«UN CUORE CHE ARDE»
2024/3, p. 5
Il titolo della XXXII giornata dei missionari martiri, che si celebra il 24 marzo, «richiama la forza della testimonianza dei martiri che, come Gesù attraverso la condivisione della Parola e il pane spezzato, con il loro sacrificio accendono una luce e riscaldano i cuori di intere comunità cristiane, ispirando una nuova conversione, dedizione al prossimo e al bene comune.
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XXXII GIORNATA DEI MISSIONARI MARTIRI
«Un cuore che arde»
Il titolo della XXXII giornata dei missionari martiri, che si celebra il 24 marzo, «richiama la forza della testimonianza dei martiri che, come Gesù attraverso la condivisione della Parola e il pane spezzato, con il loro sacrificio accendono una luce e riscaldano i cuori di intere comunità cristiane, ispirando una nuova conversione, dedizione al prossimo e al bene comune».
Nel 1992, su proposta del Movimento Giovanile delle Pontificie Opere Missionarie, ora Missio Giovani, la Chiesa italiana istituì la Giornata dei Missionari Martiri per ricordare tutti coloro che, ogni anno, perdono la vita mentre si dedicano senza riserve al servizio al prossimo. La data del 24 marzo fu scelta in modo simbolico, per sottolineare la fedeltà al Vangelo dimostrata da coloro che hanno sacrificato la propria esistenza nell’annuncio della Buona Novella, in condizioni spesso ostili e ingiuste, proprio come fu per mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador. L’impegno di mons. Romero a favore degli emarginati e degli oppressi, fu riconosciuto dal popolo salvadoregno, che lo onorò con il titolo di “Santo de America”. Il suo assassinio, perpetrato da mani collegate al governo, generò un culto popolare e suscitò un profondo movimento di preghiera e di impegno sociale.
Scie di luce…
In cammino verso il Giubileo del 2025, ricordiamo tanti compagni di viaggio che ci hanno preceduto e che rimangono come scie di luce a indicarci la strada da percorrere. La storia del martirio dei cristiani non si è mai interrotta dai tempi della Chiesa nascente fino ad oggi. Il Dicastero Vaticano per le cause dei santi ci aiuta a farne memoria. È stato riconosciuto dal Dicastero stesso il martirio di tre missionari saveriani, di cui si ricordano 60 anni dalla morte: Luigi Carrara (1933-1964), Giovanni Didonè (1930-1964) e Vittorio Faccin (1934-1964), a cui si aggiunge il sacerdote diocesano dell’allora Congo Belga, don Albert Joubert (1908-1964). Tutti e quattro vennero uccisi il 28 novembre 1964 nei pressi delle parrocchie in cui operavano, a Baraka e a Fizi, vittime della violenza dei Simba.
… dal Brasile
Erano più di mille i partecipanti alla marcia che ogni anno viene indetta per ricordare il missionario comboniano padre Ezechiele Ramin, ucciso a Cacoal, nello stato brasiliano di Rondònia, il 24 luglio 1985. Da 38 anni la comunità locale, nella domenica vicina al 24 luglio ricorda con questa marcia, che si conclude con la Messa, il giovane missionario che lottava per un’Amazzonia libera da ogni tipo di sfruttamento. Oggi l’istituto Ezechiele Ramin, a lui intitolato, produce sementi biologiche e forma i contadini ad una agricoltura senza l’impiego di agrotossici.
… dalla Francia
A sette anni dalla morte di don Jacques Hamel, ucciso sull’altare mentre celebrava l’Eucaristia a Saint Etienne, in Normandia (Francia) il 26 luglio 2016, quella piccola chiesa è diventata meta di pellegrinaggi. Per rispondere a questa esigenza è stato progettato un centro di accoglienza, con una mostra che ricorderà l’impegno di don Hamel per il dialogo interreligioso. La Federazione dei media cattolici francesi ha indetto un premio giornalistico intitolato al sacerdote ucciso, giunto alla sesta edizione, che premia i lavori che abbiano contribuito alla pace e al dialogo tra le religioni.
… dal Guatemala
Il 26 aprile 2023 la Chiesa del Guatemala ha fatto memoria del XXV anniversario dell’assassinio di mons. Juan José Gerardi Conedera, vescovo della diocesi di Verapaz e poi della diocesi di El Quiché. Mons. Gerardi venne ucciso nella notte tra il 26 e il 27 aprile 1998, due giorni dopo aver presentato pubblicamente le conclusioni della commissione che aveva raccolto le testimonianze di centinaia di vittime del conflitto armato interno in Guatemala, con l’obiettivo di iniziare un processo di guarigione, di pace, di giustizia e di riconciliazione.
… dalla Cambogia
La piccola comunità cattolica cambogiana ricorda ogni anno quanti hanno dato la vita per la fede in Cristo e sono «i semi e i padri» dei fedeli cambogiani di oggi: oltre 3.000 cattolici, accompagnati da vescovi, sacerdoti e religiosi del Vicariato apostolico di Phnom-Penh, della Prefettura apostolica di Battambang e della Prefettura apostolica di Kampong-Cham, hanno partecipato anche nel 2023 alla celebrazione eucaristica in suffragio delle vittime della guerra civile, sotto il regime di Pol Pot. La celebrazione si è svolta a Tang Kok, luogo dove il vescovo Joseph Chhmar Salas (Preah Meada, 21 ottobre 1937 – Tang Kok, settembre 1977) ha celebrato l'Eucarestia fino alla sua morte. Per il vescovo Salas e i 34 compagni, preti, laici, catechisti, missionari, la Chiesa cambogiana ha ufficialmente aperto nel 2015 la fase diocesana del processo di beatificazione.
… dal Mozambico
«I Servi di Dio don João de Deus Kamtedza e don Silvio Alves Moreira sono stati buoni pastori, hanno sofferto con il loro popolo, hanno sempre cercato la pace e la riconciliazione. Hanno messo le loro qualità umane e spirituali al servizio di Dio e degli uomini, vivendo il loro ideale missionario» ha sottolineato Diamantino Guapo Antunes, IMC, Vescovo di Tete (Mozambico), nell'omelia della Messa di chiusura della fase diocesana del processo di beatificazione dei due sacerdoti gesuiti noti come i “Martiri di Chapotera”. La cerimonia si è tenuta il 12 agosto 2023, presso il Santuario diocesano di Zobuè, nella diocesi di Tete, con la partecipazione di centinaia di cattolici provenienti da tutte le parrocchie della diocesi. I due gesuiti, uno mozambicano e l’altro portoghese, furono assassinati il 30 ottobre 1985 nei pressi della residenza missionaria di Chapotera, missione di Lifidzi, in Angónia (Mozambico), nel contesto della guerra civile che ha insanguinato il popolo del Mozambico e le comunità cattoliche in particolare.
… dalla Nigeria
Il quinto Congresso missionario nazionale della Nigeria, tenutosi a novembre, ha avuto per tema “Non temere, perché io sono con te” (Isaia 41,10), ispirato alla condizione che vive il paese, dove molti vivono nella paura. Il vescovo di Yola, Stephen Dami Mamza, ha incoraggiato tutti a continuare a diffondere e testimoniare il Vangelo nonostante le prove complesse che attraversa il paese, ricordando sempre che «non dobbiamo temere, perché il Signore è con noi fino alla fine dei tempi». Nella risoluzione finale si legge: «Il Congresso ha avuto come scopo quello di ricordare ad ogni cristiano la responsabilità missionaria di ogni battezzato, nonostante le prove che ciò comporta; il tema del congresso è stato un chiaro appello a rimanere saldi, anche in mezzo alle persecuzioni, alle minacce alla vita».
…dall’Italia
Nel trentesimo anniversario della tragica morte di don Pino Puglisi, avvenuta il 15 settembre 1993 a Palermo (Italia), per mano della mafia, innumerevoli sono state le celebrazioni e le manifestazioni per ricordare il suo impegno e ravvivare la sua opera.
Il 5 ottobre 2003, venne uccisa nell’ospedale di Borama, in Somalia, la missionaria laica Annalena Tonelli. Nel 2023, in occasione del ventennale della sua morte, tante manifestazioni, celebrazioni e convegni, in Italia e in Africa, ne hanno ricordato il pensiero e l’opera. «Scelsi di essere per gli altri, i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati, che ero bambina e così sono stata e confido di continuare fino alla fine della mia vita. Volevo seguire solo Gesù Cristo. Null'altro mi interessava così fortemente: Lui e i poveri in Lui» così Annalena, nata a Forlì nel 1943, raccontò la sua scelta missionaria tra i poveri dell'Africa, dov’era approdata nel 1969. Venti anni dopo la sua morte, Annalena è ancora viva nel cuore e nello spirito di tanti che l’hanno conosciuta, come nelle opere di assistenza sanitaria da lei fondate in una zona poverissima del Kenya.
ANNA MARIA GELLINI