Attualmente circondata dall’indifferenza di un contesto secolare che non le riserva più neanche la dignità di nemico da combattere, la teologia rischia oggi l’irrilevanza. Non è la fine del mondo ma è la fine di un mondo. Sarebbe auspicabile che i problemi e le intuizioni del magistero bergogliano incontrassero una teologia coraggiosa, capace di esplorare i primi e sviluppare le seconde, senza trascurare altre sfide poste dalla contemporaneità. Questo testo si offre come una proposta nel tracciare la teologia pastorale del cambiamento d’epoca nel contesto della prassi di Papa Francesco. L’Autore di questo testo è professore di teologia pastorale presso l’Istituto Teologico di Concordia-Pordenone (itapn.it) ed intende avviare una seria riflessione sulla teologia pastorale di domani. Per la Chiesa che verrà, la desertificazione-rimodulazione del cristianesimo non è la fine da subire, ma l’inedito inizio da cui ripartire insieme. Una teologia, dunque, che non cerchi risposte tampone, ma nutra domande nel ricercarne il senso in una crescente trasfusione di vita tra Facoltà e territorio, tra Facoltà e comunità. Il testo è suddiviso in quattro parti: la teologia pastorale tra Facoltà e territorio (prima parte); non si adora la cenere (seconda parte); l’umanità a ventaglia (terza parte); preparare vie alternative (quarta parte). Nella sezione dell’appendice è presentata una proposta pastorale ad experimentum per i genitori che intendano far crescere i figli nella fede, in famiglia. Don Ruggeri invita a lavorare, perciò, perché vi sia una teologia pastorale che avvii un pensiero sulla metamorfosi nella e della Chiesa ponendosi all’interno della società e della cultura. È una riflessione importante e necessaria sulla teologia pastorale che sia laboratorio di migrazione dai progetti ai processi, dai percorsi agli incroci, dal residenziale al territoriale, dall’io al noi, dal singolo al presbiterio, dall’individuo alla comunità.