Gellini Anna Maria
Rosa Parks contro ogni razzismo e intolleranza
2023/11, p. 19
Rosa Parks è considerata la madre del movimento dei neri d’America per la conquista dei diritti civili. Il 1° dicembre 1955 diede inizio alla protesta non violenta per una società più aperta e democratica, tollerante e inclusiva, che allontanasse i fantasmi e le brutalità del razzismo.

Accedi alla tua area riservata per visualizzare i contenuti.

Questo contenuto è riservato agli abbonati a
Testimoni
.
TESTIMONI
Rosa Parks
contro ogni razzismo e intolleranza
Rosa Parks è considerata la madre del movimento dei neri d’America per la conquista dei diritti civili. Il 1° dicembre1955 diede inizio alla protesta non violenta per una società più aperta e democratica, tollerante e inclusiva, che allontanasse i fantasmi e le brutalità del razzismo.
«Stanca delle tante umiliazioni subite da lei e dalla sua gente, Rosa Parks, una sarta afroamericana, prende l’autobus per tornare a casa ma, di fronte all’ordine perentorio dell’autista, si rifiuta, quella sera del 1° dicembre 1955, di alzarsi per cedere il suo posto a un passeggero bianco salito dopo di lei ma rimasto in piedi. È l’inizio di una “rivoluzione in autobus”, di una resistenza passiva ma fiera e assoluta, di una nuova consapevolezza» che parte da una persona comune, come i tanti che ogni giorno, a Montgomery, capitale dell’Alabama, prendono l’autobus per tornare a casa dal lavoro.
Infanzia e giovinezza
Rosa nasce in Alabama a Tuskegee, piccolo villaggio poco distante dalla capitale Montgomery, il 4 febbraio 1913 da James McCauley e Leona Edwards, in una famiglia metodista, segnata da profonda spiritualità e grande attenzione verso i problemi sociali. La madre è insegnante elementare; il padre lavora come carpentiere e muratore. Dopo Rosa nasce Sylvester, il fratellino. Ben presto la famiglia si trasferisce a Pine Level, un piccolo centro agricolo dell’Alabama. Vivono tutti nella fattoria dei nonni, ex schiavi, che la piccola Rosa aiuta nella raccolta del cotone.
Sono tempi molto duri per la «gente di colore», come Rosa e la sua famiglia. Negli anni dal 1876 al 1965, le leggi locali impongono una netta separazione non solo fra i neri d’America, ma anche per tutte le altre razze, diverse da quella bianca. Si tratta di una vera e propria segregazione razziale, nei luoghi di pubblico accesso, nelle scuole, in bar, ristoranti, mezzi di trasporto pubblico, treni, chiese, teatri e alberghi.
Nel paese dove abita la famiglia McCauley, dilagano violenza e assassinii nei confronti dei neri. I delitti avvengono per mano del Ku Klux Klan, società segreta razzista, fondata nel 1866 negli Stati del Sud, in seguito alla guerra di secessione americana e alla concessione dei diritti politici ai neri.
Nessuno si sente al sicuro: persino l’anziano nonno di Rosa si vede costretto ad armarsi per difendere la sua famiglia. La stessa Rosa conosce anche gli atteggiamenti aggressivi di alcuni bambini bianchi. Frequentando regolarmente la scuola, Rosa sperimenta ben presto che la cultura è uno strumento di emancipazione, di maturità, di progresso.
L'autobus 2857
Rosa ha 18 anni quando nel 1931 sposa Raymond Parks, un barbiere e attivista del NAACP (National Association for the Advancement of Colored People), movimento per i diritti civili dei neri. Nel 1940, anche lei entra nello stesso movimento, diventandone in breve tempo la segretaria. Nel 1955 Rosa ha 42 anni e lavora come sarta in un grande magazzino di Montgomery. Per tornare a casa, prende sempre l’autobus 2857.
Il 1° dicembre di quell’anno, come tutte le sere, Rosa Parks sale sull’autobus. È stanca, e vedendo che tutti i posti riservati ai neri sono occupati, si siede in un posto libero, destinato sia a bianchi che a neri. Dopo solo poche fermate sale un uomo bianco; la legge prevede che Rosa debba alzarsi e cedere a lui il suo posto. Rosa tuttavia non accenna minimamente a farlo. L’autista assiste alla scena, alza la voce verso di lei, ribadendole che i neri devono lasciare il posto ai bianchi, invitandola a spostarsi in fondo all’autobus.
Tutti gli occhi dei passeggeri sono puntati su di lei. I neri la guardano con orgoglio e soddisfazione; i bianchi sono disgustati. Inascoltato, l’autista alza nuovamente la voce e impone a Rosa di alzarsi: lei si limita a rispondere un semplice «No», «senza urlare, senza protestare. Sa di essere nel giusto e questo le dà forza, quasi certamente insieme alle sue mute preghiere, al suo umile affidamento al Signore che è sempre dalla parte del più debole e del più sofferente». A quel punto, l’autista chiama la polizia, che nel giro di pochi minuti la arresta.
Il processo
Segue un veloce processo: il 5 dicembre, Rosa Parks viene dichiarata colpevole. Ma un avvocato bianco, difensore e amico dei neri, paga la cauzione e le restituisce la libertà.
La notizia dell'arresto accende gli animi degli afroamericani. Martin Luther King, futuro premio Nobel per la pace, cerca di organizzare una manifestazione pacifica.
Jo Ann Robinson, dirigente di un’associazione femminile, ha un’idea vincente: da quel giorno nessun individuo appartenente alla comunità nera di Montgomery, salirà più su un autobus e su qualsiasi altro mezzo di trasporto. La popolazione di Montgomery conta più neri che bianchi, di conseguenza è inevitabile cedere, pena il fallimento delle aziende.
Nonostante tutto, la resistenza dura fino al 13 dicembre 1956, giorno in cui la Corte Suprema dichiara incostituzionale e quindi illegale la segregazione dei neri sui mezzi di trasporto pubblico. Per Rosa Parks e per la sua famiglia, questa vittoria ha però un prezzo alto: la perdita del posto di lavoro, numerose minacce, insulti frequenti. Nel 1957 Rosa si traferisce a Detroit, in Michigan, con il marito.
Rosa Parks figura simbolo
Le leggi di segregazione razziale vengono abolite definitivamente il 19 giugno 1964.
d'America. Nelle sue successive lotte, Rosa Parks affianca Martin Luther King per la difesa dei diritti civili e l’emancipazione di tutti i neri.
Dedica poi la sua vita al campo sociale: nel 1987 fonda il «Rosa e Raymond Parks Institute of Self-Development», che ha lo scopo di aiutare economicamente gli studenti più poveri a completare gli studi. Nel 1992 pubblica il suo primo libro "La mia storia: Una vita coraggiosa", redatto insieme allo scrittore Jim Haskins.
Nel 1999, il presidente americano Bill Clinton, la invita alla Casa Bianca per consegnarle la Medaglia presidenziale della libertà (Presidential Medal Of Freedom), che assieme alla medaglia d'oro del Congresso è considerata la massima onorificenza degli Stati Uniti d’America. In quell'occasione, Bill Clinton la definisce così: «La madre del movimento per i diritti civili (The Mother of the Civil Rights movement). La donna che mettendosi a sedere, si alzò per difendere i diritti di tutti e la dignità dell’America».
Rosa Parks muore a Detroit il 24 ottobre 2005.
A Montgomery, dove c'era la celebre fermata dell’autobus 2857, la via Cleveland Avenue viene ribattezzata Rosa Parks Boulevard.
Rosa Parks lascia in eredità il suo ideale «di esistere su questo pianeta senza subire minacce e limitazioni di qualsiasi tipo, di costruire e di dare il proprio contributo a una convivenza civile, ispirata ai grandi valori dell’amore, della libertà e della giustizia, della fratellanza e della tolleranza, della pace e della non violenza, dell’inclusione sociale contro ogni forma di razzismo».
ANNA MARIA GELLINI