Cabra Piergiordano
Fortezza
2023/10, p. 36
Un tempo, non troppo lontano, la virtù della fortezza era molto apprezzata. Costituiva uno dei cardini dell’educazione tesa a formare un carattere ben temprato, in grado di affrontare le difficoltà della vita, di vincere le proprie paure, di non lasciarsi piegare da sconfitte, dolori e incomprensioni...Ma, oggi, la fortezza è ancora una virtù?

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FORTEZZA
Un tempo, non troppo lontano, la virtù della fortezza era molto apprezzata. Costituiva uno dei cardini dell’educazione tesa a formare un carattere ben temprato, in grado di affrontare le difficoltà della vita, di vincere le proprie paure, di non lasciarsi piegare da sconfitte, dolori e incomprensioni.
Alla Cresima, con il celebre schiaffetto del vescovo, si riceveva l’investitura a «soldato di Cristo», per essere attrezzati a combattere contro il male, il demonio e le sue seduzioni.
Ma, oggi, la fortezza è ancora una virtù? Un allenatore di una squadra giovanile di calcio è giunto a dire: «Vorrei avere una squadra di ragazzi orfani», riferendosi a quei genitori che spingono i figli a prestazioni irraggiungibili, incolpando poi gli altri degli insuccessi dei figli. Così, di fronte alle delusioni che la vita riserva, ci si ribella, rischiando di favorire la violenza, il bullismo, l’aggressività.
Sia l’uomo che la donna, forte innanzitutto è chi, di fronte agli insuccessi, cerca le sue responsabilità e sa dire, prima di cercare le colpe negli altri, «il problema sono io».
L’uomo forte non è colui che vince sempre, ma colui che è leale nel confrontarsi con tutte le situazioni della vita, da quelle personali a quelle collettive, sapendo accettare la sconfitta con dignità, senza recriminare su presunte irregolarità e senza squalificare ingiustamente il vincitore.
Forte è colui che ha il coraggio di intraprendere e sopportare cose difficili.
Ma più forte ancora è chi sa reggere, sa sopportare, non cede facilmente, ma accetta anche l’insuccesso, dopo aver fatto ciò che era in suo potere.
Le imprese degli uomini possono fallire, ma difficilmente fallisce l’uomo che sa sopportare contrasti e opposizioni.
La fortezza, in definitiva, lotta contro la paura della morte, che è la madre d tutte le paure che provengono dalle piccole o grandi morti, quasi quotidiane, che ci sfidano e ci allenano ad affrontare la morte finale.
Per tirar fuori dal cuore il coraggio di unire le forze per combattere, e sopportare le grandi paure collettive, occorrono grandi motivazioni.
Gli ucraini stanno dimostrano che l’amore per la loro patria e per la loro libertà li rende forti, uniti, fieri e decisi a tutto. Così l’amore per una vita buona, per la vita beata, per la vita eterna, può rendere capaci di affrontare anche il martirio, come massima espressione della fortezza cristiana. Il che sembra più facile a dirsi che a farsi. Per questo lo stesso Signore ha promesso, prima di lasciarci: «Avrete forza dallo Spirito Santo… sarete miei testimoni», per attraversare le vicende della vita e far fronte a testa alta alle vostre responsabilità di uomini e di cristiani, sapendo che «è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio» (Atti 14, 22).
p. PIERGIORDANO CABRA