Mandreoli Fabrizio
Percorsi di pace e non di violenza
2023/11, p. 40
Un libro per costruire una cultura profonda, capace di contrastare alle radici la violenza e di vivere fino all’ultimo un’esistenza non violenta nella consapevolezza delle conseguenze.

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PER UN MONDO SECONDO IL VANGELO
Percorsi di pace e non di violenza
Un libro per costruire una cultura profonda, capace di contrastare alle radici la violenza e di vivere fino all’ultimo un’esistenza non violenta nella consapevolezza delle conseguenze.
«[…] chi si dice cristiano deve scegliere da che parte stare. Chi segue Cristo sceglie la pace, sempre; chi scatena guerra e violenza tradisce il Signore e rinnega il suo Vangelo. Lo stile che Gesù ci insegna è chiaro: amare tutti, in quanto tutti sono amati come figli dal Padre comune che è nei cieli. L’amore del cristiano non è solo per i vicini, ma per ognuno, perché ciascuno in Gesù è nostro prossimo, fratello e sorella, persino il nemico (cf. Mt 5,38-48); a maggior ragione quanti appartengono al nostro stesso popolo, anche se di etnia diversa […] Adoperiamoci, fratelli e sorelle, per questa unità fraterna tra noi cristiani e aiutiamoci a far passare il messaggio della pace nella società, a diffondere lo stile di non violenza di Gesù, perché in chi si professa credente non vi sia più spazio per una cultura basata sullo spirito di vendetta; perché il Vangelo non sia solo un bel discorso religioso, ma una profezia che diventa realtà nella storia. Operiamo per questo: lavoriamo per la pace tessendo e ricucendo, mai tagliando o strappando. Seguiamo Gesù e, dietro a Lui, muoviamo passi comuni sulla via della pace (cf. Lc 1,79)» (Papa Francesco, Giuba, Sud Sudan, febbraio 2023)
Scriviamo alla fine del luglio 2023: il pianeta è in fiamme. Letteralmente. Fiamme degli incendi, fiamme delle guerre, fiamme nelle periferie in protesta per la violenza e l’ingiustizia sociale. L’intreccio – sottolineato dalla Laudato si’ – tra crisi climatica, ingiustizia sociale e dilagante crisi geopolitica, con le sue manifestazioni di guerra e violenza, è davanti agli occhi di coloro che lo vogliono vedere. La sfida è decisiva per la vita di molti, o meglio tutti, e per una comprensione meno superficiale delle parole evangeliche. Da diverso tempo come collettivo di ricerca – collegato in varia maniera all’associazione Insight, alla casa editrice Zikkaron, all’Istituto di Scienze Religiose della Toscana – si sono cercate chiavi di lettura e di comprensione di quanto sta avvenendo sul piano locale e su quello globale. Malgrado l’esiguità delle forze ci pare ispirante il testo di Laudato si’ n. 19: «Facciamo un percorso, che sarà certamente incompleto, attraverso quelle questioni che oggi ci provocano inquietudine e che ormai non possiamo più nascondere sotto il tappeto. L’obiettivo non è di raccogliere informazioni o saziare la nostra curiosità, ma di prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale quello che accade al mondo, e così riconoscere qual è il contributo che ciascuno può portare».
Una comprensione storica del vangelo
Ricordiamo alcune semplici tappe di questo percorso di ricerca. Un primo passaggio è consistito in una serie di viaggi studio – svolti ogni due anni – in Trentino Alto Adige, Germania, Polonia e Austria. Il percorso si snoda intorno ai temi dell’ascesa al potere dei fascismi e del nazismo, delle dinamiche che li hanno resi possibili e pensabili, delle loro conseguenze catastrofiche per moltissimi, delle forme di reazione e resistenza, con un interesse particolare per le modalità di resistenza nonviolente. Un percorso che permette di visitare luoghi, studiare lingue, incontrare persone e studi qualificati, riflettere insieme su alcuni «sistemi di male» e sulla difficoltà – per credenti e non credenti – di riconoscerli per tempo, di giudicarli, di resistervi, di pensare alternative. In connessione con questo tipo di percorso – ed è una seconda tappa – si sono proposti alcuni corsi di approfondimento su autori quali Giuseppe Dossetti, Dietrich Bonhoeffer, Hanna Arendt, Ivan Illich, Bruno Latour. Autori che partendo da premesse diverse – anche se molti di loro erano evangelicamente e biblicamente radicati – e in contesti differenti si sono posti domande acute sul proprio contesto umano, sociale e politico, hanno ascoltato la “domanda” che di volta in volta pareva loro provenisse dalla realtà che li circondava, hanno cercato di trovare chiavi di lettura e percorsi di azione per rispondere e modificare tale realtà, hanno cercato vie di pace ai conflitti – di vario tipo: bellici e politici, sociali e ambientali – che hanno incontrato per poter rendere la vita possibile dopo di loro. Facendo questo hanno, inoltre, custodito le proporzioni del proprio impegno non dimenticando che i processi di cambiamento, di resistenza al male e di costruzione della pace sono processi che, nello stesso tempo, hanno bisogno di radici profonde nelle persuasioni delle coscienze personali e necessitano della collaborazione di molti in uno sforzo collettivo e comune. Uomini e donne della «coltivazione dell’uomo interiore» (G. Dossetti) e della «composizione progressiva di un mondo comune» (B. Latour). In una terza tappa si sono proposti alcuni libri, con il desiderio di svolgere il medesimo lavorio dei viaggi-studio e dei percorsi di approfondimento, sui temi della vigilanza storica rispetto al male. I titoli – della piccola casa editrice Zikkaron – sono diversi, ne ricordiamo alcuni: Giacomo Lercaro, Non la neutralità ma la profezia. Omelia del primo gennaio 1968; Angelo Baldassarri, Risalire a Monte Sole: memorie e prospettive ecclesiali; dello stesso autore, Far tutto il più possibile. Biografia documentata di don Giovanni Fornasini; Cornelia Paselli, Vivere nonostante tutto; Giuseppe Dossetti, Finchè ci sia tempo. Pace, guerra e responsabilità storiche a partire da Monte Sole e, in uscita, Bashir Bashir e Amos Goldberg, Olocausto e Nakba. Narrazioni tra storia e trauma. Il focus del lavoro editoriale è, evidentemente, la testimonianza di vita e la profezia di pace e riconciliazione nel suo darsi nel mezzo di eventi tragici, di estrema violenza. In questo quadro il riaccendersi di molti conflitti – gli studi mostrano che vi sono almeno sessanta teatri di guerra, senza contare la vera e propria guerra al clima e alla terra che è globale e violentissima – hanno spinto ad un ulteriore sforzo di comprensione e decifrazione del nostro tempo.
La nonviolenza politica di Gesù
Per questo motivo, grazie al centro studi di Pax Christi Italia, siamo entrati in contatto con il frutto di un lavoro seminariale di Pax Christi International sulla nonviolenza di Gesù. Lavoro che abbiamo tradotto, studiato e pubblicato con il titolo La nonviolenza di Gesù. Operare la pace secondo i vangeli, Zikkaron, Bologna 2023. Il testo, in maniera semplice ma non superficiale, propone una rilettura dei testi evangelici alla ricerca della prassi e dell’insegnamento di Gesù di Nazareth sulla nonviolenza, arrivando a tratteggiare un suggestivo schizzo di antropologia evangelica. Si tratta di un percorso che si avvia significativamente con la citazione del messaggio per la Giornata mondiale della pace del 2017 in cui papa Francesco, per rispondere alle istanze di un «mondo frantumato» e alla tentazione di risolvere i conflitti con un surplus di violenza, parla di Gesù come colui che insegnava e praticava la nonviolenza. La riflessione di Bergoglio diviene qui il punto di partenza per una riflessione introduttiva sulla dimensione politica del messaggio di Gesù. Dove tale messaggio politico non viene contrapposto ad alcuna dimensione religiosa o interiore, ma piuttosto mostra la verità del messaggio e della prassi dell’uomo chiamato Gesù. Infatti fare politica in un senso allargato significa almeno tre cose: «fa politica chi mostra interesse e coinvolgimento per il modo in cui una comunità è governata e per la sua direzione di marcia; secondo, fa politica chi cerca di scuotere la coscienza sia del popolo che dei capi della propria comunità; terzo, fa politica chi mostra interesse e si dà da fare a favore degli esclusi e dei dimenticati». Quindi «Gesù era attivamente coinvolto nella società di cui faceva parte, e si preoccupava della direzione in cui stava andando; interagiva con i capi del popolo – in particolare i farisei, i sacerdoti e i rappresentanti dell’occupante romano – e cercava di esercitare una certa influenza su di loro; si coinvolgeva attivamente a favore di quanti erano esclusi – anzi, espulsi – dalla società». In tale prospettiva, nel libro, si cerca di ripercorrere l’insegnamento e la prassi sapienziale e profetica di Gesù tramite una chiave di lettura, quella della nonviolenza, individuando sette percorsi di riflessione utili per chi si accosta – in una prospettiva credente e/o sapienziale – alla figura di Gesù di Nazareth nella ricerca di criteri di lettura e di elementi orientativi. Si tratta: del prevenire la violenza, di intervenire in modo creativo per arrestare l’escalation di violenza, di una forma di resistenza civile ossia di denuncia della cause strutturali della violenza e della sofferenza inflitta, di porre germi di riconciliazione per comunità lacerate e violente, di essere capaci di difendere l’innocente tramite azioni non violente, di costruire una cultura profonda capace di contrastare alle radici la violenza, di vivere fino all’ultimo un’esistenza non violenta nella consapevolezza delle conseguenze di un certo tipo di scelte all’interno di un mondo violento e conflittuale. Invitando alla lettura, ci pare che questo piccolo libro possa essere un contributo utile come frutto del lavoro che stiamo cercando di condurre alla ricerca di criteri più evangelici e meno violenti per tentare di interpretare questo tempo che pone sfide gigantesche e urgenti a chi si riconosce, in qualche modo, nella tradizione cristiana e a chiunque desideri dare un’interpretazione responsabile alla propria vita personale e collettiva.
FABRIZIO MANDREOLI
a nome del collettivo di ricerca «Insight»