Militello Cettina
In libertà, grazia e bellezza
2023/5, p. 22
Consacrò totalmente se stessa, quale ancella del Signore, alla persona e all’opera del Figlio suo.

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Testimoni
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GLOSSE DEL CONCILIO VATICANO II – LUMEN GENTIUM n. 56
In libertà, grazia e bellezza
Consacrò totalmente se stessa, quale ancella del Signore, alla persona e all’opera del Figlio suo.
Il c. VIII di Lumen gentium disegna Maria in modo diverso e nuovo. La Madre del Signore non è più un comodo espediente per trasmettere un modello di rassegnata sottomissione. Né l'enfasi o la dissennata devozione, decisamente ricusate, la pongono al di fuori della comunità cristiana o dell'umana condizione.
Cosa vuol dire allora il consacrarsi di lei «quale ancella» alla persona e all'opera del Figlio? Ancella è termine aulico, dietro il quale sta il più prosaica serva. Ma nell’uno come nell'altro caso ciò che soggiace è il farsi di Maria tutta a Dio, il suo aprirsi interamente a lui, l’accoglierne totalmente la Parola e il disegno di salvezza. In ciò, Maria non si annienta, non si fa cieco strumento, non si fa manipolare. Piuttosto, corrisponde al suo Signore in libertà, grazia e bellezza. Gli si fa compagna (socia). In ciò, ella ripropone il modello fiduciale, l'atteggiarsi del suo popolo verso il Dio della promessa. Nell'acconsentire all'evento sconvolgente e misterioso dell'incarnazione, e poi nel mettersi, discepola tra i discepoli, alla sequela del Figlio, nulla le è stato risparmiato. Ella ha sperimentato l'oscurità della fede. Ha oltrepassato la maternità secondo la carne per accedere in fraternità/sororità alla nuova famiglia dei discepoli. Segnata, «consacrata», dalla grazia esuberante dello Spirito, resa conforme al suo stesso Figlio, testimonia a noi tutti la dinamica del dono, la possibilità e il dovere di tradurlo in reciproco servizio.
CETTINA MILITELLO