Nertempi Donatella
Attualità di un carisma
2023/11, p. 16
Don F.M. Baccilieri non è un beato famoso e neppure molto conosciuto, ma chi si avvicina alla sua testimonianza di vita ne rimane affascinato per la sua profonda ricchezza umana e spirituale.

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COMUNITÀ SERVE DI MARIA DI GALEAZZA
Attualità di un carisma
Don F.M. Baccilieri non è un beato famoso e neppure molto conosciuto, ma chi si avvicina alla sua testimonianza di vita ne rimane affascinato per la sua profonda ricchezza umana e spirituale.
Quando decide di darsi a Dio, la sua ferma volontà è di farsi gesuita; e invece finisce col diventare sacerdote diocesano. Sogna di raggiungere le terre dell’Estremo Oriente per annunciare il Vangelo; al contrario, rimarrà in tutti i suoi anni confinato in uno dei più piccoli paesi della nostra «bassa» padana, la Galeazza.
Uomo, sacerdote di tre diocesi, nato ed educato nella chiesa di Modena, viene consacrato sacerdote dall’Arcivescovo di Ferrara, ma sarà la chiesa di Bologna a tenere il vanto di averlo come esemplare pastore a servizio del popolo.
Arriva prete giovane a Galeazza per fronteggiare un’emergenza dove dovrebbe restare solo per qualche giorno, e vi resta 42 anni fino all’ultimo battito del suo cuore.
Inizialmente c’è in lui una forte riluttanza per assumere questo compito, ma alla fine niente riuscirà più a staccarlo da Galeazza.
Questa parrocchia è stata fino alla fine la beneficiaria di tutti i suoi pensieri, di tutti i suoi travagli, di tutte le sue intelligenti iniziative pastorali.
Scelse di rimanere un povero parroco di campagna, mettendo a servizio del popolo, affidato alle sue cure pastorali, la sua vasta cultura umanistica, religiosa, giuridica.
La semplicità fu il suo stile di vita che spinse quanti lo conobbero ad amarlo!
Come il buon samaritano
Come il buon samaritano, don Baccilieri si è preso cura dei più deboli, degli emarginati, dei rifiutati del suo territorio. Zona depressa era allora Galeazza e dintorni, dove abbondava la povertà fisica, morale, culturale, ma lui non si è lasciato scoraggiare e ha saputo chinarsi su ogni sofferenza e necessità.
Ha saputo «patire con», è stato l’uomo, il parroco che ha vissuto la compassione per le persone in difficoltà, indifferenti, in ricerca di senso, di calore umano e di spiritualità profonda: si è fatto amico dell’uomo del suo tempo”.
È stato l’uomo dell’ascolto profondo della Parola di Dio, vissuta ed annunciata. Non ha avuto paura del rischio, del nuovo: ha fatto sentire la Chiesa una ‘pietra viva’, seguace di un Cristo vivo.
Don Ferdinando non solo ha dato tutto se stesso, ma a Galeazza ha saputo cogliere le potenzialità delle persone e delle situazioni e ha creato gruppi e associazioni perché ognuno potesse riconoscere i propri doni, coltivare la fede e la vita cristiana e diventare così, a sua volta, fermento di disponibilità per la chiesa e per la società.
«L’esempio del beato Baccilieri, gloria delle tre diocesi, Bologna-Ferrara-Modena, rimane anche nel nostro tempo un modello per i pastori delle comunità parrocchiali e direi un esempio anticipatore di ciò che stanno vivendo le varie parrocchie e diocesi.
La famiglia religiosa, fondata da don Baccilieri, sorge così quasi come sviluppo naturale della pastorale parrocchiale, secondo i piani di Dio; don Baccilieri si era trovato ad essere parroco suo malgrado e diventa fondatore per caso. Si può forse dire che non aveva piani preordinati, ma ha fatto quello che ha fatto, perché ha preso tutto sul serio».
La passione profonda di Ferdinando era la missione: l’urgenza e l’ansia dell’evangelizzazione caratterizzarono tutto il suo ministero.
La fondazione della prima comunità
di Serve di Maria di Galeazza
Le origini della Congregazione sono pienamente legate al ministero di parroco e alla sua stima nei confronti della donna e delle sue possibilità umane e intellettuali. Di qui il suo contributo per educazione e promozione della donna, allora esclusa dall’ambito dell’istruzione e della responsabilità; di qui la fondazione della prima comunità di «Serve di Maria di Galeazza» nel 23 giugno 1862.
Pienamente inserite allora nella parrocchia di Galeazza, pienamente inserite oggi nelle diverse realtà culturali ed ecclesiali, le Serve di Maria di Galeazza vogliono vivere e testimoniare le tre caratteristiche tipiche del carisma servitano: «spiritualità mariana, vita fraterna, servizio».
Viviamo la nostra missione oggi, soprattutto impegnandoci nell’educazione umana e spirituale attraverso la scuola, la catechesi, i gruppi, i centri di spiritualità, la pastorale familiare, il servizio nella carità con poveri in senso materiale e relazionale, la visita alle famiglie, l’accoglienza di giovani.
Nate in una parrocchia per un servizio pastorale della comunità cristiana, vogliamo essere come don Ferdinando promotrici della pluralità di carismi e di vocazioni, facendo tesoro delle ricchezze proprie di ogni cultura, ponendo una particolare attenzione per l’istruzione e promozione della donna, dei giovani e la formazione della famiglia.
La testimonianza del Fondatore ci interpella, le sue scelte, le sue attenzioni, la sua sensibilità lo rende persona attuale e significativa anche e soprattutto oggi. Un grande sogno di don Ferdinando, che ha sempre portato nel cuore, ma che non ha potuto realizzare personalmente, è stato il desiderio di andare in missione
Dopo 161 anni dalla sua nascita siamo qui, riconoscenti al Signore, perché il suo sogno è stato realizzato in pieno, lungo la storia delle sue figlie. Oggi siamo presenti, anche se in dimensione modesta, in Italia, Germania, Brasile, Corea del Sud, Indonesia.
DONATELLA NERTEMPI, S.M.G.