Cesarato Regina
La voce della donna nei ministeri della Chiesa
2024/3, p. 7
Tra le iniziative del centenario di fondazione delle suore Pie Discepole del Divin Maestro (10 febbraio 1924-2024), si è svolto ad Ariccia un incontro internazionale su «La voce della donna nei ministeri della Chiesa». Vi hanno partecipato oltre una sessantina di persone: le sorelle provenienti da varie parti del mondo, i rappresentanti degli altri istituti della Famiglia Paolina, fondata dal Beato Giacomo Alberione e vari invitati a diverso titolo e competenza.

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PROCESSI SINODALI
La voce della donna
nei ministeri della Chiesa
Tra le iniziative del centenario di fondazione delle suore Pie Discepole del Divin Maestro (10 febbraio 1924-2024), si è svolto ad Ariccia un incontro internazionale su “La voce della donna nei ministeri della Chiesa".
Vi hanno partecipato oltre una sessantina di persone: le sorelle provenienti da varie parti del mondo, i rappresentanti degli altri istituti della Famiglia Paolina, fondata dal Beato Giacomo Alberione e vari invitati a diverso titolo e competenza.
Ascoltare, approfondire, avviare processi di trasformazione
L’assemblea internazionale che ha avuto luogo ad Ariccia (Roma) presso la Casa Divin Maestro, dal 28 gennaio al 3 febbraio 2024, si è realizzata come esperienza di un processo sinodale facilitato da Fabrizio Carletti, che ha seguito i lavori anche nella fase preparatoria.
Il tema dell’evento, «La voce della donna nei ministeri della Chiesa. Un dialogo sinodale», è stato sviluppato nel corso dei lavori favorendo la riflessione, il confronto e il discernimento di tutti i partecipanti.
L’obiettivo del convegno internazionale si prefiggeva di:
-ascoltare, con attenzione e rispetto, la voce delle donne in una Chiesa ministeriale e missionaria, in stile sinodale e in dialogo con le altre confessioni cristiane;
-approfondire il tema e la prassi dei ministeri ecclesiali, in particolare quelli esercitati dalle donne nella Chiesa di ieri e di oggi, secondo gli specifici contesti culturali;
-avviare processi di trasformazione e generativi che favoriscano scelte coraggiose per la missione delle Pie Discepole del Divin Maestro (pddm) nella vita della Chiesa, nella Famiglia Paolina, in una forma più partecipativa e samaritana.
Un programma intenso
Dopo il rituale benvenuto e le indicazioni introduttive, le giornate dell’Incontro internazionale su «La voce della donna nei ministeri della Chiesa» si sono susseguite con un programma intenso, cercando di rispettare il ritmo proprio di un processo sinodale.
Per raggiungere l’obiettivo, l’Assemblea si è lasciata guidare con una metodologia che prevedeva, nella mattinata, l’ascolto dei relatori e delle relatrici che hanno approfondito il tema da cinque prospettive diverse e corrispettivi ambiti.
Nei pomeriggi e in altri momenti, si è dato un rilievo decisivo ai “tavoli di discernimento” essendo questa Assemblea internazionale, un laboratorio sinodale per cui si è richiesto ai/alle partecipanti, un continuo dialogo sinodale facilitato, ai tavoli, da persone previamente preparate a questo servizio.
La stessa modalità di ascolto delle relazioni in Assemblea plenaria è stata orientata a far emergere e annotare “le mozioni interiori” provocate dai relatori e dalle relatrici, come elementi base per il discernimento spirituale e dunque per attivare nella Congregazione delle Pie Discepole, dei processi vitali di conversione.
Dall’ascolto attento della realtà, nella prospettiva dei ministeri femminili diversificati nelle varie culture dei popoli di provenienza e in sintonia con la missione delle Pie Discepole, si è cercato di far emergere dei “nuclei generativi” che permettano poi di elaborare insieme dei nuovi orizzonti di cammino, nel profondo cambio d’epoca che stiamo vivendo. Infatti occorre ridare “sapore” a ciò che si vive ed essere consapevoli anche della “frattura di linguaggio” cioè delle forme e delle parole che non sono più comprensibili alle persone e ai contesti nei quali sono inserite le nostre comunità.
Questo ha richiesto ai/alle partecipanti la flessibilità interiore e non solo mentale, per accogliere un “modello trasformativo” che parta dalla consapevolezza del “verso dove andare” attivando dei processi trasformativi alla luce della Parola di Dio, del Magistero ecclesiale e del carisma trasmesso dal Fondatore, il Beato Giacomo Alberione, in sintonia con il cammino ecclesiale della vita consacrata oggi.
Il programma delle giornate con la presenza di relatori e relatrici, esperti in vari ambiti, ha offerto interessanti spunti di riflessione sul tema della voce delle donne nei ministeri della Chiesa.
Discepolato e diaconia femminile
I lavori sono iniziati, naturalmente, “a partire dalle Scritture” dando priorità all’aspetto biblico-antropologico e specificando le peculiarità del discepolato e della diaconia femminile delle donne che seguivano Gesù, fin dalla Galilea e che Egli aveva accolto accanto ai Dodici (Lc 8,1-3). Tale “novità” del Vangelo si basa sulla reciprocità: maschio-femmina della creazione di Dio (Gn 1 e 2) ed è vissuta, in modo diversificato, nella Chiesa Madre di Gerusalemme e nella prassi delle prime comunità cristiane in diaspora.
Si è proseguito esplicitando il fondamento teologico dei ministeri esercitati in una Chiesa sinodale, da uomini e donne in forza del Battesimo e per alcuni anche per il sacramento dell’Ordine, a servizio della comunità cristiana. Nella prospettiva della tematica dell’incontro ci si è interrogate su quali ministeri “femminili” non possono mancare in una Chiesa sinodale, anche a partire dell’esperienza di molte di noi, donne consacrate missionarie, in luoghi dove non vi sono stabilmente ministri ordinati.
L’aspetto ecclesiologico si è arricchito anche con l’ascolto dell’esperienza di alcune donne appartenenti a Chiese cristiane sorelle che, esercitando il ministero di Pastora, edificano comunità credenti. La conversazione ecumenica si è conclusa nella preghiera.
La potente bellezza della Liturgia
Si è rivisitato anche il tema della ministerialità femminile, riandando ai documenti e alla prassi indicata dal Magistero nel passato e nel presente della Chiesa, nella prospettiva di identificare dei nuclei generativi di vita per attualizzare i ministeri specifici relativi alla missione della Pia Discepola del Divin Maestro, nell’anno centenario di fondazione dell’Istituto.
Si è data speciale attenzione alla voce della donna e alla sua presenza, nel clima ecclesiale del Sinodo, a 60 anni della Sacrosanctum Concilium (SC). Questo documento del Vaticano II ha il senso di una pietra miliare nella storia dell’Apostolato eucaristico, liturgico e sacerdotale della Congregazione fondata dal Beato Giacomo Alberione. Le Pie Discepole, come tutto il popolo di Dio, devono al Movimento Liturgico maturato nel Concilio, la riscoperta della comprensione teologica della Liturgia e della sua importanza nella vita della Chiesa. Infatti tutto il popolo di Dio è chiamato, in forza del Battesimo, a vivere la celebrazione dei Divini Misteri con una partecipazione piena, consapevole, attiva e fruttuosa (cf. SC, 11.14).
All’urgenza della formazione alla vita liturgica, ci ha richiamati, recentemente, la Lettera Apostolica Desiderio Desideravi (DD) di papa Francesco (cf. DD, 35.40.41). La Liturgia, infatti, con la sua “potente bellezza”, ci garantisce la possibilità dell’incontro con il Signore risorto e di essere raggiunti dalla potenza della sua Pasqua perché “la fede cristiana o è incontro con Lui vivo o non è” (cf. DD, 11).
Dalla natura della liturgia risulta evidente che la conoscenza del mistero di Cristo, questione decisiva per la nostra vita, non consiste in un’assimilazione mentale di un’idea, ma in un reale coinvolgimento esistenziale con la sua Persona.
La condizione perché l’antidoto della liturgia sia efficace, sta nel riscoprire ogni giorno la bellezza della verità della celebrazione cristiana. In sintesi, diceva il papa: «Vorrei che questa lettera ci aiutasse a ravvivare lo stupore per la bellezza della verità del celebrare cristiano, a ricordare la necessità di una formazione liturgica autentica e a riconoscere l’importanza di un’arte della celebrazione che sia a servizio della verità del mistero pasquale e della partecipazione di tutti i battezzati, ciascuno con la specificità della sua vocazione» (cf. DD, 62).
La liturgia, approfondita nella prospettiva della ministerialità di tutta la Famiglia Paolina, formata da uomini e donne consacrati a Dio, ci provoca direttamente nella missione per essere “San Paolo oggi vivente” e dunque, come voleva don Alberione, comunicare il Vangelo che salva annunciando al mondo Gesù Maestro Via, Verità e Vita.
La donna apostola
Particolarmente intenso e partecipativo è stato il collegamento on line con Gerusalemme, il 2 febbraio, giornata della Vita Consacrata e nella festa della Presentazione di Gesù al Tempio.
Suor Anna Maria Sgaramella, cms, ci ha trasmesso la sua passione missionaria vissuta in Medio Oriente, in un momento tanto drammatico per queste popolazioni. Insieme ad altre donne tessono cammini interreligiosi di riconciliazione in questi luoghi martoriati e senza pace.
Il lavoro di questo “dialogo sinodale” è confluito, infine, verso l’aspetto carismatico rivisitando l’identità della donna Apostola nel pensiero di don Alberione, insieme ai fratelli e alle sorelle degli altri Istituti della Famiglia Paolina.
Si è data molta importanza alle testimonianze, in reciprocità tra maschile e femminile, riguardo alla collaborazione apostolica che si mette a servizio della Chiesa e del mondo di oggi, profondamente cambiato rispetto al passato, i carismi convergenti della Famiglia Paolina.
Il desiderio è stato quello di porci decisamente, come Congregazione a 100 anni dalla fondazione, in un processo di trasformazione per rilanciare e vivere, come una nuova opportunità, il motto suggerito da don Alberione: essere in Cristo e nella Chiesa delle “membra vive e operanti” cercando il bene comune e a servizio della crescita di tutto il popolo di Dio.
Come ricorda l’ultimo punto dell’obiettivo di questo incontro internazionale, si tratta di: “Avviare processi di trasformazione e generativi che favoriscano scelte coraggiose per la missione delle Pie Discepole del Divin Maestro nella vita della Chiesa, nella Famiglia Paolina, in una forma più partecipativa e samaritana”.
L’impulso dato dallo Spirito Santo, nel carisma del Fondatore, ha fatto vibrare in modo nuovo, l’urgenza e la grazia dell’apostolato per continuare a vivere la liturgia, nella ricchezza dei suoi ministeri, come diaconia della bellezza per la trasformazione del mondo. Ha preso nuovo slancio anche il ministero dell’intercessione che ha nel Mistero Eucaristico la sua fonte e il suo momento culminante. L’intensa vita eucaristico-liturgica impegna quotidianamente le sorelle a consumare la vita nella carità, specialmente nel prendersi cura delle persone e della vocazione dei consacrati, uomini e donne, in situazioni di fragilità.
Una conclusione aperta…
La chiamata a “prendersi cura” di tutti i terreni della “relazionalità” espone a molti rischi e contiene molte sfide a partire dalla consapevolezza dei propri limiti ma anche dalla splendida possibilità di comprendere e vivere la propria diaconia femminile nella dinamica e all’interno della missione stessa di Gesù, Maestro e Signore.
Nei Vangeli e nel Nuovo Testamento, il discepolato femminile, insieme a quello maschile, è differenziato, itinerante e accogliente.
Identificandosi come una comunità cristiana, in cammino dentro la storia del proprio tempo, le Pie Discepole del Divin Maestro sono nate nella Chiesa e nella Famiglia Paolina “con la passione dell’Evangelo dentro il cuore”.
Il Beato don Alberione e la Venerabile Madre Scolastica Rivata, sua prima “collaboratrice in Cristo” intercedano perché il frutto di questo incontro internazionale porti a intraprendere la VIA sinodale e la voce delle donne sia sempre più “pubblica, competente, autorevole”.
Il fatto di ascoltare la voce delle donne in una Chiesa ministeriale e missionaria, si intreccia con una serie di questioni delicate ed è collegato alla questione femminile, al ruolo della donna nella Chiesa e alla sua partecipazione ai processi decisionali, che vanno rimodellati. Il cambio d’epoca, infatti, richiede nuovi paradigmi.
Come “donne del mattino di Pasqua” inviate per prime ad annunciare il Signore risorto, ci si è sentite obbligate interiormente ad ascoltare le molte domande degli uomini e delle donne del nostro tempo, senza tuttavia lasciarsi cogliere dall’angoscia di dover avere tutte le risposte… Le conclusioni dell’incontro sinodale sono rimaste aperte allo Spirito di profezia che soffia dove e come vuole ma sempre per il bene e per l’edificazione dell’unico Corpo di Cristo.
REGINA CESARATO, pddm