FRANZ-JOSEF BODE - SEBASTIAN MURKEN
GERMANIA Perché tanti abbandoni della Chiesa?
2023/2, p. 24
In Germania, e non solo, sta crescendo sempre più l’impressionante ondata di coloro che abbandonano la Chiesa. La religione è ridotta sempre più a un affare privato, una specie di subcultura in cui ciascuno sceglie ciò che gli è più conforme.

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GERMANIA Perché tanti abbandoni della Chiesa?
In Germania, e non solo, sta crescendo sempre più l’impressionante ondata di coloro che abbandonano la Chiesa. La religione è ridotta sempre più a un affare privato, una specie di subcultura in cui ciascuno sceglie ciò che gli è più conforme.
La Chiesa tedesca è sempre più alle prese con l’ondata di persone – centinaia di migliaia ogni anno – che l’abbandonano e se ne vanno. Il fenomeno ha assunto proporzioni a dir poco preoccupanti, per non dire drammatiche. Lo confermano anche le ultime statistiche: 359.338 sono stati coloro che sono usciti lo scorso anno, mai così tanti in precedenza.
Per fare un esempio: nella sola diocesi di Osnabrück¸ nel Nord del Paese, a cui fanno capo circa 540.000 cattolici, (dati del 2021) sono stati circa 6000 ad andarsene, 500 al mese; nel 2022, il numero è raddoppiato: al 30 giugno, già a metà anno, se ne contavano il doppio, 6.000, ossia 1.000 al mese.
Il vescovo, mons. Franz-Josef Bode, in un lungo articolo apparso sul numero di ottobre del mensile Herder Korrespondenz, ha scritto che lasciare la chiesa sembra diventato ormai un fatto normale; siamo al punto in cui uno oggi non deve più giustificare la ragione per cui se ne va, ma, nel caso, il motivo per cui rimane.
Le ragioni per andarsene
Per quanto riguarda le cause, le previsioni dicono che il numero di persone intenzionate ad andarsene continuerà ad aumentare se le aspettative circa le riforme della Chiesa non saranno attuate. Sono numerosi, infatti, coloro che non la riconoscono più come la "casa gloriosa " conosciuta fin dall’infanzia e nella loro giovinezza e non approvano più, per esempio, che le imposte sulla religione e la Chiesa siano spese per "riforme" che considerano discutibili.
Ma le ragioni per andarsene – sottolinea mons. Bode – sono diverse quante sono le persone. Bisogna tuttavia distinguere le ragioni e le circostanze. Ad influire sono anzitutto la diffusa secolarizzazione e l'individualismo, fenomeni che allontanano sempre più la gente da una forma di religione istituzionalmente strutturata. La fede, sottolinea mons. Bode, assume oggi piuttosto la caratteristica di credenza non tanto in Dio, ma in un’Entità, ossia in un non ben definito Essere superiore, quale fondamento di tutta la realtà, mentre la pratica della religione e della vita spirituale è ridotta alla carità e alla solidarietà. Non esiste più una fede in un “TU”, come esperienza personale di Dio, e meno ancora una fede in una Chiesa con formule liturgiche, teologiche e spirituali, con pretese etiche e morali, che si ritiene un’autorità in relazione alla verità.
Crescono i cosiddetti “apateisti”, gli atei
Gli “apateisti” (atei) stanno aumentando notevolmente. Dietro ci sono persone indifferenti all'esistenza di Dio, al vangelo di Gesù Cristo, ai riti e agli insegnamenti della Chiesa. Sono coloro che ritengono di poter vivere benissimo una vita umana pervasa di valori etici senza bisogno della sovrastruttura religiosa, per non dire ecclesiastica. Il fatto, per esempio, che per tutta questa gente la tassa ecclesiastica non abbia più senso appare ovvio e ciò si riflette nel numero degli abbandoni.
Altre ragioni per andarsene sono collegate con la continua scoperta degli scandali degli abusi, ma più in profondità è determinante una secolarizzazione sempre più diffusa e la tendenza a considerare la religione un fatto personale, privato.
Il parere di uno psicologo
È questo il parere dello psicologo della religione, Sebastian Murken, professore onorario di psicologia di scienze religiose presso l’Università di Marburg. In una recente intervista al periodico “Psychologie Heute” (gennaio 2023) ha affermato che attualmente la religione non è più una "realtà sociale", ma sta diventando sempre più una sottocultura, qualcosa di privato e intimo di cui si parla poco. Capita spesso che anche gli amici stretti o i propri partner non sappiano più se uno di loro prega.
Secondo Murken, le migliaia di persone che abbandonano, mostrano "che la Chiesa come istituzione non è più convincente".
Oggi, inoltre, molti scelgono nel campo della religione ciò che meglio si adatta a loro. "Questa è la grande differenza rispetto alle generazioni del passato in cui l'obbedienza, il senso del dovere e la sottomissione alla tradizione erano aspetti importanti della vita. Attualmente, invece, i valori preferiti sono l'autonomia, la libertà di scelta e l'autorealizzazione ". Per dirla francamente: il versetto del Padre Nostro "sia fatta la tua volontà" è diventato, sottolinea Murken "sia fatta la mia volontà".
E ancora: secondo i modelli tradizionali del pensiero religioso classico del passato, la fase della vita presente era ritenuta "una valle di lacrime, un tempo cioè di passaggio da sopportare" e la gente sperava nella misericordia e nella salvezza nell'aldilà.
"Questo modo di pensare ha perso la sua plausibilità. Oggi, afferma Murken, in un mondo secolarizzato e individualizzato, si dice: si vive una volta sola". "Quasi nessuno vuole aspettare le cose belle nell'aldilà: la promessa religiosa secondo cui la sofferenza terrena ha un significato più alto, attualmente non regge più".
Permane, tuttavia, il "bisogno umano primordiale" di rimanere in contatto con ciò che sta oltre i limiti della propria percezione. Secondo Murken questo è il fondamento di tutte le forme di spiritualità contemporanea. Forse non si tratta di una via prescritta per la salvezza", ma di "un'idea generale e vaga secondo cui là fuori esiste un universo benevolo con il quale è possibile entrare in contatto e ricevere sostegno".
Allo stesso tempo, afferma Murken, è sentito ancora un bisogno di trascendenza. Questo si esprime nel desiderio "non solo di girare attorno a se stessi, ma di sentirsi collegati con qualcosa di più grande al di là dei propri limiti". Chi volta le spalle alla religione cerca spesso altre forme di integrazione, come nella natura, nella famiglia o in una comunità. «Ma ciò può essere vissuto anche in altre esperienze spirituali», per esempio nella diffusa credenza negli angeli.
Essi assumerebbero le funzioni che sono tradizionalmente attribuite a Dio, ha affermato Murken, "ma senza un quadro teologico vincolante": "In una società in cui Dio non è più una cosa ovvia, vengono gli angeli, quando sono chiamati. Ad essi potrebbe essere chiesto di esaudire i desideri individuali, senza offrire nulla in contraccambio. "Gli aspetti della sottomissione e obbedienza vengono sostituiti a favore del proprio sé per trovare la propria strada", conclude Murken.
FRANZ-JOSEF BODE
SEBASTIAN MURKEN