Adriano Giorgio
EDUCARE AL RISPETTO DELL’ALTRO
2024/3, p. 23
L’etica del rispetto nasce da una corretta educazione alla convivenza civile, in cui si valorizzano e si stimolano le capacità e le competenze di ciascuno, senza pregiudizi di alcun tipo accanto ad una corretta educazione al riconoscimento dei diritti individuali e della dignità personale, con l’obbligo di astenersi da atti offensivi e lesivi.

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CONVIVENZA CIVILE
Educare al rispetto dell’altro
L’etica del rispetto nasce da una corretta educazione alla convivenza civile, in cui si valorizzano e si stimolano le capacità e le competenze di ciascuno, senza pregiudizi di alcun tipo accanto ad una corretta educazione al riconoscimento dei diritti individuali e della dignità personale, con l’obbligo di astenersi da atti offensivi e lesivi.
Il rispetto è un tema molto importante che ha a che fare con la costruzione di una società più umana, più attenta ai bisogni più profondi delle persone. È il sentimento di stima e di considerazione della dignità e del valore unico ed irripetibile delle persone. Tutti noi invochiamo atteggiamenti di rispetto, perché niente ferisce di più dell’essere trattati come una persona di poco valore.
Sempre più spesso, assistiamo a storie di non rispetto. Storie che raccontano di comportamenti e di parole offensive. Storie che concorrono nel fare del rispetto un valore sempre più fuori moda. Le offese alla dignità, piccole o grandi che siano e all’integrità personale, feriscono profondamente poiché veicolano un chiaro messaggio di non interesse e non cura nei confronti nostri e degli altrui bisogni.
Il rispetto è il presupposto della società e del vivere civile, in quanto siamo tutti chiamati a confrontarci con una comunità di persone, disciplinata da regole ben precise che abbiamo il dovere morale e civile di rispettare. L’etica del rispetto nasce da una corretta educazione alla convivenza civile, in cui si valorizzano e si stimolano le capacità e le competenze di ciascuno, senza pregiudizi di alcun tipo accanto ad una corretta educazione al riconoscimento dei diritti individuali e della dignità altrui, in cui c’è l’obbligo di astenersi da atti offensivi e lesivi.
Ricerca del bene relazionale
Il filosofo Martin Buber nei primi anni del ʼ900 affermava che «quanto più l’uomo, l’umanità, è dominato dall’individualità, tanto più profondamente l’individuo si inabissa nell’irrealtà. In tali tempi la persona, nell’uomo e nell’umanità, conduce un’esistenza sotterranea, nascosta, quasi nulla». È invece proprio la ricerca del bene relazionale, dell’alterità a farci scoprire il senso e l’urgente bisogno della socialità che permette la realizzazione di una comunità democratica ed etica.
L’uomo necessita di relazioni sane e funzionali; queste devono necessariamente basarsi sul rispetto delle differenze per contrastare discriminazioni e comportamenti aggressivi di ogni genere. L’intelligenza rispettosa è il modo di pensare di chi è in grado di accogliere le diversità che esistono tra i singoli senza tentare di annullarle.
Il presupposto per rispettare gli altri è rispettare primariamente noi stessi. Avere rispetto di se stessi significa volersi bene, e così imparare a rispettarsi vuol dire imparare ad amarsi, ad apprezzarsi, a darsi la giusta considerazione. Rispettarsi significa quindi che si ha tutto il diritto di esistere nella dignità. Rispettare se stessi diventa fondamentale per realizzare se stessi dando così un senso compiuto alla vita. Il rispetto di se stessi è alla base di ogni relazione, indispensabile per sentirsi bene e vivere serenamente.
La famiglia, primo luogo di educazione al rispetto
È possibile oggi educare al rispetto dell’altro? Sociologi, pedagogisti, psicologi stanno disquisendo già da parecchi anni su questo tema così delicato. Ma a chi compete questa funzione educativa? Secondo Howard Gardner, psicologo noto per la sua teoria sulle intelligenze multiple, è una sfida che riguarda tutti coloro che lavorano con altre persone: genitori, insegnanti, mezzi di comunicazione.
Prima di tutto il sentimento del rispetto viene appreso in famiglia; è essenziale sottolineare che se i genitori desiderano che i figli imparino a portare rispetto, dovrebbero essere loro i primi a doverlo avere nei confronti dei figli. Il valore personale, infatti, si struttura dalle prime relazioni con le figure di riferimento, dalla percezione che i genitori hanno dei figli. Quando i genitori sono soliti offendere o criticare i figli o ignorano i loro bisogni rischiano di farli sentire persone di poco valore e quindi questi cresceranno con l’idea di non meritare rispetto e probabilmente non lo avranno nei confronti degli altri. Uno degli aspetti fondamentali per educare al rispetto e alla non violenza, è quello di sviluppare la capacità di costruire relazioni basate sui principi di parità, equità, inclusione nel riconoscimento e nella valorizzazione delle differenze.
È proprio in famiglia dove a mio avviso, i figli possono essere educati al rispetto tramite il nostro esempio. Manifestandoci empatici con loro, mostrando la nostra capacità di capire appieno il loro stato d’animo, imparando ad accettarli, a comprenderli, a sostenere le loro scelte li aiutiamo a trovare e ad essere se stessi, senza aver timore del nostro giudizio.
Rispettare gli altri implica necessariamente lo sviluppo dell’empatia. Sapere riconoscere e gestire le proprie emozioni è il primo passo per sviluppare la capacità di riconoscere le emozioni negli altri. Una buona educazione emotiva ed affettiva porta i bambini ad ascoltarsi e a leggere le emozioni che stanno vivendo, senza esserne sopraffatti. Questa capacità è il presupposto fondamentale per saper riconoscere le emozioni dell’altro, imparando a mettersi nei panni altrui. Nel momento in cui si tenta di comprendere il punto di vista dell’altro, c’è rispetto. Solo così i nostri bambini saranno adulti capaci di ricevere e soprattutto di dare rispetto al prossimo. Una buona autostima e una buona percezione di sé sono strettamente collegati al rispetto per la propria persona e per gli altri. Aiutare i bambini a coltivare una buona autostima, dunque, è fondamentale per favorire uno sviluppo emotivo e sociale equilibrato.
Insegnare ai bambini il rispetto parte dalle modalità di relazione tra madre e padre. Vedere due genitori dialogare e confrontarsi in maniera rispettosa è un insegnamento fondamentale per ogni bambino. È essenziale che anche nella coppia genitoriale vi sia rispetto reciproco, un continuo lavoro di mediazione, disponibilità, amore e accoglienza; è solo attraverso la dialogicità che avviene l'arricchimento reciproco. Quando la comunicazione diminuisce, il dialogo è assente, il rispetto viene meno, assistiamo ad un impoverimento della coppia e di se stessi. La scarsa fiducia, la disistima, la svalutazione dell'altro creano chiusura, conflittualità, abbandono e spesso tutto questo porta ad importanti mancanze di rispetto reciproco. Per i figli questi scenari sempre più frequenti non rappresentano un terreno fertile per poter essere educati all’empatia e al rispetto.
La scuola, per educare al rispetto reciproco
Anche la scuola, soprattutto oggi, ha il dovere di educare al rispetto. Fin dalla scuola dell’infanzia i bambini imparano a gestire situazioni nuove e a doversi relazionare con gli altri membri del gruppo imparando ad accettare tutti e allo stesso tempo a farsi accettare.
La scuola, dopo la famiglia, rappresenta il secondo microcosmo in cui poter sperimentare forme di rispetto reciproco. Anche in classe come nella società il bambino è invitato e aiutato a trovare una sua collocazione senza occupare il posto degli altri.
L’armonia di una classe come l’armonia nella società si ottiene dal rispetto reciproco che va interiorizzato e applicato senza dare mai niente per scontato.
È importante creare nei bambini la consapevolezza che tutti siamo esseri diversi e con bisogni altrettanto diversi. Il tema legato all’accettazione significa entrare in contatto con altre identità, cioè con qualcuno che è “diverso” da noi.
L’altro è fondamentale per la comprensione di noi stessi. È solo attraverso la scoperta dell’altro che riusciamo ad uscire dalla nostra solitudine ed instaurare relazioni. Il grado di intimità che si instaura nelle relazioni è poi un passo successivo. Nella relazione ognuno di noi porta con sé un proprio bagaglio che va oltre la propria cultura e le proprie abitudini; nella relazione ognuno di noi porta con sé le proprie radici, la propria identità, i propri valori. Erich Fromm sosteneva che il rispetto è una forma di amore, è tempo dedicato agli altri privo di pre-giudizi; è appunto cura e attenzione dei sentimenti degli altri tenendo sempre presente che i diritti ed i sentimenti dell’altro valgono quanto i miei. Solo in questo caso potremo percorrere la strada per cominciare a sentirci realmente liberi e capaci di costruire il bene comune.
GIORGIO ADRIANO