Non giudicare e ricordati di amare sempre
2024/11, p. 38
Emiliano Antenucci, cappuccino, rettore del Santuario della Vergine del Silenzio di Avezzano (AQ) ci ofre un testo lucido, concreto e profondo sul tema del giudizio. Ogni capitolo si chiude con una traccia per la meditazione personale.
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Testimoni
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Emiliano Antenucci
Non giudicare
e ricordati di amare sempre
Città Nuova Editrice, Roma 2024 – pp. 112, € 15,90
Emiliano Antenucci, cappuccino, rettore del Santuario della Vergine del Silenzio di Avezzano (AQ) ci offre un testo lucido, concreto e profondo sul tema del giudizio. Ogni capitolo si chiude con una traccia per la meditazione personale.
Attraverso riflessioni e approfondimenti, collegati con la Parola di Dio e con molteplici testimonianze, p. Antenucci accompagna il lettore a comprendere come giudicare male sia sempre una mancanza d’amore, poiché equivale a ignorare il cuore, la storia e il mondo di un’altra persona: «Il giudizio è un esercizio di potere, un abbassare l’altro per esaltare se stessi. Il giudizio è un veleno tossico che inquina il nostro cuore e getta fango nella vita di chi giudichiamo. Giudicare è come uccidere una persona con l’arma potentissima della lingua» (pag. 9).
Tutti noi siamo chiamati a guardare gli altri con la consapevolezza responsabile che «ogni persona è una storia d’amore, uno dei volti di Dio, polvere di stelle, miseria e nobiltà, terra e cielo, fango e divinità, bestia e angelo, capace di Dio e del male. Siamo stati sognati, desiderati, disegnati, progettati, amati, voluti dall’eternità» con un grande dono: la libertà.
ANNA MARIA GELLINI
«Abbiamo diviso l’umanità in buoni e in cattivi,
i buoni siamo e noi e i cattivi sono gli altri».
Il testo evidenziato è per lo strillo di presentazione