Sandri Norberta
VITA CONSACRATA SENZA CONFINI
2024/4, p. 20
Quattro suore indonesiane a Galeazza, cresciute in famiglie cristiane e con un buon rapporto, in tutto il percorso scolastico, con compagni e famiglie di altre religioni: musulmani, indù, buddisti, confuciani, cristiani di altre confessioni.

Accedi alla tua area riservata per visualizzare i contenuti.

Questo contenuto è riservato agli abbonati a
Testimoni
.
DALL’INDONESIA A GALEAZZA
Vita consacrata senza confini
Quattro suore indonesiane a Galeazza, cresciute in famiglie cristiane e con un buon rapporto, in tutto il percorso scolastico, con compagni e famiglie di altre religioni: musulmani, indù, buddisti, confuciani, cristiani di altre confessioni.
Galeazza, Bologna, Italia. «Italia il nome l’ho studiato in geografia, Bologna forse come antica università, ma Galeazza, cos’è?» Queste le impressioni di Herminolda, Yulita, Bendita, Kristina quando, nella loro terra indonesiana, hanno udito questi nomi da qualche suora Serva di Maria di Galeazza. Ed ora, dopo alcuni anni di formazione nel loro paese, queste quattro giovani suore eccole qui a Galeazza, nel Centro di spiritualità, da poco più di un mese. Della strada ne hanno fatta, con esperienze, contatti, servizi in varie parrocchie. La loro presenza è una sfida per loro e per tutte le persone, per i cristiani, per le suore. Ecco le provocazioni (positive) che possiamo cogliere. Siamo chiamati tutti, in nome del Vangelo, al coraggio di vivere insieme le differenze e costruire ogni giorno il “noi”, non più noi e loro (noi italiani, voi marocchini, musulmani, indonesiani ecc.). Vivere come sorelle pur nella diversità di età, cultura, nazionalità. Non vedere la propria cultura come assoluta e saper dialogare sul “proprium” delle culture, impegnarci tutti a conoscere le culture altrui. Creare uno stile inclusivo, radicato nel Vangelo, con al centro la Parola di Dio che aiuta a superare gli schemi personali e culturali, che a volte ci chiudono nel nostro piccolo mondo. E perché proprio a Galeazza? Perché non all’interno di comunità in Italia o in altri paesi? Perché Galeazza è il luogo delle origini e cuore della congregazione delle Serve di Maria (di Galeazza, appunto). Questo luogo, pur nella sua piccolezza geografica, offre loro la possibilità di tenere vivo e approfondire il carisma storico e spirituale del fondatore, il Beato Ferdinando M. Baccilieri.
Un semplice identikit
Sono giovani donne, consacrate, provenienti da due isole indonesiane molto diverse per tradizioni, lingua e vissuto. Tutte e quattro cresciute in famiglie cristiane e con un buon rapporto, in tutto il percorso scolastico, con compagni e famiglie di altre religioni: musulmani, indù, buddisti, confuciani, cristiani di altre confessioni. Sr. M. Bendita, sr. M. Kristina e sr. M. Herminolda sono in Italia da 8 anni, sr. M. Yulita da otto mesi. Sr. M. Kristina e sr. M. Yulita provengono dall’isola di Timor (Atambua e Kefamenanu), sr. M. Bendita da Timor Est; dopo la guerra del 1999 e la divisione dell’isola, si è trasferita a Timor; sr. M. Herminolda viene dall’isola di Flores (Larantuka). Ciò che le caratterizza è la buona capacità di creare relazioni, la voglia di conoscere e accogliere le persone, il piacere di una risata o di uno scherzo. Amano il canto e curano con piacere la liturgia, accompagnandosi con la chitarra, l’armonium, la pianola. Anche la danza, all’interno delle celebrazioni o nelle feste, è un punto forte della loro cultura e si prestano ben volentieri a rallegrare i nostri incontri, a volte, molto “seriosi”. Sanno pure cucinare piatti tipici indonesiani, molto apprezzati da suore e amici italiani.
I sogni delle giovani consorelle
Sono a Galeazza con dei “sogni” loro e anche nostri. Chi immaginava, 20 anni fa, che ci sarebbero state suore indonesiane Serve di Maria di Galeazza in Italia? Ma abbiamo sperimentato che Dio cambia le situazioni e apre cammini di speranza. Galeazza presenta una ricchezza di luoghi, segnati dall’intuizione carismatica del Beato Ferdinando: la chiesa, il museo, la Casa Madre, il Centro di spiritualità. Sognano una parrocchia/santuario che sia punto di spiritualità per tutto il territorio (che comprende tre diocesi: Bologna, Modena e Ferrara) per quanti desiderano affidarsi al Beato, come esempio di vita, di amore all’eucaristia e alla Madonna, di attenzione alle persone bisognose; uomo del perdono e dell’ascolto. E ancora: fare del Centro di spiritualità un luogo sempre più accogliente, disponibile a singoli o gruppi che chiedono tempi di silenzio, di ricerca, di riflessione e di preghiera. Per dare la propria testimonianza vocazionale, accompagnando in un cammino di preghiera, offrendo ai più giovani percorsi di conoscenza di Gesù. Attualmente, queste consorelle sono impegnate anche nello studio, per poter assumere servizi e compiti nella congregazione e nelle parrocchie. Si sono presentate in quasi tutte le parrocchie della zona pastorale e a piccoli passi inizieranno a stabilire contatti con i ragazzi che frequentano la catechesi, soprattutto nelle giornate di ritiri in preparazione ai sacramenti. E poi … il “filo rosso” dello Spirito le aiuterà a ri-dire la bellezza e la gioia di seguire il Signore Gesù e testimoniare con tanti fratelli e sorelle una chiesa/comunità dove ognuno dona e riceve accoglienza e amore.
sr. M. NORBERTA SANDRI, smg