L'incenso
2024/12, p. 36
Sono una resina ottenuta dall’incisione del tronco di diverse specie della famiglia delle burseracee, che crescono in Africa Orientale.....
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Testimoni
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L’incenso
«Come incenso salga a te la mia preghiera»
(Sa1141,2)
Sono una resina ottenuta dall'incisione del tronco di diverse specie della famiglia delle burseracee, che crescono in Africa Orientale. Sono uno dei prodotti più tipici ed apprezzati di quelle terre, e porto con me una storia di contraddizioni che abbracciano i punti più elevanti e i più sconsolanti, ai quali può giungere la condizione umana.
Mi sento sommamente onorato quando le nuvole profumate che produco sono usate per esprimere slanci verso l'alto. La Bibbia mi considera infatti il simbolo e l'accompagnamento della preghiera che permette ai desideri umani di innalzarsi come profumo gradito al cospetto di colui che può esaudirli: «Come incenso salga a te la mia preghiera» (Sal 141,2).
Un tempo non troppo lontano il mio profumo era assai conosciuto dai fedeli che solevano frequentare le chiese nelle solennità, quando il mio fumo riempiva gli spazi dell'ambiente sacro con le sue ampie volute, che si dilatavano e si innalzavano quasi a sorreggere i cuori nel loro slancio verso l'Altissimo.
Oggi i più mi incontrano al termine di una cerimonia funebre, quando il feretro viene appena sfiorato da timide nuvolette provenienti dall'incerto fuoco di un turibolo. E mi rallegro di rendere omaggio ad un corpo battezzato che è stato ed è indelebilmente santificato dalla presenza dello Spirito Santo, fuoco divino capace di purificare da ogni sozzura, profumo rasserenante della presenza del mondo della risurrezione.
Mi rattristo, però, quando le mie allusive nuvolette, composte da parole avvolgenti e plaudenti, sono usate non tanto per innalzare nell'adorazione, ma per abbassare nell'adulazione, non per onorare l'Altissimo, ma per accaparrarsi i favori degli alti papaveri del momento, non per riconoscere la verità, ma per nasconderla in fumose volute di involute locuzioni, che blandiscono orgoglio e vanità.
Eppure, mi sento ancor più umiliato quando vengo bruciato dai fatui cultori dell'Io, che incensano se stessi, dai narcisisti che si pongono in alto, tanto in alto che qualsiasi cosa facciano sembrano dire: «O Dio, tu sei il mio Dio, dall'aurora ti cerco».
E mi rende tristissimo il pensare che, se un tempo un cristiano che rifiutava di bruciare un grano d'incenso all'imperatore, dava un segno di coraggio che poteva costare la vita, oggi mi vedo bruciato a quintali davanti a futili divinità che dicono nello stesso tempo la vacuità degli umani desideri e la fiacchezza di una fede che si illanguidisce ed è destinata ad un futuro incerto. Perché una fede per la quale non si è più disposti a morire, non ha neppure la forza di sostenere le ragioni del vivere.
Non mi resta che affidarmi alle mani di coloro che, con cuore da bambini, si uniscono al corteo dei Magi che vengono dalle terre ove sono cresciuto, portando il mio dono riservato a Colui che merita l'oro dell'adorazione essendo l'Onnipotente e la mirra della riconoscenza per il suo ineguagliabile Amore.
PIER GIORDANO CABRA