Moggi Paola
Giubileo e Capitolo: intreccio vivificante
2023/1, p. 15
L’8 dicembre 2022, in occasione dell’Immacolata Concezione, le Suore missionarie comboniane hanno celebrato la conclusione del Giubileo 150°, iniziato il 1° gennaio 2022 e arricchito durante il mese di ottobre dal loro XXI Capitolo generale.

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SUORE MISSIONARIE COMBONIANE
Giubileo e Capitolo:
intreccio vivificante
Nel gennaio 1972, quando Daniele Comboni, futuro vescovo dell’Africa Centrale, accoglie le prime due aspiranti Pie Madri della Nigrizia, il neonato istituto non ha neppure una dimora propria: è ospite a Montorio di Luigia Zago, laica dell’Istituto Campostrini. Il paese, però, è troppo lontano dai professori del seminario vescovile coinvolti nella formazione delle giovani. Così, quello stesso anno Comboni acquista in Verona l’ex monastero benedettino di Santa Maria in Organo, la “casa madre”.
Il primo martirio
Nel 1882 la rivoluzione mahdista in Sudan travolge le missioni cattoliche del Kordofan e le suore vengono fatte prigioniere e sottoposte a vessazioni e torture. È il primo “martirio” che rivela anche la “miracolosa debolezza” di “far causa comune”. In società maschiliste e dentro una Chiesa spiccatamente clericale, per decenni le “figlie di Comboni” hanno continuato a tenere viva la memoria di colui che, nel diffondere il messaggio liberante del Vangelo, le considerava più importanti dei preti: la cura che prodigavano alle vittime riscattate dalla schiavitù e la dignità che diffondevano nelle famiglie africane rivelavano il volto “materno” del Dio di Gesù di Nazareth.
Ad altri momenti di “distruzione” sono seguite “nuove nascite”: dopo la bufera del Congo (1964), dopo l’espulsione dal Sudan meridionale (1964), durante le guerre civili in Uganda, Sud Sudan, Etiopia, Repubblica democratica del Congo e Mozambico.
Le prime tre comboniane uccise
Le Comboniane uccise sono tre: Liliana Rivetta nel 1981 in Uganda, Teresa Dalle Pezze nel 1984 in Mozambico e Maria De Coppi il 6 settembre 2022 ancora in Mozambico, ma le Comboniane “martiri” sono molte di più: sono quelle rimaste con “miracolosa debolezza” in mezzo alla guerra e alla violenza, spesso anche a caro prezzo.
Un cammino accidentato all’insegna della “fiducia”
L’8 dicembre 2022, in occasione dell’Immacolata Concezione, le Suore missionarie comboniane hanno celebrato la conclusione del Giubileo 150°, iniziato il 1° gennaio 2022 e arricchito durante il mese di ottobre dal loro XXI Capitolo generale.
Non è frequente che un Capitolo generale avvenga durante un Giubileo. Per noi “Pie Madri della Nigrizia”, così battezzate da Daniele Comboni all’inizio del 1872, è stata la prima volta in 150 anni.
Oggi siamo meglio conosciute come Suore missionarie comboniane, ma quel tratto di “madri” che ha segnato i nostri inizi ci piace coltivarlo e alimentarlo: è prendersi cura di coloro che rimangono ai margini e riconoscerne appieno la dignità. Sono persone, ma anche interi popoli.
Celebrare in tempo di pandemia...
Il Giubileo 150° è iniziato quando il covid-19 limitava ancora spostamenti e assembramenti. Le nuove tecnologie, però, hanno permesso a tutte le comunità di connettersi via internet e partecipare all’evento che si è svolto nella nostra “casa madre” a Verona. E non è stata una Messa; con creatività e in diretta streaming, la celebrazione ha mescolato storia e danza, gesti e simboli, testimonianze e preghiera.
Il passaggio della “fiaccola del carisma” da una comboniana all’altra è avvenuto nella cappella di “casa madre”, dalla quale migliaia di missionarie sono partite, ma anche in ogni altra comunità dei 31 Paesi dei 4 continenti in cui oggi siamo presenti.
Il 1° gennaio la “porta del giubileo” non l’abbiamo aperta da sole; con noi c’erano rappresentanti di istituti che nel 1872 contribuirono in modo particolare alla nostra nascita: le Suore Orsoline, le Suore Campostrini, l’Istituto Mazza… e la Chiesa di Verona. Ovviamente non potevano mancare i Missionari comboniani del Cuore di Gesù, le Secolari comboniane e le realtà laicali che concorrono a formare la Famiglia comboniana.
Il nostro modo di attraversare l’anno giubilare è stato “insieme” ad altre e altri; in particolare alle Chiese locali e ai popoli con cui condividiamo la vita: il 6 gennaio, a Verona, siamo state accolte in cattedrale nella “Epifania dei popoli” delle comunità immigrate; il 3 giugno, ricorrenza dei martiri di Uganda, in San Giovanni in Laterano a Roma abbiamo condiviso la celebrazione con le Figlie di Maria Ausiliatrice, anch’esse nei 150 di vita; in altre parti del mondo lo abbiamo vissuto con modalità proprie dei luoghi: dallo Sri Lanka all’Egitto, dal Kenya al Brasile, dagli Usa alla Spagna.
… il nostro “divenire”
Oltre a celebrare gli inizi, nel corso del 2022 abbiamo ricordato il martirio delle vittime della Mahdia (dal 1881 al 1898) e di altre violenze, ma abbiamo anche ricordato l’allargamento progressivo delle nostre “tende”. Non sono state però commemorazioni del passato, quanto cammini condivisi per vivere con più consapevolezza il presente del nostro “essere missione”.
La comprensione dinamica della nostra storia, evento umano e divino in continua creazione, ha fatto del Giubileo l’opportunità di mettere in prospettiva il divenire della congregazione, con le sue svolte e le sue battute d’arresto. Un divenire trasformante, che ancora oggi continua assumendo tratti differenti in contesti differenti: dal mondo arabo alle comunità dell’Amazzonia, dalle realtà rurali isolate alle periferie urbane sovraffollate, dalle università alle attività di contrasto alla tratta di persone.
Varie commissioni, con tratti internazionali e intergenerazionali, hanno affiancato la Direzione generale nel tracciare le tappe del pellegrinaggio giubilare e nel preparare una sosta molto particolare: il XXI Capitolo generale. Il tema era: “…150 anni. Trasformate dal nostro carisma, discepole missionarie verso le periferie esistenziali”.
Un Capitolo “speciale”
La preparazione remota, iniziata a ottobre 2021, ha coinvolto tutte le comunit�� intrecciando i temi del Giubileo alla riflessione carismatica, che ha a sua volta orientato proposte dettagliate di riconfigurazione, elaborate con il concorso delle Circoscrizioni (le aree geografiche che radicano la vita delle Comboniane in varie parti nel mondo) e sottoposte alle 19 Assemblee precapitolari.
Un lavoro molto intenso e articolato, raccolto il 1° ottobre da un Capitolo alquanto originale: delle 52 delegate di 15 nazionalità, tante partecipavano al Capitolo per la prima volta e alcune erano molto giovani in età anagrafica o di professione religiosa.
Innovative sono state anche la disponibilità di traduzione simultanea e la metodologia di lavoro.
A fine settembre, la Missionaria Maria Virginia Isingrini è stata incaricata di favorire due giorni di conoscenza reciproca. Lo ha fatto con un pizzico di humour che ha favorito nelle tre settimane di lavoro un clima molto creativo e informale.
La facilitazione e moderazione, affidate a persone laiche, sono risultate particolarmente feconde. Durante la seconda settimana, decisamente la più impegnativa, Alberto Frassineti ed Eva Gullo, marito e moglie nella vita nonché membri del Movimento dei Focolari, hanno adottato dinamiche di gruppo capaci di “impollinare” le molteplici sensibilità ed esperienze delle partecipanti per “distillare l’essenziale”. Tutte potevano esprimersi liberamente e confrontarsi con serenità. Così il “sentire comune” ha preso forma spontaneamente, concretizzandosi nella stesura di un testo programmatico snello e concreto. La mattina del 19 ottobre, all’inizio della terza settimana, Anne Marie Quigg veniva già eletta nuova Coordinatrice generale, e in pochi giorni tutta la nuova Direzione generale era al completo.
Tra passato e futuro
L’intreccio di Giubileo e Capitolo è stato particolarmente fecondo: ha fatto riscoprire il dinamismo della missione comboniana vissuta concretamente, decennio dopo decennio, da migliaia di donne. Ha donato il coraggio di affrontare le svolte necessarie oggi, affinché quella intuizione appena abbozzata da Daniele Comboni nel 1872 possa continuare a far brillare la dignità di ogni popolo e di ogni persona a varie latitudini.
Abbiamo iniziato il Giubileo connettendoci online e con modalità simile lo abbiamo concluso il pomeriggio del 7 dicembre, quando la nuova Direzione generale ha presentato gli Atti del XXI Capitolo generale. Tutte “interconnesse”, ma non solo in internet: è il carisma condiviso che fa lievitare nel tempo la nostra missione.
Il giorno 8, l’Eucaristia di ringraziamento ha sottolineato proprio che «in questi 150 anni le sorelle che ci hanno preceduto hanno conservato di generazione in generazione il “lievito madre” del carisma comboniano. Lo hanno impastato con le realtà di un’umanità ferita ed emarginata, ed è diventato pane spezzato per tanti fratelli e sorelle. Oggi questo lievito viene affidato ancora una volta a noi, per trasformarlo in pane di vita».
Ogni Capitolo generale è un evento importante perché marca lo sviluppo del percorso, ma questa volta sarà speciale perché celebrato durante il Giubileo 150°. Un tempo per ricordare partenze dolorose che sono state, a volte, come attraversare deserti senza vita; ma anche per celebrare ritorni pieni di canti di giubilo, che hanno reso la nostra congregazione come una vigna ricca di frutti. In questo clima celebrativo, il Capitolo sarà il tempo e lo spazio sacro per guardare al presente ma soprattutto al futuro, e scorgere nuove chiamate.
PAOLA MOGGI