Morgante Patrizia
Comunicare la vita religiosa: un impegno per il futuro
2024/1, p. 11
«Comunichiamo il cuore della vita religiosa femminile. Condividiamo la nostra spiritualità, carisma e missione così come il nostro impegno per costruire un mondo più fraterno, giusto e pacifico, in particolare con le persone più vulnerabili» (Vision del progetto «Comunicare la Vita religiosa»).

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MISSIONE DELLA COMUNICAZIONE
Comunicare la vita religiosa:
un impegno per il futuro
«Comunichiamo il cuore della vita religiosa femminile. Condividiamo la nostra spiritualità, carisma e missione così come il nostro impegno per costruire un mondo più fraterno, giusto e pacifico, in particolare con le persone più vulnerabili» (Vision del progetto «Comunicare la Vita religiosa»).
Dal 27 novembre al 4 dicembre 2023 si è svolto online il primo Incontro Internazionale della Comunicazione per la Vita religiosa. Questo incontro è il frutto di un sogno nato insieme all’Ufficio Comunicazione della UISG (Unione Internazionale Superiore Generali) nel settembre 2015: far incontrare le persone, consacrate e laiche, che vivono la missione della comunicazione in uno dei quasi 2000 istituti di vita religiosa nel mondo. Quella della comunicazione è una missione complessa che possiamo vivere solo insieme, in rete e in collaborazione. Una settimana di eventi intorno a tre nuclei strategici, decisi da un gruppo di comunicatrici in un processo di intelligenza collettiva vissuto attraverso la piattaforma Delibera: Formazione, Networking, Cambiamento.
Tre obiettivi strategici
Formazione: sono stati proposti 13 workshop tematici ai quali hanno partecipato più di 1000 persone (religiose e laiche), con una media di 200 persone a workshop. I temi, anche, sono stati scelti da un gruppo di circa 70 comunicatrici che hanno preso parte al processo collettivo di costruzione dell’Incontro attraverso Delibera. Sappiamo che uno dei punti deboli, in questo ambito, è la mancanza di una formazione specifica delle persone che si occupano di comunicazione. Questi workshop sono stati pensati come momenti che consentiranno alle comunicatrici ed ai comunicatori di rafforzare e aggiornare le proprie competenze in materia di comunicazione della vita religiosa approfondendo temi come la cultura digitale, il discernimento digitale, il piano strategico, la comunicazione digitale, l’etica della comunicazione. Il valore aggiunto è anche il confronto intercongregazionale con altre sorelle e laiche che condividono la stessa missione.
Networking: lavoro di rete. Il processo di organizzazione dell’intera settimana è stato partecipativo e ci ha viste protagoniste nell’ascolto e nel confronto reciproco. Creare rete tra coloro che vivono la missione della comunicazione è essenziale per imparare le une dalle altre e per collaborare nella comunicazione del cuore della vita religiosa. Fare rete per abitare la rete. Nella settimana di eventi, due giorni sono stati riservati al confronto e dialogo tra le comunicatrici allo scopo di delineare insieme le priorità per i prossimi anni. Queste giornate hanno dato vita alla «Dichiarazione finale» che trovate più avanti nell’articolo.
Cambiamento: formarci e essere in rete senza provocare un cambiamento nella cultura della comunicazione nella vita religiosa sarebbe stato poco efficace. Siamo certe che il grande desiderio di comunicare la buona notizia si trasformi in un impegno concreto delle congregazioni femminili verso una comunicazione più professionale e una missione della comunicazione riconosciuta a tutti i livelli. Speriamo vivamente che in tutti gli Istituti ci siano missionarie e missionari digitali. A questo scopo sono state organizzate 3 tavole rotonde alle quali hanno partecipato più di 500 persone. «La cultura digitale, quindi, non è tanto un’area distinta della missione, quanto una dimensione cruciale della testimonianza della Chiesa nella cultura contemporanea. Per questo riveste un significato particolare in una Chiesa sinodale.
I missionari sono sempre partiti con Cristo verso nuove frontiere, preceduti e spinti dall’azione dello Spirito. Oggi tocca a noi raggiungere la cultura attuale in tutti gli spazi in cui le persone cercano senso e amore, compresi i loro telefoni cellulari e tablet».
Sisters Communicate: una mappatura parziale della comunicazione
Uno dei frutti dell’incontro, oltre alla Dichiarazione finale, è stata la pubblicazione Sisters Communicate (le suore comunicano): il testo raccoglie i risultati di una ricerca effettuata dalla UISG su più di 300 congregazioni su organizzazione e risorse per la comunicazione digitale. Con piacere riscontriamo l’aumento delle congregazioni che, più o meno formalmente, hanno un ufficio di comunicazione (spesso composto da una sola persona) e che, quindi, riconoscono che, saper raccontare bene il proprio carisma e missione, è importante tanto quanto aprire comunità e presenze in nuovi luoghi. Se non comunichiamo, non esistiamo; può essere un po’ crudo ma è ciò che viviamo con la rivoluzione digitale e social. Sono emerse chiaramente delle sfide comuni dalla ricerca:
1. la mancanza di una cultura della comunicazione in generale, e digitale in particolare nella vita consacrata; a fronte, però, di un desiderio grande di abitare nuovi spazi per portare la buona notizia del Vangelo;
2. un timore verso il nuovo, in particolare i social media e la realtà digitale: atteggiamento che nasce da una mancanza di conoscenza e consapevolezza di questo nuovo paradigma, insieme a una sorta di pigrizia generazionale da parte delle persone più grandi nelle congregazioni;
3. un gap generazionale tra una leadership a prevalenza analogica e una base di sorelle nate e cresciute in un contesto completamente digitale e virtuale.
Si legge nell’introduzione della pubblicazione: «Negli ultimi anni, l’interesse per la voce delle religiose è andato aumentando, così come l’investimento delle stesse congregazioni religiose femminili nella comunicazione interna ed esterna. Oggi la vita religiosa è più consapevole di quanto la comunicazione digitale sia una missione in sé, e che fare missione implica anche saperla comunicare bene e nei luoghi appropriati. Ogni missione o progetto richiede una dimensione comunicativa da curare; comunicare è una competenza trasversale che va tenuta in considerazione e inserita nei percorsi formativi. Possiamo dire che oggi le religiose sono più visibili nell’arena pubblica della stampa cattolica (c’è ancora molto lavoro da fare per quella laica), e sono sempre più numerose le suore che scrivono in prima persona, passando da essere ‘oggetti’ dell’informazione, a protagoniste della propria parola e immagine pubblica».
Un impegno per i prossimi anni
Qui di seguito pubblichiamo la Dichiarazione finale del Primo Incontro Internazionale della Comunicazione per la Vita Religiosa, dal titolo «Insieme per una Comunicazione Digitale ed Evangelica efficace: un impegno per i prossimi anni».
MISSIONARI E MISSIONARIE DIGITALI – CI IMPEGNIAMO A:
Rafforzare la consapevolezza che il paradigma nel quale viviamo, come società e come Chiesa, è digitale: questo influenza tutte le dimensioni della nostra vita, non solo la comunicazione nei social media. Riconosciamo che la comunicazione è una missione della vita religiosa alla quale lo Spirito Santo ci spinge nella Chiesa per l'annuncio del Vangelo. Avere dei missionari e delle missionarie digitali in ogni istituto per creare comunione e ponti di dialogo nel sesto continente, quello digitale
MISSIONE DELLA COMUNICAZIONE – CI IMPEGNIAMO A:
Professionalizzare la comunicazione, investendo risorse umane e finanziarie. Disegnare un’organizzazione della comunicazione interna ed esterna che sia efficace, al servizio di una strategia comunicativa intenzionale, integrata e che segua un metodo. Definire il profilo del/lla responsabile della comunicazione e dei membri della sua équipe (suore e laici) ai diversi livelli (generale, provinciale e locale) Sensibilizzare la leadership, a tutti i livelli, alla cultura digitale e alle sue potenzialità nel campo dell’evangelizzazione, della pastorale vocazionale e della diffusione del carisma. Coltivare una leadership collaborativa in comunione e co-creazione con il governo a vari livelli (congregazione, eventuali province e a livello locale). Privilegiare una relazione sinodale basata sulla fiducia e la sussidiarietà. Incoraggiare la partecipazione e la corresponsabilità di tutti i membri della congregazione (suore e laici) ad una comunicazione che vada oltre la pura informazione. Coinvolgere i membri nella produzione attiva e nello scambio di contenuti (notizie e risorse). Un’efficace comunicazione esterna è nutrita da una buona comunicazione interna alla congregazione.
FORMAZIONE – CI IMPEGNIAMO A:
Rafforzare la formazione professionale delle persone, consacrate e laiche, che lavorano nella comunicazione per la (nella) Vita Religiosa. Integrare, nella formazione iniziale, la dimensione digitale come contenuto e come metodo formativo: educare al digitale ed educare attraverso il digitale. Curare l’aggiornamento delle formatrici, riducendo il gap culturale tra paradigma analogico e digitale. Alimentare una cultura della comunicazione digitale e del pensiero critico tra le sorelle, indipendentemente dall’età e dal ruolo. Apprendere e sviluppare uno spirito di discernimento, essenziale in questo mondo digitale in continua evoluzione.
NUOVE FRONTIERE – CI IMPEGNIAMO A:
Ammirare l'opera di Dio nell'ingegno tecnologico e nella nostra missione. Utilizzare le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione con consapevolezza e saggezza. Conoscere le possibilità e i limiti etici dell’Intelligenza Artificiale Generativa: educare all’Intelligenza Artificiale, educare attraverso l’Intelligenza Artificiale. Utilizzare i social media e le altre piattaforme digitali per aprire un dialogo con chi è fuori dalla Chiesa osando un linguaggio che sappia parlare a chi non condivide i nostri stessi valori. Siamo chiamate ad uscire dal ‘convento’, nel senso simbolico del termine. Sviluppare tra le congregazioni spazi di collaborazione, scambio di risorse e discernimento nell'ambito della comunicazione. Siamo chiamate a rendere più visibile e conosciuto il carisma della Vita Religiosa. Costruire una buona relazione di fiducia con la stampa, cattolica e non.
PATRIZIA MORGANTE