Cabra Pier Giordano
IL MANDORLO
2024/4, p. 36
«Mi fu rivolta questa parola del Signore: “Che cosa vedi, Geremia?”. Risposi: “Vedo un ramo di mandorlo”. II Signore soggiunse: “Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla”» (Ger 1,11)

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Il mandorlo
«Mi fu rivolta questa parola del Signore: "Che cosa vedi, Geremia?". Risposi: "Vedo un ramo di mandorlo". II Signore soggiunse: "Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla"» (Ger 1,11).
Ho la fama, penso ben meritata, di essere un albero profetico per la mia lungimiranza perché dimostro di saper prevedere le cose e persino di anticiparle. Non sono forse il primo albero a fiorire appena c'è un sentore di primavera? I miei fiori, che spuntano improvvisi, annunciano il risveglio della natura dopo il lungo inverno. Un annuncio festoso, che ridipinge le colline di vivaci macchie di bianco e rosa, facendo ritornare il sorriso gioioso della vita che sembrava spenta o dolorosamente ferita. Ciò mi è possibile perché veglio, tenendo ben aperti i miei occhi, per discernere i «segni dei tempi»: posso infatti annunciare la gioia della primavera per la mia vigilanza che coglie al volo i primi sintomi delle forze che innescano i mutamenti in corso.
Sono però un albero profetico anche per un altro motivo, che considero ancora più rilevante. Dopo aver annunciato il futuro fresco e allegro, mi raccolgo silenziosamente e laboriosamente per produrre i miei frutti, che annunciano il lato opposto del mistero della vita, un mistero difficile da decifrare, per chi non vigila e si ferma solo a quello che appare.
Dopo le promesse della fiorita primavera, la vita suole sovente presentarsi in tutta la sua durezza, proprio come le mie mandorle, dal guscio duro e tanto diverso dalle iniziali promesse. Ma ecco la mia nuova profezia: occorre andare oltre il guscio, in profondità, per trovare la deliziosa mandorla. Occorre vigilare per non lasciarsi deludere dall'apparente sterilità della vita. Se ti fermi alla superficie, la troverai deludente e inutile. Se sai vedere «dentro», quello che sta maturando sotto la dura scorza, allora scoprirai che vale la pena anzitutto di «guardare avanti», dando il via alla gaia primavera, e poi di «guardare nelle profondità» del monotono quotidiano che fa maturare il frutto squisito.
Negli affreschi del passato, il Signore della gloria era raffigurato dentro una mandorla, per ricordare che è necessario andare oltre il guscio per cogliere il nucleo permanente della realtà, che ciò che appare non è tutta la realtà, che l'aspro dolore nasconde la gioia, che sotto i cenci del povero c'è lui che viene servito, che occorre vigilare per non fermarsi alla superficie delle cose, perché in ogni cosa che passa c'è un frutto che resta, in ogni oscurità matura una luce destinata a rendersi visibile, in ogni amarezza ci può essere la sorpresa della gioia.
Il mio nome significa vigilanza. Coloro che vigilano possono meglio vedere ciò che cambia e ciò che resta. Perché non impari anche tu a vigilare per diventare profeta?
PIER GIORDANO CABRA