Chiaro Mario
Con tutta l'angoscia del mio cuore di sposa. Questo ascensore è vietato agli ebrei
2024/10, p. 43
ODOARDO FOCHERINI VISTO CON GLI OCCHI DELLA SUA FAMIGLIA

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Testimoni
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Maria Marchesi
Con tutta l’angoscia del mio cuore di sposa
EDB, Bologna 2018, pp. 88, € 8,00
Olga Focherini
Questo ascensore è vietato agli ebrei
EDB, Bologna 2015, pp. 144, € 12,00
Odoardo Focherini visto con gli occhi della sua famiglia
In vista del Giubileo 2025, la riedizione di due volumi a cura delle EDB ci sprona a non dimenticare questa grande figura di giornalista, padre di sette figli. Per la sua attiva partecipazione a una rete clandestina di soccorso degli ebrei perseguitati subisce la deportazione in un campo di lavoro nazista dove trova la morte, assistito da Teresio Olivelli, un altro martire della Resistenza cattolica italiana. Focherini oggi è ricordato come giusto fra le nazioni e beato della Chiesa. Con tutta l’angoscia del mio cuore di sposa è il volume che raccoglie le ventidue brevi e inedite lettere della moglie Maria Marchesi inviate con la speranza che il suo «Carissimo Odoardo» potesse stringerle tra le sue mani e tornare a casa. La frase diventata titolo della raccolta (pp. 41-43) esprime pienamente la spiritualità evangelica coltivata da Maria nell’attesa del ritorno dello sposo: «La bella fiducia che avevo è un po’ scossa per questo prolungarsi oltre il previsto della tua assenza e a volte ho dei momenti di scoramento, direi quasi di ribellione […]. Più ci penso e meno trovo di che cosa ti si possa rimproverare e vorrei parlare con chi ha la tua causa in mano per gridarglielo forte, con tutta l’anima, tutta l’angoscia del mio cuore di sposa che si vede così ingiustamente privata del suo sostegno, con tutta la pena di mamma che vede privati i suoi sette piccoli del loro aiuto, del loro appoggio […]. È vero che non siamo soli, che Dio è con noi». Il secondo volume, intitolato Questo ascensore è vietato agli ebrei contiene i ricordi della figlia primogenita Olga. La prefazione è del famoso artista con radici ebraiche Moni Ovadia, che invita a leggerlo con queste parole: «In esso si capisce, come in pochissime altre opere, cosa significhi essere un giusto fra le genti. Si capisce come l’urgenza di tendere la mano al prossimo perseguitato non nasca da uno status di eccezionalità ma piuttosto da un impulso di insopprimibile umanità. Anche in un contesto affettivo familiare forte che non ceda alla tentazione dell’egoismo […] Olga, la figlia di ‘Odo’, con caparbia passione ha voluto farsi depositaria del suo sconvolgente epistolario per guidarci nell’esemplare vicenda di un padre normale, un giusto che deve trovare un posto nella memoria di tutti noi, normalmente».
MARIO CHIARO