I giovani chiedono una destinazione
2023/4, p. 9
L’educazione dei giovani, di qualsiasi origine sociale, dev’essere impostata in modo da suscitare uomini e donne, non tanto raffinati intellettualmente, ma di forte personalità, come è richiesto fortemente dal nostro tempo.
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GLOSSE DEL CONCILIO VATICANO II – GAUDIUM ET SPES n. 31
I giovani chiedono una destinazione
L'educazione dei giovani, di qualsiasi origine sociale, dev'essere impostata in modo da suscitare uomini e donne, non tanto raffinati intellettualmente, ma di forte personalità, come è richiesto fortemente dal nostro tempo.
Il passaggio d'epoca, nella sua fluidità e dissolvenza, esige soggetti che abbiano la sensazione di appartenere a un mondo e la fiducia di trovarvi un posto. Esige soggetti che percepiscano di esserci e di essere per qualcuno. Gli adolescenti, in particolare, cioè i dimenticati, urgono un'interpellazione e chiedono una destinazione. Soprattutto i nati dall'emarginazione – affettiva, etnica, economica – e cresciuti nella solitudine, hanno il diritto d'incontrare un mondo adulto credibile e di poterlo fronteggiare; hanno il diritto di essere sostenuti e orientati, e di poter ringraziare; hanno il diritto di avere una storia e di poterla narrare, cioè di aver imparato una lingua per saperlo fare.
I giovani avranno, infatti, visioni quando gli adulti riprenderanno a sognare.
Educare non significa, allora, semplicemente, consegnare chiavi intellettuali, scientifiche, tecniche, per decifrare la complessità del reale, ma introdurre i soggetti al mondo e al miracolo del nostro comune essere/abitare.
ISABELLA GUANZINI