Gellini Anna Maria
BREVI DAL MONDO
2023/2, p. 36
CITTÀ DEL VATICANO Missionari uccisi nel 2022 ASIA-CINA Capodanno cinese. La speranza cristiana abbraccia attese e tristezze del «grande esercito di ChunYun» AMERICA LATINA Secondo corso virtuale sulla Sinodalità proposto gratuitamente e in sei lingue (anche in italiano) dal Gruppo di teologia ibero-americano

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Testimoni
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Città del Vaticano
Missionari uccisi nel 2022
Nell’anno 2022, secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, sono stati uccisi nel mondo 18 missionari e missionarie: 12 sacerdoti, 1 religioso, 3 religiose, 1 seminarista, 1 laico. La ripartizione continentale evidenzia che il numero più elevato si registra in Africa, dove sono stati uccisi 9 missionari (7 sacerdoti, 2 religiose), seguita dall’America Latina, con 8 missionari uccisi (4 sacerdoti, 1 religioso, 1 religiosa, 1 seminarista, 1 laico) e quindi dall’Asia, dove è stato ucciso 1 sacerdote. Negli ultimi anni sono l’Africa e l’America ad alternarsi al primo posto di questa tragica classifica: dal 2011 al 2021 per 8 anni l’America e per 3 anni l’Africa (2018,2019,2021). Dal 2001 al 2021 il totale dei missionari uccisi è di 526.L’elenco annuale di Fides ormai da tempo non riguarda solo i missionari ad gentes in senso stretto, ma cerca di registrare tutti i cristiani cattolici impegnati in qualche modo nell’attività pastorale, morti in modo violento, anche se non espressamente “in odio alla fede”. Per questo si preferisce non usare il termine “martiri”, se non nel suo significato etimologico di “testimoni”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro. Allo stesso modo usiamo il termine “missionario” per tutti i battezzati, consapevoli che “in virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario. Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione” (EG 120). Le poche notizie sulla vita e sulle circostanze che hanno causato la morte violenta di questi 18 missionari e missionarie ci offrono immagini di vita quotidiana, anche se in contesti particolarmente difficili, contrassegnati dalla violenza, dalla miseria, dalla mancanza di giustizia e di rispetto per la vita umana. Spesso hanno condiviso la stessa sorte dei missionari anche altre persone che erano con loro. Sacerdoti uccisi mentre stavano andando a celebrare la Messa con la comunità che guidavano, a spezzare quel pane e a consacrare quel vino che sarebbero stati alimento e vita per tanti fedeli. Una religiosa medico uccisa mentre era di guardia al centro sanitario della diocesi, pronta a salvare la vita di altre persone, e chissà quante ne aveva già salvate in passato. Una suora uccisa durante un assalto alla missione: invece di pensare a mettere in salvo la propria vita, si è preoccupata di andare a verificare che quella delle ragazze ospitate nel dormitorio fosse al sicuro. Ancora un laico, operatore pastorale, ucciso mentre andava verso la chiesa, a guidare una liturgia della Parola per i fedeli di quella zona, che non avevano un sacerdote residente. Testimoni e missionari della vita, con la loro vita, che hanno offerto fino alla fine, totalmente, gratuitamente, per gratitudine. Come ha scritto Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2022, “ai discepoli è chiesto di vivere la loro vita personale in chiave di missione: sono inviati da Gesù al mondo non solo per fare la missione, ma anche e soprattutto per vivere la missione a loro affidata; non solo per dare testimonianza, ma anche e soprattutto per essere testimoni di Cristo. L’essenza della missione è il testimoniare Cristo, vale a dire la sua vita, passione, morte, e risurrezione per amore del Padre e dell’umanità”. (Agenzia Fides 30/12/2022)
Asia - Cina
Capodanno cinese. La speranza cristiana abbraccia attese e tristezze del “grande esercito di ChunYun”
Dopo tre anni di chiusure e impedimenti dovuti alla pandemia, finalmente è tornato il grande “esercito di ChunYun”, la moltitudine sterminata di persone che si mettono in viaggio in tutta la Cina per passare insieme ai propri cari i giorni del Capodanno cinese. I tanti immigrati interni che lavorano nelle grandi città hanno abbassato le saracinesche dei negozi. Le fabbriche sono chiuse. Anche a Pechino le strade appaiono più sgombre. Sembra sospeso anche il viavai di “rider” che oramai fanno parte della quotidianità della grande metropoli. Le strade di ogni città cinese sono invase da decorazioni, lanterne, luci colorate. Tutti, più che in passato, fanno a gara a tingere tutto di rosso, il colore della fortuna, il colore che secondo le credenze popolari scaccia il male e gli spiriti maligni, quasi a voler cacciar via anche in questo modo il buio, la paura, il tempo doloroso della pandemia. Alle porte delle case vengono appesi festoni rossi con scritte beneauguranti. Si preparano i cenoni della vigilia, i fuochi d'artificio, le bustine rosse coi soldi dentro da donare a piccoli e grandi. Tutto sembra prepararsi alla festa. E nello stesso tempo, sulla festa si proietta anche un velo di tristezza. Le famiglie si stringono per passare insieme i giorni del Capodanno, e anche per consolarsi. Perché ognuno ha nel cuore il volto di qualche caro parente perduto negli ultimi tempi, nella strage di anziani che ha segnato l’ultima ondata di pandemia.Il Capodanno cinese 2023 inaugura l'Anno del Coniglio. Animale fortunato, mansueto, gentile, secondo l’oroscopo cinese. Ci si augura a vicenda che il coniglio “porti bene”, che l’anno che viene sia un anno di pace e serenità. E anche la Chiesa cattolica in Cina abbraccia i sentimenti, le pene e le attese del popolo, in questo tempo di festa, e le vive alla luce della fede, della speranza e della carità, i doni che Cristo può accendere nel cuore di ogni cristiano. Nelle parrocchie si celebrano messe della vigilia e liturgie di ringraziamento al Signore nel giorno di Capodanno. Il popolo di Dio torna a riempire chiese e cappelle, come accade in tempi normali nelle solennità di Natale e di Pasqua. Anche le iniziative pastorali delle comunità cattoliche si rimodellano sul tempo della festa, che diventa occasione di dedicare particolare cura alle persone sole, anziane e in difficoltà.La parrocchia di Jiujiang, nella provincia di Jiangxi, ha appena concluso l’Anno pastorale dedicato alla Parola di Dio. Il parroco Pang Rui continua nel tempo di Capodanno a visitare ogni giorno le famiglie insieme alle suore e ai responsabili del Centro parrocchiale, portando casa per casa i sacramenti dell’eucaristia e dell’unzione degli infermi alle persone anziane, malate e disabili. Sempre nello Jiangxi, il parroco don Li Jianjun, della parrocchia di Qianshan, visita le case degli anziani per pregare con loro e impartire benedizioni in ogni famiglia. Nella diocesi di Zhengzhou, nella provincia di Henan, il gruppo di Carità ha dato vita a piccole squadre di persone che dalle varie parrocchie si recano nelle frazioni e nei villaggi più isolati della campagna per visitare famiglie in difficoltà e portare loro ristori spirituali e materiali. Piccoli esempi di opere di “ordinaria” misericordia, che nel tempo della festa del Capodanno mostrano in maniera luminosa come i gesti più semplici della carità cristiana abbracciano con una confortante affinità elettiva le virtù tradizionali cinesi, quelle che muovono al rispetto, all'amore e al sostegno verso gli anziani. (Agenzia Fides 20/1/2023)
America Latina
Secondo corso virtuale sulla Sinodalità proposto gratuitamente e in sei lingue (anche in italiano) dal Gruppo di teologia ibero-americano
I componenti latinoamericani della Commissione teologica della Segreteria generale del Sinodo e il Gruppo di teologia iberoamericano promuovono il secondo corso intercontinentale massivo online sul tema “Storia, teologia e pratica ministeriale della sinodalità”, che si svolgerà nei mesi di febbraio e marzo 2023. L’iscrizione è gratuita. Il corso sarà aperto dal cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (Comece) e relatore generale del Sinodo. Tra i coordinatori figurano padre Carlos María Galli (Argentina), Rafael Luciani (Venezuela) e Serena Noceti (Italia). Il corso è rivolto in particolare agli operatori pastorali, ai religiosi e alle religiose, ai laici, ai sacerdoti, ai vescovi e a molti altri che desiderano conoscere in modo semplice ma profondo il significato di sinodalità. Le conferenze sono preregistrate e disponibili in spagnolo, inglese, portoghese, francese, italiano e tedesco. I relatori sono numerosi, con diverse e qualificate esperienze e provenienze geografiche. Il primo corso sulla sinodalità è tenuto nel luglio 2022, con la partecipazione di oltre 100.000 persone da tutto il mondo. L’iniziativa è sostenuta dalle Università cattoliche di tutto il mondo, attraverso una piattaforma digitale ospitata dal dipartimento di “Formazione continua” della Scuola di Teologia e Ministero del Boston College e con il patrocinio di diverse organizzazioni, tra cui il Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM), la Confederazione latinoamericana dei religiosi e delle religiose (CLAR), il Consiglio della Conferenza episcopale europea (CCEE), la Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia (FABC), l’Unione internazionale dei superiori generali (USG) e l’Unione internazionale delle superiori generali (UISG). (Agenzia SIR)
a cura di ANNA MARIA GELLINI