I Fioretti di Sorella Lucia
2023/7, p. 31
Appena letto il libretto di don Antonioli, I fioretti di Sorella Lucia, mi sono rivolta subito a Casa Madre, via Moretto 33, per vedere se potevano darmi alcune copie da distribuire, per far conoscere la nostra nuova Beata....
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I Fioretti di Sorella Lucia
Un racconto arcaico?
Appena letto il libretto di don Antonioli, I fioretti di Sorella Lucia, mi sono rivolta subito a Casa Madre, via Moretto 33, per vedere se potevano darmi alcune copie da distribuire, per far conoscere la nostra nuova Beata. Me ne diedero una ventina di copie, molto volentieri e un po’ stupite per il mio entusiasmo circa quel libretto che occupava tranquillo un bello spazio, ormai da decenni. Non riuscii a terminare di distribuire le prime copie ad alcune persone amiche della città, che cominciarono a giungere le prime reazioni. La primissima l’ho trovato il giorno dopo sul cellulare, con un laconico ed eloquente messaggino: «Che bello! Grazie»!
Dopo alcuni giorni, ecco giungermi una telefonata, breve, dove, assieme a molti complimenti, c’era un «però»: È carino, però è piuttosto arcaico». E parlò d’altro. Ma io rimasi sorpresa per quella parola che non sentivo da tempo. L’amica era una stimata insegnante, che sapeva usare le parole appropriate e quindi non potevo non interrogarmi sul significato che intendeva dare a quell’«arcaico».
Sarà per lo stile di qualche decennio fa? Ma don Giovanni è stato uno scrittore limpido, amatissimo da un pubblico vasto, uno scrittore affascinante, come testimonia e rassicura nella presentazione, anche monsignor Filippini, già direttore del settimanale diocesano La Voce del Popolo, che ha ospitato i suoi articoli seguitissimi da lettori colti e incolti.
Forse il tempo passa anche per lui? Ma non mi sembra proprio, dato che quando mi capita di leggere qualche suo scritto, dopo poche righe mi si apre il cuore.
Sarà perché, da uomo di montagna, parla di cose semplici ed essenziali, che oggi, complicati ed evoluti e forse superficiali come siamo, non sappiamo più comprendere? Un piccolo mondo antico?
Sarà perché, mette in luce virtù e valori in auge un tempo, ma che oggi, dopo le riforme nella Chiesa e le varie rivoluzioni culturali, sono considerate cose inattuali e quindi irrilevanti e secondarie?
Mentre stavo pensando (si fa per dire!) a quel vocabolo «arcaico», che non mi lasciava tranquilla, ecco una e-mail di un nostro affezionato medico in pensione, che mi scrive: «Reverenda suor Giacomina, La ringrazio vivamente per essersi ricordata di me anche in questa lietissima occasione dell’annuncio di una nuova Beata, che viene ad arricchire la vostra Famiglia religiosa e a onorare la nostra città, dove ha lasciato il profumo della sua santità. Sono onorato di aver ricevuto anche il suo breve ma succoso profilo biografico, con il non piccolo rammarico che non sia stata fatta conoscere una figura che, nella sua inattualità, è attualissima, non solo per voi suore, ma anche per noi laici, che stiamo svuotando la nostra anima per riempirla di tante cose inutili. Questa piccola Ancella merita davvero il grado di Beata, perché ha vissuto le Beatitudini, che sono il distillato del Vangelo. Le auguro una fruttuosa preparazione all’evento, che dovrebbe scuoterci dalla nostra sonnolenza.
Con un PS: Perché non si attiva anche Lei per aiutare noi, che viviamo nel mondo piuttosto confuso di oggi, a scoprire e gustare i tesori di questa umilissima Sorella che è diventata una grande Dama nel Regno dei cieli?»
Povera Suor Giacomina! Il dottore ha scambiato un ronzino con un cavallo da corsa! Eppure è un bravo cristiano, che domanda solo d’essere aiutato! Quanto è bravo e umile, chiedendo proprio a me di darmi da fare, io povero ronzino da tiro!
Ma perché non provarci, facendomi aiutare da qualcuno?
Suor Lucia aiutami tu ad aiutare chi ha bisogno, come sapevi fare tu!
Aiutami a comprendere qualche cosa del tuo mistero!
Aiutami a entrare nella tua ombra luminosa, per dare un poco di luce alle meteore infuocate e subito oscure!
Pensiamoci su assieme e intanto buona notte!
p. PIERGIORDANO CABRA