Redazione CISM
Nel triennio 2023-2025 le assemblee CISM in stile sinodale
2023/10, p. 3
Il cammino sinodale sta coinvolgendo la Chiesa universale accompagnandola fino alla celebrazione del giubileo del 2025. In realtà, come più volte dichiarato, non si tratta di concludere il cammino, in quanto la sua attuazione è volta a generare nella Chiesa una postura sinodale nell’ordinarietà del suo agire.

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Nel triennio 2023-2025
le assemblee CISM in stile sinodale
Il cammino sinodale sta coinvolgendo la Chiesa universale accompagnandola fino alla celebrazione del giubileo del 2025. In realtà, come più volte dichiarato, non si tratta di concludere il cammino, in quanto la sua attuazione è volta a generare nella Chiesa una postura sinodale nell’ordinarietà del suo agire.
Non tanto, quindi, un sinodo come evento normato, che chiama alcuni soggetti incaricati per l’elaborazione di un documento conclusivo, ma il cammino sinodale come processo che coinvolga tutti i battezzati per aiutare la Chiesa ad assumere nuove forme di comunione, di partecipazione e di missione.
Le realtà ecclesiali sono caratterizzate da forme di governo, prassi, linguaggi e modelli interiorizzati (paradigmi), che oggi risultano in molti casi disfunzionali rispetto alla missione che esse cercano di perseguire. Malgrado gli sforzi, le risorse, l’impegno messo in campo, i risultati sembrano distanti ma soprattutto l’esperienza che in queste forme viene vissuta non permette ai soggetti di vivere pienamente la loro chiamata.
Il cammino sinodale si configura su indicazione di papa Francesco come un vero e proprio cammino di evangelizzazione e di purificazione, non tanto per individuare strategie per divenire più efficaci ma per mettere in atto una conversione interna alla Chiesa. Si legge, infatti, nel Documento preparatorio n. 32: «Lo scopo di questo Sinodo non è di produrre altri documenti. Piuttosto, intende ispirare le persone a sognare la Chiesa che siamo chiamati a essere, a far fiorire le speranze, a stimolare la fiducia, a fasciare le ferite, a tessere relazioni nuove e più profonde, a imparare gli uni dagli altri, a costruire ponti, a illuminare le menti, a riscaldare i cuori e a rinvigorire le nostre mani per la nostra missione comune».
Lo stile sinodale e la struttura del suo processo potrà costituire un mezzo per ripensare la proposta stessa dell’Assemblea generale annuale della CISM. Negli ultimi anni l’Assemblea è stata percepita come un evento istituzionale, più che un cammino comune di risignificazione e ripensamento della presenza religiosa in Italia. Ha fatto uso di un metodo tradizionale, frontale, affrontando tematiche che, seppur di interesse e in grado di scuotere gli animi, hanno fatto fatica a trovare una ricaduta nella vita religiosa nazionale. Inoltre, si corre il rischio di evidenziare sempre ciò che manca, senza una prospettiva di più ampio respiro.
Alla luce di queste considerazioni, qui sinteticamente esposte, si è ritenuto opportuno ripensare l’Assemblea generale da evento annuale isolato, a processo triennale: un percorso dove fornire strumenti, strategie, mappe per orientare il cammino delle comunità.
Tornare a discernere in un cambio d’epoca
La necessità di una conversione pastorale risulta oggi particolarmente evidente, in quanto molte problematiche sono comuni alle diverse province religiose: difficoltà nella vita fraterna, appesantimento e disingaggio emotivo ed ideale nel vivere il proprio ministero, l’emergere di individualismi e personalismi, il calo di vocazioni e quindi l’esigenza di accorpamenti e riduzione di servizi per un eccessivo peso delle strutture.
Per affrontare queste problematiche, che hanno quindi una natura sistemica e non relegabile a singoli soggetti o situazioni, non è sufficiente mettere in atto nuovi progetti o un adattamento funzionale dell’organizzazione. Se nel breve periodo queste soluzioni potrebbero arrecare qualche sollievo, nel medio-lungo periodo andrebbero a generare una tensione e frustrazioni di lunga maggiori alle esistenti.
La proposta di ripensare le Assemblee come snodi di un processo di accompagnamento si muove sulla scia del cammino sinodale, per riflettere non tanto a partire dal dato antropologico e sociale, ma da quello spirituale, per generare un profondo cambiamento di mentalità. In un cambio d’epoca, dove il cambiamento non assume una dinamica lineare ma di discontinuità e di rottura profonda, siamo esposti ad una realtà che non conosciamo e che non possiamo ingabbiare nelle categorie ermeneutiche già in nostro possesso. Dobbiamo accedere a risorse simboliche più profonde e questo è possibile mediante la riscoperta della pratica del discernimento personale e comunitario. Il mettersi in ascolto della volontà di Dio, in quanto il Dio dei viventi non si sofferma su ciò che manca ma sul bene che sempre è «in principio».
Riconoscere, interpretare e scegliere: le fasi del discernimento
Il cammino si dispiega secondo le tre fasi del processo di discernimento indicate nel documento preparatorio del Sinodo dei vescovi su giovani e discernimento: riconoscere-interpretare-scegliere.
Ognuno di questi verbi caratterizzerà nel triennio la proposta di ciascun anno.
Primo anno (nov. 2023) – RICONOSCERE
Sogno e profezia nella vita religiosa
Fase di discernimento. Attingendo alle fonti (Parola, magistero, segni dei tempi, vita, carisma), far emergere nuclei evangelici, trasformativi, per riorientare la presenza della vita religiosa in Italia.
Metodo: alcuni esperti offriranno stimoli per avviare sessioni di discernimento in piccoli gruppi.
Secondo anno (2024) – INTERPRETARE
Segni di futuro
Alla luce dell’ascolto messo in atto, rileggere le forme di comunione, di partecipazione e missione della vita religiosa. Discernere i criteri pastorali in grado di aiutarci ad operare tale trasformazione, individuando le sperimentazioni da avviare e sottoporre a verifica.
Metodo: Gli esperti in questa assemblea avranno più il compito di rileggere esperienze e prassi portati come casi di condivisione e riflessione.
Terzo anno (2025) – SCEGLIERE
Sigilli di cambiamento
Alla luce dei due anni di cammino, si è chiamati ad elaborare ed indicare delle scelte di fondo per la vita religiosa in Italia, ovvero degli orientamenti che indichino delle priorità e delle discontinuità.
Metodo: approfondimenti e acquisizione di strumenti di progettazione pastorale.
Dopo il primo anno – quello che sta per essere celebrato e che abbiamo sommariamente precedentemente presentato – il secondo anno ci inviterà, alla luce del cammino fatto nelle singole comunità attraverso l’identificazione del «Sogno missionario», di mettere in atto delle sperimentazioni, per continuare a discernere e interpretare la realtà mediante l’esperienza di alcune prassi rinnovate: dal sogno ai segni di futuro. Rileggere quindi, alla luce dell’ascolto messo in atto, le forme di comunione, di partecipazione e missione nella vita religiosa. Discernere i criteri pastorali in grado di aiutarci ad operare tale trasformazione, individuando le sperimentazioni da avviare e sottoporre a verifica. Gli esperti, in questa assemblea, avranno più il compito di rileggere esperienze e prassi portate come casi di condivisione e riflessione.
Alla luce dei due anni di cammino, il terzo anno si è chiamati ad elaborare ed indicare delle scelte di fondo per la vita religiosa in Italia, ovvero degli orientamenti che indichino delle priorità e delle discontinuità. L’assemblea sarà allora un’occasione per approfondire e acquisire strumenti di progettazione pastorale.
Entrare in un processo sinodale è compiere un gesto forte di ascolto dello Spirito, che è già oltre, è già «più in là». È accogliere un cammino dove non deteniamo più il controllo pieno, che non possiamo più racchiudere nei nostri schemi acquisiti. È guardare oltre, non restare a discutere del buio ma trovare il coraggio di accendere una luce. È accogliere l’imprevisto, il Gesù non ancora riconoscibile, per camminare con Lui, fino a riconoscerne la voce che invita a rialzarsi e ripartire.
VINCENZO MARRAS