Pinciaroli Elisabetta
Libertà e santità
2023/7, p. 17
Ma l’uomo può volgersi al bene soltanto nella libertà.

Accedi alla tua area riservata per visualizzare i contenuti.

Questo contenuto è riservato agli abbonati a
Testimoni
.
GLOSSE DEL CONCILIO VATICANO II – Gaudium et spes n. 17
Libertà e santità
Ma l'uomo può volgersi al bene soltanto nella libertà
La Gaudium et spes espone nel c. I quale sia l'immagine d'uomo alla quale fa riferimento la Chiesa che svolge la sua azione missionaria nel mondo, accostando due termini che la caratterizzano: santità e libertà. «L'uomo è costituito da Dio in uno stato di santità, però abusò della sua libertà» (cf. GS 13).
La libertà è associata allo stato di santità dell’uomo, ne è l’espressione: è l’agire dinamico della libertà che fa rimanere l'uomo nel suo stato originario di «essere santo». Nel suo «vivere libero» l'uomo sperimenta la bellezza e la complessità della vita, scopre che c'è un discernimento al quale è inesorabilmente chiamato: «Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male» (Dt 30,15) e, in questo, ha la possibilità di mostrare al mondo la santità del Dio vivente, a immagine del quale è stato creato. Solo un uomo libero può udire colui che lo chiama a scegliere di essere, in modo unico e personale, ciò per cui è stato creato: «Siate dunque santi, perché io sono santo» (Lv 11,45).
La chiamata di Dio risuona nello splendore del creato in cui l'essere umano è immerso, nella Parola narrata e plasmata fin nella sua stessa carne: tutto è luogo di rivelazione della sua originaria dipendenza. Nello spazio della libertà, la creatura è aperta all'incontro con la sua origine e si riconosce come «Cosa molto buona» (Gen 1,31).
Libertà, allora, può essere veramente espressione della bontà e santità dell’uomo, se, prima di tutto, è un luogo interiore, luogo dell’accoglienza e della contemplazione, dove egli è solo con stesso e con Dio. Senza questo spazio, l’uomo non può agire, assumersi il rischio, la fatica e la gioia di orientarsi a quel bene di cui lui stesso è fatto, da cui egli stesso proviene.
ELISABETTA PINCIAROLI