Martinelli Paolo
Il cristianesimo comincia come incontro e invito a stare con Gesù
2024/1, p. 24
Nella sua prima lettera pastorale, come Vicario Apostolico dell’Arabia Meridionale dal 2022, mons. Paolo Martinelli riflette sul tema della vita come vocazione.

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Testimoni
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LA VITA È UNA VOCAZIONE
Il cristianesimo comincia come incontro
e invito a stare con Gesù
Nella sua prima lettera pastorale,
come Vicario Apostolico dell'Arabia Meridionale dal 2022,
mons. Paolo Martinelli riflette sul tema della vita come vocazione<p> Sintesi a cura di Mario Chiaro. <p/>.
1. Un incontro
Cari fratelli e sorelle, mi rivolgo a voi con questa lettera pastorale a più di un anno dalla mia nomina e dopo aver compiuto la mia prima visita pastorale a tutte le parrocchie del Vicariato Apostolico dell'Arabia Meridionale. Oltre a condividere con voi alcune riflessioni sui miei incontri, vorrei attirare la vostra attenzione su un aspetto fondamentale della vita cristiana, che troviamo già nelle prime pagine dei Vangeli.
Il primo incontro: Giovanni e Andrea.
Leggiamo il Vangelo di san Giovanni. Nel primo capitolo, dopo il maestoso prologo, che descrive il mistero di Dio e l'incarnazione del Figlio che ci rivela la vita divina (Gv 1,1-18), troviamo una storia molto semplice che ci ricorda l’essenza del cristianesimo. All'inizio del cristianesimo c'è la grazia dell'incontro. «Il giorno dopo Giovanni si trovava di nuovo con due dei suoi discepoli e, mentre guardava Gesù passare, esclamò: "Ecco, ecco l'Agnello di Dio!" I due discepoli lo sentirono dire questo e seguirono Gesù. Quando Gesù si voltò e li vide seguire, disse loro: "Che cercate?" Gli dissero: "Rabbì, dove abiti?". Disse loro: “Venite e vedete” (Gv 1,35-39)». […] Gesù si accorge di essere seguito; si volta e chiede: "Cosa cercate?". Probabilmente un po' sorpresi da questa domanda, i discepoli gli rispondono semplicemente: Maestro, dove abiti? Invece di fare domande su Dio o sui grandi cambiamenti del mondo, gli chiedono semplicemente dove ha vissuto. […] Questo rapporto continuerà fino alla fine della vita di Gesù. I due discepoli dovettero essere così felici e sorpresi da quell’incontro e dall'aver visto la casa di Gesù che San Giovanni, quando scrisse questo Vangelo alla fine della sua vita, da vecchio, ricorda ancora anche il tempo in cui accadde: «erano circa le quattro del pomeriggio» (Gv 1,39) […]
Un incontro che continua sulle orme di sant'Areta e dei suoi compagni
[...] Anche a noi è arrivato questo incontro con Gesù, che ci ha chiamato e ci ha invitato a seguirlo. Anche a noi Gesù ha detto: Venite e vedrete! Come ci ha raggiunto Gesù? Attraverso la Chiesa, la testimonianza dei cristiani, attraverso la comunità cristiana, guidata dai vescovi successori degli apostoli, dai sacerdoti e dai diaconi, attraverso le persone consacrate, e tutti i cristiani che hanno testimoniato la bellezza dell'incontro con Gesù. La fede cristiana ci ha raggiunto attraverso i nostri genitori e amici. Il Vangelo è arrivato nelle nostre terre d'origine. Il Vangelo raggiunse le terre dell'Arabia. San Paolo ci ricorda già nelle sue lettere che venne in Arabia dopo aver incontrato Gesù sulla via di Damasco (Gal 1,17). Quest’anno celebriamo il giubileo, insieme al Vicariato Apostolico dell’Arabia Settentrionale, commemorando il 1500° anniversario del martirio di sant’Areta e dei suoi compagni a Najrān. Questa città fu sede di una delle più grandi comunità cristiane dei primi secoli. Najrān si trovava nell'antico Yemen, attualmente si trova in Arabia Saudita […] Nel corso dell’anno avremo l'opportunità di approfondire la persona e l'esempio di questi santi martiri.
2. La Chiesa: un popolo di battezzati
Un solo Battesimo
Come diventiamo permanentemente partecipi della vita divina? La vita divina entra in noi attraverso il battesimo e si nutre dell'ascolto della Parola di Dio. Cresce attraverso i sacramenti, in particolare l'Eucaristia e la riconciliazione. La fede cresce se viviamo intensamente la vita della comunità cristiana in tutti i suoi aspetti. Siamo tutti battezzati e formiamo un solo popolo, il popolo di Dio che vive in Arabia. Essere chiesa significa essere chiamati a camminare insieme. L'anno scorso ho visitato tutte le nostre parrocchie negli Emirati Arabi Uniti e in Oman. A causa del conflitto in corso non ho ancora potuto andare nello Yemen. Sono però in costante contatto con le suore Missionarie della Carità e il loro sacerdote, che si prende cura anche dei fedeli. Ringrazio Dio per aver potuto incontrarvi e poter apprezzare la ricchezza delle diverse tradizioni culturali e spirituali presenti nelle nostre parrocchie. Siamo un'unica Chiesa fatta di migranti provenienti da tanti paesi con lingue e riti diversi. Ma non dobbiamo dimenticare che la nostra Chiesa ha origine dal primo incontro tra Gesù e i suoi primi discepoli. Questo incontro, capace di cambiare la vita, si è sviluppato nei nostri paesi e ha dato origine a numerose chiese locali. Le nostre lingue sono diverse, ma abbiamo la stessa fede cattolica. Abbiamo tradizioni spirituali diverse, ma formiamo un solo corpo; siamo membra dell'unico corpo di Cristo, chiamati a testimoniare tutto l'amore di Dio. […]
Comunità linguistiche e Chiesa unita
Per questo chiedo a tutte le comunità linguistiche di essere, innanzitutto, espressione della vicinanza della Chiesa a tutti i fedeli perché tutti dobbiamo aiutarli a integrarsi nella Chiesa. Allo stesso modo chiedo alle comunità di essere una vera introduzione per tutti i fedeli all'unità della parrocchia e all'unità della Chiesa. Abbiamo in comune le cose più essenziali: la stessa fede cristiana e lo stesso battesimo. Accogliamoci sempre con amore sincero. Ognuno è portatore di un dono che deve essere condiviso con gli altri. Nella nostra professione di fede diciamo: credo alla Chiesa “una” e “santa”! Pertanto formiamo un solo corpo per essere santi […]
3. La vita come vocazione
[…] Per Giovanni, Andrea, Pietro, Filippo, Matteo e tutti gli altri discepoli la vocazione era una cosa concreta legata a un evento: l'incontro con Gesù. La parola vocazione ha la sua radice nella parola “chiamare”. Gesù ci chiama a essere cristiani, a essere discepoli e testimoni […]
Matrimonio e famiglia
Figura fondamentale della vita cristiana è la famiglia fondata sul matrimonio tra l'uomo e la donna. Il matrimonio è un sacramento; è una vocazione perché gli sposi hanno il compito di esprimere, pur nei limiti della condizione umana, l'amore tra Cristo e la Chiesa per tutto il popolo di Dio (Amoris laetitia, 72). Il marito e la moglie non devono mai dimenticare che il loro amore è consacrato a Dio. Sono chiamati ad essere segno dell'amore di Dio per i loro figli e per l'intera comunità. È compito dei genitori e della famiglia accogliere i figli come doni di Dio, trasmettere loro la fede cristiana e aiutarli a trovare la loro vocazione.
Vita consacrata
Nella Chiesa ci sono anche altre forme essenziali di vita cristiana in cui realizzare la propria vocazione. Penso innanzitutto alla vita consacrata. Gesù chiama tanti uomini e donne a seguirlo vivendo in castità, povertà e obbedienza, cercando cioè di imitare la vita di Gesù. modo di vivere. Visse sulla terra casto, povero e obbediente. L'obbedienza cristiana è la 'libertà' di cercare Dio e seguire i suoi progetti; la povertà evangelica è la ‘libertà’ di riporre la speranza in Gesù senza appesantire la vita con preoccupazioni che soffocano il cuore; la castità è la “libertà” di amare gli altri gratuitamente, senza cercare il proprio guadagno. Così visse Gesù […] Quante persone consacrate sono state, e continuano anche oggi, la loro vita di testimonianza, nel nostro Vicariato Apostolico! Molti sono impegnati nelle nostre scuole e nella pastorale delle parrocchie. Ricordo anche le Suore Missionarie della Carità che nello Yemen hanno testimoniato l'amore di Cristo fino al dono della vita […]
Sacerdozio ministeriale
Penso, infine, alla vocazione al sacerdozio ministeriale: dare la vita impegnandosi a essere ministro del Vangelo, pastore e maestro nella comunità cristiana. Nel nostro Vicariato Apostolico molti sacerdoti appartengono ad ordini religiosi, in particolare all'ordine dei Cappuccini, che da secoli è impegnato per ordine della Santa Sede a prendersi cura di questa porzione del popolo di Dio in Arabia. Ci sono anche sacerdoti incardinati nel Vicariato Apostolico che servono i fedeli migranti presenti nel nostro Vicariato in modo permanente e stabile […]
4. Chiamati a essere testimoni
Desideriamo dare il nostro contributo alla buona vita di tutti. In particolare, vogliamo coltivare e approfondire i rapporti con tutte le persone di buona volontà, di altre fedi e religioni, come ci invita a fare papa Francesco, per costruire insieme un mondo più umano e fraterno in vista del Regno dei cieli. Pochi mesi fa, come sapete, è stata inaugurata ad Abu Dhabi la Casa della Famiglia Abramitica, che affonda le sue radici nel documento sulla Fraternità umana firmato da papa Francesco e dal Grande Imam di Al Azhar, Sheikh Ahmed El-Tayeb. Si tratta di una struttura con tre luoghi di culto: una Moschea, una Sinagoga e una Chiesa dedicata a San Francesco d'Assisi. È un'ottima occasione per coltivare buoni rapporti con i fedeli delle altre religioni e per dare la nostra testimonianza di una vita buona, promuovendo la pace e la giustizia. Invito tutte le parrocchie a collegarsi con questo centro, organizzando incontri, soprattutto per i giovani. La nostra vocazione alla santità passa sempre attraverso il dialogo e il confronto con tutte le persone di buona volontà. Sant'Areta e i suoi compagni martiri ci aiutino a vivere questo cammino cristiano e questa testimonianza. Possano il loro esempio e il loro coraggio aiutarci ad essere autentici testimoni di pace e di riconciliazione in terra d'Arabia. Nostra Signora d'Arabia, intercedi per noi!
Con le mie benedizioni,
vescovo PAOLO MARTINELLI OFM Cap.
Vicario Apostolico dell'Arabia Meridionale
Abu Dhabi, 25 settembre 2023