Gaetani Luigi
Tra CISM e USMI un cammino da percorrere insieme
2023/5, p. 3
Invitato dall’Unione Superiore maggiori d’Italia della Lombardia (USMI), il presidente della CISM, padre Luigi Gaetani, ha raccolto «attese, desideri e pensieri circa un possibile e auspicabile percorso di unificazione degli organismi di comunione».

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Tra CISM e USMIun cammino da percorrere insieme
Invitato dall’Unione Superiore maggiori d'Italia della Lombardia (USMI), il presidente della CISM, padre Luigi Gaetani, ha raccolto “attese, desideri e pensieri circa un possibile e auspicabile percorso di unificazione degli organismi di comunione”. Di seguito ne presentiamo un significativo estratto.
Con l’USMI, oggi, condividiamo la sede istituzionale, celebriamo almeno tre Consigli di presidenza annuali congiunti, le Presidenze vivono un continuo confronto su questioni di comune interesse, le due Segreterie e gli economi si interfacciano nella organizzazione dei momenti formativi proposti dalle due Conferenze e sostengono il Convegno formativo di Collevalenza.
In dialogo e condivisione progettuale, CISM ed USMI, insieme alla CEI, abbiamo avviato un confronto con gli organismi dello Stato, su questioni importanti come la «Scuola pubblica paritaria» e la «Riforma del Terzo settore», creando un gruppo di lavoro stabile e abbiamo riattivato la rappresentanza e collaborazione con il Centro studi sugli Enti ecclesiastici e sugli altri enti senza fini di lucro (CESEN), nel giusto riconoscimento di ruoli e responsabilità, con il Centro nazionale economi di comunità (CNEC), avviando la procedura dei Consigli congiunti, dove le tre presidenze – CISM/USMI/CNEC – si confrontano e collaborano su temi di comune interesse. Partecipiamo regolarmente, con sei rappresentanti, alla Commissione Mista e prendiamo parte, come invitati, a tutte le Assemblee generali della CEI; abbiamo preparato e condiviso, a firme congiunte con la CEI, «Le linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili».
In questa riformulazione identitaria delle nostre Conferenze, siamo consapevoli che abbiamo animato quello che è stato possibile; per il prosieguo del cammino restano aperte molte sfide, in particolare:
1. continuare il lavoro di relazioni ad alto profilo istituzionale interagendo positivamente con il Dicastero della Vita consacrata e le Società di Vita apostolica, la CEI, lo Stato italiano, etc.;
2. ritenere il rapporto privilegiato con il Ministero della Pubblica Istruzione, magari impegnandoci a potenziare e stabilizzare l’Ufficio della scuola pubblica paritaria a livello CISM-USMI, garantendone la rappresentanza presso la CEI e presso l’Agorà della parità;
3. creare uno sportello, presso la sede CISM-USMI, per seguire la riforma del Terzo settore e gli sviluppi della Scuola pubblica paritaria, realizzandolo, nel limite del possibile, con le nostre risorse della CISM, dell’USMI e quelle del CNEC, opzione che potrebbe garantire una efficace ricaduta sul territorio e, in particolare, sui tecnici di riferimento dei nostri Istituti;
4. animare la vita religiosa in Italia assumendo la responsabilità di promuovere, in collaborazione con l’USMI, percorsi di formazione su temi sensibili, riservati ai superiori maggiori, agli economi e rappresentanti legali, ai formatori, agli stessi formandi;
5. intraprendere una riflessione sulla gestione e promozione del patrimonio immobiliare dei nostri Istituti. Questo rappresenta un capitolo aperto che, in questi ultimi anni, abbiamo solo sfiorato ma che, senza dubbio, esige una assunzione di responsabilità, tenuto conto della mutazione in atto della fiscalità;
6. ripensare e aggiornare l’organigramma delle due Conferenze sì da poter lavorare meglio in stretta collaborazione e interazione;
7. creare un ufficio comunicazione (ufficio stampa) della vita religiosa in Italia;
8. intraprendere la “riforma” della CISM, necessariamente in comunione e collaborazione con l’USMI, a livello Regionale e diocesano/inter-diocesano;
9. avviare un seminario per monitorare la situazione delle “nuove forme” di vita consacrata in Italia e fare il punto sulle piccole Congregazioni/Istituti.
Carissime Superiore Maggiori, in questa circostanza mi permetto di dire e mi preme sottolineare che dobbiamo cambiare mentalità e credere che non tutto si può risolvere a livello locale o personale e che non tutti gli Istituti hanno la possibilità di affrontare situazioni gestionali e politiche complicate. Il futuro, ne sono convinto, passa attraverso una organizzazione che esige maggior impegno e peso istituzionale centrale da una parte e partecipazione più organica e periferica dall’altra.
Occorre mettere in rete e far dialogare i nostri uffici tecnici locali, dislocati sul territorio, con un costituendo Consiglio di affari giuridici nazionale (CISM-USMI e CNEC potrebbero unire le risorse) che possa raccogliere e presentare le istanze a livello ecclesiale e politico, garantendo tutti gli iscritti alla nostra Conferenza rispetto ad istanze di natura amministrativa. Questo presuppone, a mio modo di vedere, una Segreteria generale congiunta (CISM-USMI) che raccolga, organizzi e monitori, il lavoro delle singole Aree (Evangelizzazione, Giuridica/Amministrativa, Sociale/Terzo settore, Formazione/V.R./Scuola), che si interfacci costantemente con le due Presidenze e i rispettivi Consigli, che apra canali di comunicazione abituale con le Conferenze Regionali, perché il lavoro che abbiamo dinanzi sarà insostenibile – almeno così come si è concretizzato negli ultimi anni – senza un ripensamento sapiente di questo delicato settore strategico ed organizzativo. Credo che occorra vincere titubanze e indugi, perché il futuro lo si può deviare ma non lo si può contenere. Non dobbiamo avere paura, l’unità non toglie significatività all’una o all’altra Conferenza, ma apre entrambe a prospettive nuove.
L’esperienza maturata in questi anni porta a riconoscere che il futuro delle nostre Conferenze si giocherà sulla loro capacità di farsi proposta formativa, pur avendo valenza istituzionale, perché è nella loro natura e nelle finalità statutarie che le caratterizzano, generare un patto educativo di corresponsabilità, rafforzando il rapporto di comunione tra gli Istituti religiosi attraverso l’impegno comune e un rapporto collaborativo e sussidiario.
L’esperienza ecclesiale, in questo momento della sua storia, si coniuga con il termine sinodo. Come religiose e religiosi, in questo contesto, dobbiamo avere uno sguardo capace di uscire dallo scontato, di riconoscere ciò che manca senza scuse, collocandoci fuori campo. Non sappiamo come andrà a finire questo cammino sinodale, il cammino di questa Chiesa che sento Madre e che ogni giorno tento di amare. In alcuni momenti mi attraversa la paura che tutto passi come una moda, sebbene questo cammino sia la vera stella, la possibilità che abbiamo, tutti e ciascuno, di camminare insieme come carovana umana, come donne e uomini ricchi di umanità, come cristiani, semplicemente accanto, camminando senza parlare, guardandoci e sentendo che la comunicazione è vera, profonda, non perché mediata dalle parole ma dal semplice fatto di camminare insieme, di sentirci tutti viandanti, mai arrivati perché non si arriva mai, fino a quando si ha voglia e forza di stare nelle scarpe degli altri, sull’uscio della propria casa, ascoltando le storie dei camminatori, imparando a viaggiare con loro, nonostante la stanchezza e la vecchiaia.
Il Sinodo ci insegni a fare viaggi in perfetta immobilità, come quelli che fa una contemplativa o come quelli di chi vive nella propria cella, come quelli di un guardiano del faro.
P. LUIGI GAETANI, ocd