Carmelitane Scalze
In cammino da 400 anni
2023/9, p. 15
Le Carmelitane di Savona ringraziano Dio per il cammino fatto e sono riconoscenti alla città che le accolse nel 1623 e continua ad ospitarle ed amarle.

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VITA MONASTICA
In cammino da 400 anni
Le Carmelitane di Savona ringraziano Dio per il cammino fatto e sono riconoscenti alla città che le accolse nel 1623 e continua ad ospitarle ed amarle.
Le Carmelitane Scalze del Monastero Santa Teresa celebrano i quattrocento anni della loro presenza a Savona. Il 22 agosto 1623 madre Anna Maria (famiglia Centurione), suor Arcangela di Gesù (famiglia Spinola) e suor Maria Giovanna di Sant’Angelo (famiglia De Ferrari) salparono da Genova su due galee messe a disposizione dal duca di Tursi, accompagnate dal generale dell'ordine carmelitano. A Savona furono accolte trionfalmente ed ebbero come prima dimora quella del nobile Francesco Ferrero. Il loro primo monastero fu costruito nel 1627 vicino all'attuale piazza Aurelio Saffi. Dopo complicate vicende a metà '800 si trasferirono in un nuovo monastero, in cui rimasero fino al 1914, quando per l'ampliamento della ferrovia giunsero in via Firenze, dove si trovano tuttora.
I festeggiamenti, incominciati il 22 agosto, si prolungheranno fino al 2 ottobre, inserendosi in quelli dei centocinquant'anni dalla nascita di santa Teresa di Gesù Bambino.
La realtà monastica
in un mondo inquieto e disorientato
I quattro secoli di cammino delle Carmelitane scalze in Savona sono densi di eventi documentati dall'archivio del monastero. Costante è la stima affettuosa della piccola città ligure, la bellezza della vita fraterna intensa e serena, tutta tesa a favorire la comunione più profonda con Cristo, presente nel suo centro, la celebrazione eucaristica, e presente nella eucaristia che sono le sorelle. Cristo per i cristiani cuore del mondo e della Chiesa universale, amata e servita nel carisma di s. Teresa e nella sua incarnazione nella Chiesa locale: in essa abbiamo sempre avuto il bene della paternità dei vescovi e una gioiosa fraternità con tanti sacerdoti.
La lunga tradizione di sorelle innamorate di Cristo, nel servizio orante alla Chiesa e all'umanità, soprattutto ai suoi membri più piccoli e poveri, ci sorregge da 400 anni e ci aiuta a tentare di vivere gioiosamente lo spirito evangelico della nostra grande Madre Teresa, di ogni santo del nostro Ordine, da Giovanni della Croce a Teresa di Lisieux, da Elisabetta della Trinità a Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)...
La nostra vita in Cristo è tesa alla comunione totalizzante con lui in una sempre maggiore intelligenza della fede, per vivere e testimoniare Cristo come la nostra autentica dimensione esistenziale. Nell'esercizio mai finito di distacco dall' autoreferenzialità, nella modalità evangelica dei rapporti con le sorelle e con tutti, in una povertà felice che spalanca alla condivisione con i poveri di ogni povertà. La consuetudine con la parola di Dio lentamente ma costantemente opera quella sintesi di tante esperienze umane (eventi della creazione e della storia) che diviene rispetto della vita, dell'ingegno dell'uomo e della donna, di tutte le valenze del creato nella loro esuberante pluriformità. Frequentata assiduamente sulla scia dei nostri santi, la Parola diviene presenza amica, intima a noi più di noi stessi, fonte di pace e di gioia, luce nel mistero che ci avvolge e coinvolge: Dio amore (1 Gv 4,16 ).
La nostra tensione alla comunione sempre più intima con Cristo conosce notti oscure e albe soleggiate, la festa di essere condotti per valli ridenti e la fatica di scarpinare nel deserto: è condivisione profonda della fatica di ogni vivente, ma sorretta dalla Presenza sottesa a ogni stagione del cuore. Anche quando per l'immensità del mistero pare inscrutabile, enigmatica.
Può sembrare eccessivo, ma noi sorelle del Carmelo di Savona, come di ogni comunità carmelitana e monastica, ci amiamo profondamente, viviamo insieme un'ascesi felice che non distacca dalla complessità meravigliosa del mondo ma dalla mondanità, è riverbero dello Spirito che vince la nostra neghittosità, è tensione, nel silenzio e nella solitudine che nutrono la preghiera e la comunione fraterna, a quell'abitare in Cristo che configura a lui. Ogni Carmelo, piccolo collegio di Cristo come lo chiama Teresa, vive nella configurazione a lui la realtà fondante della sua vita e il cuore della fraternità di sorelle.
Senza illusioni: il peccato sta accovacciato alla nostra porta (Gen 4,7), ma per chi è veramente chiamato, la nostra piccola comunità è, come ogni Carmelo e ogni comunità monastica, luogo di conversione, di pace, di gioia.
Figlie della Chiesa come siamo e vogliamo essere nel nostro oggi inquieto e disorientato, nella ricerca ecclesiale di nuove modalità di trasmissione del Vangelo, capaci di cogliere e aiutare le crisi di persone coinvolte in un cambio radicale di civiltà, siamo consapevoli che la tradizione della Chiesa cresce in essa e con essa. Perciò sulle orme dei padri del deserto, dei Padri della Chiesa e dei padri del Carmelo, ma anche in ascolto della polifonia di voci di tanti santi e uomini retti, profeti e anticipatori di grazia nella Chiesa, cerchiamo di vivere in una disposizione sempre nuova di carità. Aperte alla comprensione e alla misericordia verso tutti, nell'attenzione al divenire della storia, alle scoperte della scienza, e sempre animate da quella salutare inquietudine del cuore che anela alla pienezza della verità che è insieme bontà e bellezza. E cerca di scorgerla anche in chi è diverso da noi, unito solo dall'appartenenza alla comune città degli uomini.
Vorremmo essere per tutti annuncio di risurrezione e di speranza.
L'apparente inutilità della nostra vita non ci inquieta, sappiamo che il seme più invisibile può, crescendo, diventare dirompente: la grazia agisce nelle coscienze con le modalità più nascoste e impensate. Nel nostro piccolo spazio vogliamo contribuire a operare per i processi profondi e segreti che parlano all'«uomo nascosto nel cuore» (1Pt 3,4) e lievitano ogni cammino umano.
LE CARMELITANE SCALZE