve essere giusto. Tutto ciò che un papa dice o fa è fondamentale e non può essere messo in discussione. La scioccante retorica degli ultramontanisti si ritrova in slogan come: Se non credi a tutto ciò che insegna il papa, allora non sei cattolico». Citando il par. 10 della Dei Verbum, il teologo spiega che «il papa è un servitore della Parola di Dio. È l'interprete del deposito della Fede, servendo anche come suo guardiano e assistente. La rivelazione divina tiene sotto controllo il magistero, anche se il magistero interpreta e insegna. Così, quando un papa offusca la capacità della Chiesa di giudicare e istruire nei campi della verità morale, compromette l'integrità dottrinale, tenta di vincolare le coscienze dei fedeli su questioni che esulano dalla sua competenza come il cambiamento climatico e le scienze empiriche, chiede la benedizione di coppie in stato di peccato, o porta un idolo pagano su un altare cristiano durante il culto, la rivelazione divina lo accusa molto prima di qualsiasi credente». In conclusione – trasparente riferimento a Fiducia Supplicans – «l’ultramontanismo non dà forza né vigore alla Chiesa. Confina con un'adulazione che non serve a nulla e provoca gravi danni. La Chiesa è perennemente rafforzata dall’integrità e dalla forza morale. Lei è continuamente rinnovata dalla santità, che si realizza per la grazia di Dio mediante l'obbedienza della fede donata al Vangelo».
Il che dimostra che il cammino per una corretta recezione di Fiducia Supplicans si dimostra assai lungo e impervio.
FABRIZIO MASTROFINI