Nel silenzio per ascoltar la voce di Dio
2023/1, p. 34
In tutta la Germania esistono solo due case di suore cistercensi di stretta osservanza, chiamate anche trappiste: l’abbazia di Maria Frieden con 14 suore che si sono trasferite quest’anno da Kall all’ex convento benedettino di Steinfeld e nella piccola comunità di Dannenfels, a cui appartiene anche suor Magdalena. L’abbazia trappista di Mariawald è stata sciolta nel 2018.
Qui sr. Magdeleine ci racconta come vivono le suore il tempo liturgico di Avvento
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AVVENTO NELLA TRAPPA
Nel silenzio
per ascoltar la voce di Dio
In tutta la Germania esistono solo due case di suore cistercensi di stretta osservanza, chiamate anche trappiste: l'abbazia di Maria Frieden con 14 suore che si sono trasferite quest'anno da Kall all'ex convento benedettino di Steinfeld e nella piccola comunità di Dannenfels, a cui appartiene anche suor Magdalena. L'abbazia trappista di Mariawald è stata sciolta nel 2018. Qui sr. Magdeleine ci racconta come vivono le suore il tempo liturgico di Avvento.
Il sabato che precede la prima domenica di Avvento nel monastero del Getsemani si osserva il silenzio in maniera ancor più rigorosa. "In questo giorno restiamo deliberatamente in silenzio e ci parliamo solo quando è strettamente necessario. Meglio se niente del tutto”, spiega al telefono suor Magdalena König. La suora è una trappista e vive con altre sei suore a Donnersberg nel Palatinato. Insieme conducono una vita contemplativa nel silenzio e nella solitudine.
Quando si vive in comunità, è necessario coltivare un buon rapporto reciproco, spiega suor Magdalena. "Per questo abbiamo bisogno di questi tempi e spazi fissi per il silenzio." E soprattutto durante l'Avvento. "Cerchiamo di stare più in silenzio in generale in questo periodo che precede il Natale", aggiunge. La sua voce ha un tono dolce e tranquillo. "Il silenzio ti fa tendere l’orecchio a ciò che Dio vuole da te", aggiunge.
Suor Magdalena sa che non è facile per ogni consorella trascorrere tanto tempo in silenzio. "Tutto viene in superficie, tristezza, dolore, vecchie ferite." Ma se si guarda tutto questo consapevolmente e lo si mette davanti a Dio, il silenzio può avere anche ha un valore terapeutico, afferma la suora, a meno che il silenzio non faccia tanto male da aver bisogno di aiuto. Per questo anche le conversazioni sono importanti.
La giornata vissuta intensamente
Per le trappiste di Dannenfels la giornata inizia molto presto. Alle 3:45 le suore si incontrano per il primo momento di preghiera, la veglia notturna. “La notte, afferma suor Magdalena, è un momento particolarmente favorevole per pregare. Alcune suore sono in cappella molto prima per stare lì sedute davanti a Dio. In quest'ora pensiamo anche alle persone che di notte stanno sveglie, che soffrono o muoiono”. Dopo la veglia ci sono le Lodi alle 7:00 del mattino e poi la celebrazione eucaristica con un sacerdote che viene al monastero dall'esterno. Durante la giornata ci sono altri cinque momenti comuni di preghiera, tutti in canto. Anche il lavoro nel monastero si svolge in silenzio. In una parola, è un lungo tempo per stare in silenzio, dice suor Magdalena, che è anche la priora della piccola comunità. Anche i pasti vengono consumati in silenzio mentre una suora legge ad alta voce o viene tramesso un CD musicale, di solito il Messiah di Händel.
È stato anche il silenzio nel monastero ad attirare da giovane l'ormai 56enne. Aveva 29 anni e nel mezzo della sua formazione come insegnante di religione e di tedesco quando ha conosciuto la comunità. "Avevo un forte bisogno di una pausa e volevo riconsiderare il mio percorso professionale". Per caso si è imbattuta nel monastero delle trappiste. Il silenzio che regnava in quel luogo le fece bene. Così bene che si chiese se una tale vita di clausura potesse essere adatta anche per lei. “Ma una vita contemplativa giova davvero alla società?”, si chiese, ritardando la sua decisione. Tre anni dopo ritornò e vi rimase. "Il silenzio non mi ha più lasciato" afferma, "un silenzio il cui centro è Dio. Perché se cercassimo solo la nostra pace, sarebbe una vita piuttosto egoista".
Già due anni prima di entrare nella trappa, smise di comprare nuovi vestiti. «Le mie sorelle lo trovavano strano», ricorda la suora, «per me era un esercitarmi alla vita monastica». Attualmente indossa ogni giorno il suo scapolare nero sopra l'abito monastico bianco e una cintura di cuoio. Questo le semplifica enormemente la vita. Perché non deve più pensare a cosa indossare ogni giorno. Del resto, ha sempre trovato le convenzioni sociali un onere gravoso.
Il suo ingresso nel monastero non è stata una fuga dalla vita di fuori, ma un vantaggio per lei, ne è certa. "Ho lasciato perdere tante cose, le ho date via, le ho regalate ", dice. Non le è mancato mai nulla. Più doloroso, tuttavia, è stato lasciare le amicizie. "Erano degli addio per sempre". Ricorda ancora l'ultima volta in cui è andata al cinema con la sua amica, nel 1988.
Oggi si diverte quando le sorelle guardano un film insieme. Ma solo guardare la TV, accendere la radio o navigare in internet per passare il tempo, lei dice che questo non lo fa mai. Il tempo per una cosa del genere è semplicemente troppo prezioso per lei. Preferisce fare una passeggiata nei boschi con gli altri o leggere un libro. Ma raramente esce dal monastero. Se ha bisogno urgente di qualcosa, va dalla superiora e gliela chiede. Non è un fastidio. Infatti ottiene sempre ciò di cui ha bisogno "Ma se volessi un cavallo perché i cavalli mi piacciono tanto, ovviamente non sarebbe possibile", dice ridendo.
La vita qui in monastero è semplice, ma non scarsa. La casa in cui le suore vivono dal 1984 era un sanatorio per bambini. "Ci piacciono i corridoi alti e larghi e molta luce nelle stanze", dice suor Magdalena, descrivendo la sua casa. Ogni giorno la rallegrano le icone appese alle pareti o i fiori freschi nel vano scala accanto a una statua della Madonna. "Qui mi trovo bene. Altrimenti me ne sarei andata”. Lavorava nel reparto di ricamo di paramenti del monastero, anche se all'inizio non era la sua attività. Oggi è la priora della comunità e ha altre responsabilità amministrative.
Molte letture
I libri sono importanti nel monastero del Getsemani. "Leggiamo molto", spiega suor Magdalena. Nella biblioteca del monastero c'è persino una copia de "Il Signore degli Anelli". Ricorda volentieri il tempo natalizio con i suoi genitori quando era bambina. Alla vigilia di Natale c'erano sempre regali preziosi sotto l'albero, per esempio un libro di Astrid Lindgren a cui era particolarmente affezionata. "Oggi lo leggono i miei nipoti ". Ha lasciato anche quello. Ma oggi è felice quando i suoi genitori per l’Avvento le mandano i biscotti. "Noi sorelle, sottolinea, non ci facciamo regali per Natale, anche perché non usciamo per fare acquisti e, in secondo luogo, non vogliamo essere schiave dell'impulso del consumismo. Piuttosto, preferisce scrivere un bel biglietto con belle parole a tutti, inclusi amici e familiari. "Mi preoccupo sempre molto delle piccole cose". A volte, però, i regali vengono lasciati al cancello dagli amici del monastero: calzini, candele, marmellata, dolci. I pacchetti li apriamo insieme e il contenuto viene distribuito fra noi. "Dopo tutto, siamo una famiglia", ride suor Magdalena. Certo, potrebbe chiedere alla famiglia o agli amici di inviarle qualcosa di speciale per Natale. "Ma non lo facciamo, perché non è nello spirito della regola dell'Ordine". Nessuno deve possedere nulla o dare o accettare qualcosa senza il permesso dell'abate, dice la Regola di san Benedetto al capitolo 33. Può sembrare una cosa austera, ma ciò è vissuto come una liberazione. Si sente riccamente fornita per tutta la vita.
La cappella del monastero del Getsemani per il Natale è decorata con un presepe e una stella di paglia. Qui le monache cantano la Liturgia delle Ore sette volte al giorno.
La vigilia di Natale, nella cappella del monastero viene allestito un semplice presepe e vengono appese delle stelle di paglia. Non c'è l'albero di Natale. Le sorelle ne fanno a meno per non fare morire la pianta. La notte di Natale, poco prima della mezzanotte, la comunità si riunisce di nuovo in silenzio per mezz'ora nella cappella. Questo momento è sempre molto solenne. “Ci prepariamo all'incontro con Dio. È una grande gioia sentire quella notte che Dio entra nella nostra vita di esseri umani e nella vita di tutti coloro che lo attendono nella fatica. Siamo una comunità in cui si prega molto. Questo – conclude sr. Magdalena – è il dono che offriamo alla gente di fuori”.
MADELEINE SPENDIER