Cabra Piergiordano
Giustizia
2023/9, p. 34
Un tempo l’elogio più apprezzato che si faceva ad una persona nei nostri paesi di campagna era: «quello è un uomo giusto». Giusto perché manteneva la parola data, giusto perché era onesto e non imbrogliava,giusto perché retribuiva secondo la legge...

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GIUSTIZIA
Un tempo l’elogio più apprezzato che si faceva ad una persona nei nostri paesi di campagna era: «quello è un uomo giusto». Giusto perché manteneva la parola data, giusto perché era onesto e non imbrogliava, giusto perché retribuiva secondo la legge o il convenuto e così via.
Poi, subito dopo la guerra, cominciarono i cortei e i comizi e gli scioperi che chiedevano giustizia e alcuni di questi giusti, cominciarono ad essere chiamati sfruttatori e affamatori. C’era un'altra giustizia da prendere in considerazione per essere un giusto e per evitare scontri e conflitti proprio tra quelli che avevano appena combattuto assieme contro lo stesso nemico.
I nostri maestri ci spiegavano che le guerre come le tensioni sociali erano causate dall’ingiustizia, perché chi ha di più vuol mantenere i suoi privilegi e chi non ha, si sente in diritto di reclamare la sua parte, muovendo guerra o promuovendo scontri sociali in nome dell’ingiustizia patita. È chiaro allora che per far arretrare le guerre e gli scontri sociali, bisogna far avanzare la giustizia.
“Non è facile instaurare rapporti di giustizia tra gli uomini. È per questo che non si riesce a frenare la guerra. Bene che vada, la si può limitare. A tal fine è troppo poco l’operato dei singoli. È una questione di civiltà. Non ci può essere pace se non muta la mentalità collettiva. Le buone azioni non bastano; è necessaria una generale contrizione. Se si è consci di questo, bisogna smettere una volta per tutte di imbellettare i cadaveri. Bisogna portare il lutto. Rinunciare agli egoismi. Come individui e come società. Ne siamo lontani. E allora non c’è consolazione: «Perché gridi per la ferita? Incurabile è la tua piaga» ( Ger 30, 15) (S. Natoli)
P. PIERGIORDANO CABRA