Una spiritualità di riparazione
2023/7, p. 4
Papa Francesco, il 5 maggio scorso, ha incontrato la Commissione pontificia
per la tutela dei minori. Era il primo incontro, da quando essa è inserita presso il Dicastero per la Dottrina della Fede, e ha voluto offrire alcune indicazioni ai nuovi membri.
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Una spiritualitàdi riparazione
Papa Francesco, il 5 maggio scorso, ha incontrato la Commissione pontificia per la tutela dei minori. Era il primo incontro, da quando essa è inserita presso il Dicastero per la Dottrina della Fede, e ha voluto offrire alcune indicazioni ai nuovi membri.
Oggi nessuno può dire onestamente di non essere toccato dalla realtà degli abusi sessuali nella Chiesa. Perciò nel vostro lavoro, mentre affrontate le molte sfaccettature di questo problema, vorrei che teneste a mente i tre principi che seguono, considerandoli come parte di una spiritualità di riparazione.
1. In primo luogo, laddove la vita è stata ferita, siamo chiamati a ricordare il potere creativo di Dio di far emergere la speranza dalla disperazione e la vita dalla morte. Il terribile senso di perdita provato da tanti a causa degli abusi, può sembrare a volte troppo pesante da sopportare. Anche i leader della Chiesa, che condividono un comune senso di vergogna per l’incapacità di agire, sono stati sminuiti, e la nostra stessa capacità di predicare il vangelo è stata ferita. Ma il Signore, che in ogni tempo fa nascere cose nuove, può ridare vita alle ossa inaridite (cf. Ez 37,6). Perciò anche quando il cammino da percorrere è arduo e faticoso, vi esorto a non bloccarvi, a continuare a tendere la mano, a cercare di infondere fiducia in coloro che incontrate e che condividono con voi questa causa comune. Non scoraggiatevi quando sembra che poco stia cambiando in meglio. Perseverate, andate avanti!
2. In secondo luogo, l’abuso sessuale ha portato lacerazioni nel nostro mondo e non solo nella Chiesa. Tante vittime rimangono avvilite per il fatto che un abuso avvenuto molti anni fa crea ancora oggi ostacoli e spaccature nelle loro vite. Le conseguenze degli abusi possono verificarsi tra coniugi, tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle, tra amici e colleghi. Le comunità sono sconvolte; la natura insidiosa dell’abuso abbatte e divide le persone, nel loro cuore e tra di loro. Ma la nostra vita non è destinata a rimanere divisa. Ciò che si è infranto non deve rimanere a pezzi. La creazione ci dice che tutte le parti della nostra esistenza sono collegate in modo coerente, e la vita di fede collega addirittura questo mondo con quello che verrà! Tutto è collegato. Il mandato ricevuto da Gesù da parte del Padre è che di tutto ciò nulla e nessuno vada perduto (cf. Gv 6,39). Laddove, dunque, la vita si è spezzata, vi chiedo di contribuire concretamente a ricongiungerne i pezzi, nella speranza che quanto è frantumato si possa ricomporre.
3. In terzo luogo vi esorto a coltivare in voi il rispetto e la gentilezza di Dio. La poetessa e attivista nordamericana Maya Angelou ha scritto: «Ho imparato che la gente dimenticherà quello che hai detto, la gente dimenticherà quello che hai fatto, ma la gente non dimenticherà mai come l’hai fatta sentire». Siate dunque delicati nel vostro agire, sopportando gli uni i pesi degli altri (cf. Gal 6,1-2), senza lamentarvi, ma pensando che questo momento di riparazione per la Chiesa lascerà il posto a un altro momento della storia della salvezza… Non dimentichiamo che le piaghe della Passione sono rimaste nel corpo del Signore risorto, non più però come fonte di sofferenza o di vergogna, ma come segni di misericordia e di trasformazione.
PAPA FRANCESCO