Modino Luis Miguel
CAMMINI DI SINODALITÀ
2024/10, p. 14
«Questo Sinodo non vuole essere un evento isolato», perché «la sinodalità è costitutiva della Chiesa».

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OSSERVATORIO LATINO-AMERICANO
Cammini di sinodalità
«Questo Sinodo non vuole essere un evento isolato»,
perché «la sinodalità è costitutiva della Chiesa»
L’Assemblea della Conferenza Ecclesiale dell’Amazzonia (Ceama), che si è tenuta a Manaus (Brasile) dal 23 al 26 agosto 2024, ha affrontato il processo sinodale in corso e il contributo di Ceama e Repam alla Seconda Sessione dell’Assemblea sinodale. Un processo che secondo Agenor Brighenti è un momento speciale nella Chiesa, visto che «su iniziativa di papa Francesco, stiamo operando il passaggio dal Sinodo dei vescovi a una Chiesa sinodale».
La sinodalità: uno stato permanente dell’essere
A suo avviso, «questo Sinodo non vuole essere un evento isolato», perché «la sinodalità è costitutiva della Chiesa, è uno stato permanente di tutta la Chiesa che è», cercando di «attuare una Chiesa di comunione e partecipazione per la missione, nella corresponsabilità di tutti i battezzati».
Per il teologo brasiliano, l’obiettivo è quello di recuperare un principio che regnava nella Chiesa del primo millennio: «ciò che riguarda tutti deve essere discernito e deciso da tutti». Brighenti parla di eventi paradigmatici, come la Costituzione apostolica Episcopalis communio, che dice che il Sinodo dei vescovi deve essere «un canale proporzionato più all’evangelizzazione del mondo di oggi, che all’autoconservazione della Chiesa», che esige che il popolo di Dio ascolti.
In secondo luogo, il Sinodo per l’Amazzonia, con il suo ampio processo di ascolto, la partecipazione di non vescovi, anche donne, ha un suo Documento finale ufficiale. Insieme a ciò, la Prima Assemblea Ecclesiale ha promosso un processo di partecipazione dal basso, a partire dalle Chiese locali, avendo i vescovi come membri dell’Assemblea e non un’istanza che si sovrapponga ad essa. L’attuale Sinodo ha iniziato il processo dal basso, poi nelle assemblee continentali, nell’Assemblea sinodale e nel ritorno alle Chiese locali. Il tutto nell’ambito del processo, con diritto di voto per tutti i membri, comprese le donne.
Ha anche evidenziato come eventi provvidenziali la Conferenza di Aparecida, che riprende il Vaticano II, e l’elezione di papa Francesco, che fa rivivere il Vaticano II e nell’Evangelii Gaudium universalizza Aparecida, promuovendo una Chiesa sinodale. Prima di ciò, come eventi sorgente, il Vaticano II, che supera una Chiesa di cristianità, e la Conferenza di Medellín, che promuove una nuova evangelizzazione, avendo nelle comunità ecclesiali di base «la cellula iniziale della struttura ecclesiale», una Chiesa povera per i poveri.
Gesù non è venuto per una visita veloce
Birgit Weiler, ha affrontato la questione dei luoghi nell’Instrumentum laboris del Sinodo, valorizzando il loro rapporto con la cultura e i contesti, che ci porta a parlare di incarnazione, seguendo l’azione di Gesù, che si è fatto uno di noi, «Gesù non è venuto per una visita veloce, è entrato in un contesto e da lì ha annunciato il Regno di Dio».
Secondo i religiosi, la sinodalità richiede esperienze che mostrino che dare importanza al luogo non significa cedere al particolarismo o al relativismo, evidenziando la pluralità delle manifestazioni di Dio e un’unità che non è uniformità, poiché cattolica è unità nella diversità. Allo stesso modo, ha sottolineato che la diversità non è una minaccia per il cattolicesimo, ma un arricchimento. Questo perché, seguendo quanto detto a Querida Amazonía, non esiste un unico modello culturale per il cristianesimo.
Una delle conseguenze della globalizzazione è la grande mobilità umana, qualcosa di presente in Amazzonia, che porta a dire che il luogo non può più essere inteso in termini puramente geografici e spaziali, è una rete di relazioni. Allo stesso modo, l’importanza del mondo virtuale, qualcosa di molto presente nel mondo urbano. Weiler ha riflettuto sul posto della Chiesa locale come spazio di articolazione e sulla necessità di individuare percorsi da seguire e di dare risposte nelle Chiese locali e nel loro rapporto con il Vescovo di Roma, presentando il Ceama come «una scuola di sinodalità».
Chiamata al rinnovamento del Popolo di Dio
Le implicazioni del Sinodo sulla sinodalità per l’Amazzonia, basato sull’Instrumentum laboris, sono, secondo la presidente della Confederazione dei religiosi dell’America Latina e dei Caraibi, Liliana Franco, una scoperta della chiamata fatta alla gioia e al rinnovamento del popolo di Dio, ad imparare dalla realtà riletta dalla Parola, Tradizione, testimonianze ed errori. I fondamenti sarebbero la Chiesa come Popolo di Dio come sacramento dell’unità, il senso condiviso della sinodalità, l’unità come armonia nelle differenze, l’essere sorelle e fratelli in Cristo in una rinnovata reciprocità, la chiamata alla conversione e alla riforma.
Accanto a ciò, Liliana Franco evidenzia l’esistenza di relazioni di solidarietà, a partire da una conversione relazionale, e di itinerari di formazione, discernimento, decisione e trasparenza. Da qui nasce una formazione integrale e condivisa, con testimoni, uomini e donne, capaci di assumere la missione della Chiesa nella corresponsabilità e nella cooperazione con la forza dello Spirito, in una continua conversione di atteggiamenti, relazioni, mentalità e strutture, che porta a vedere l’Eucaristia come luogo fondamentale di formazione alla sinodalità, la famiglia come luogo di educazione alla fede e di pratica cristiana e la necessità di un dialogo intergenerazionale.
Il discernimento dall’ascolto e dalla Parola di Dio
La presidente della CLAR, sulle caratteristiche della formazione, afferma che non deve essere puramente teorica, con esperienze di vita, integrale, accompagnata, incarnata nelle culture e che incorpori la cultura digitale, per la quale ha presentato una serie di proposte. Si tratta di cercare nuove strade, di sapere che il discernimento implica la condivisione in prospettiva della missione comune ed è per questo che il discernimento si articola in comunione, partecipazione e missione. Il riferimento di ogni discernimento è l’ascolto della Parola di Dio, sapendo che il discernimento non è una tecnica, è una pratica che qualifica la vita e la missione della Chiesa.
Da lì sottolinea che Dio parla in molti modi e ci sono diversi livelli di discernimento, sapendo che è qualcosa che richiede disposizioni, formazione, criteri teologici e metodologie sinodali, per ampliare gli scenari di partecipazione. Le decisioni devono essere conformi alla volontà di Dio, rispettando e valorizzando ogni membro, in vista di una decisione sinodale condivisa, che risponda a ciascun contesto, con l’effettiva partecipazione delle donne ai processi di elaborazione e di decisione, con trasparenza, responsabilità, valutazione, in vista della trasparenza, che risale alla Chiesa apostolica, per non alimentare il clericalismo.
Incoraggiandoci al radicalismo
Proseguendo la conversazione nello Spirito, i partecipanti sono stati invitati a chiedersi chi siamo, tenendo conto di ciò che dice il Documento finale del Sinodo per l’Amazzonia sull’organizzazione di un organismo ecclesiale che attui il Sinodo e promuova l’integralità ecologica, e la Querida Amazonia, in vista della partecipazione di tutti gli attori ecclesiali e della società civile, dove sono stati forniti i dettagli per la creazione e il funzionamento del Ceama, in una struttura flessibile e adattabile, che configura un organismo partecipativo, con un obiettivo chiaro. Da lì sono stati invitati a rispondere a come il Ceama possa essere fonte di speranza e di vita nel cammino delle chiese dell’Amazzonia.
Un percorso che papa Francesco sostiene e incoraggia, come ha notato il prefetto del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, il cardinale Michael Czerny, che è stato presente all’Assemblea del Ceama per ascoltare, accompagnare e rappresentare papa Francesco, mostrando la sua gioia di partecipare. In una messa in cui sono stati ricordati i martiri dell’Amazzonia, ha detto che celebriamo le feste dei martiri «per incoraggiarci al radicalismo». Affermando che «non siamo obbligati a imitarli, perché ognuno ha risposto alla sua situazione secondo lo Spirito, ma tutti hanno in comune la radicalità della fede, e questo è qualcosa che siamo obbligati a imitare», chiedendo l’intercessione di San Bartolomeo per concederci la grazia del radicalismo.
LUIS MIGUEL MODINO