Capitolo in vista
2023/1, p. 4
Si ricomincia a parlare di Capitolo. Eppure mi sembra d’aver concluso ieri il precedente: il tempo vola… e… bisogna prepararci al nuovo, anche se ne parliamo poco, quasi col timore di entrare in un vortice ingovernabile.
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Capitolo in vista
Si ricomincia a parlare di Capitolo. Eppure mi sembra d’aver concluso ieri il precedente: il tempo vola… e… bisogna prepararci al nuovo, anche se ne parliamo poco, quasi col timore di entrare in un vortice ingovernabile.
E così la vostra suor Giacomina ha pensato di mettere per iscritto alcune impressioni, suscitate da conversazioni (e santi pettegolezzi) con consorelle e altri, per prepararsi ad entrare nel tormentone del Capitolo. Sono appunti “extravagantes” (senza connessione, strani, insoliti, stravaganti), quali scialuppe di salvataggio per addentrarsi con la cautela e il coraggio necessari, nelle acque agitate del mare nostrum della Congregazione all’inizio del terzo millennio, già partito a velocità supersonica.
Appunto n. 1
“Lasciateci morire in pace”: è l’invocazione di alcune anziane, magari veterane di agguerriti Capitoli, dove si combatteva, trincea contro trincea, fino all’esaurimento, su una virgola (o su un mattone). Per avere poi opere aggiornate, ma ora in affanno, assieme alla produzione di documenti enciclopedici, presto dimenticati.
Per decenni si è cercato di realizzare l’aggiornamento promosso dal Vaticano II, sperando di poter così fermare l’incipiente declino delle opere e la riduzione delle vocazioni. Il Concilio però non aveva tanto promosso e promesso questi risultati, quanto il rinnovamento della nostra Vita, per renderla atta a testimoniare la morte e risurrezione del Signore anche nel nuovo tempo. Annunciamo la tua morte Signore, proclamiamo la tua resurrezione, nell’attesa della tua venuta.
Appunto n. 2
Ma non c’è solo sfiducia. C’è anche paura.
I tempi del prossimo sessennio non si delineano facili. Abbiamo paura di dover prendere e attuare decisioni, che potrebbero turbare non poco.
A proposito di paura, ogni giorno ne spunta una. È recentissima quella dei buchi neri nel cosmo. Proprio poco meno di qualche mese fa, è stato fotografato un enorme buco nero di inimmaginabili proporzioni anche nella nostra galassia, la Via Lattea. Un buco nero divora stelle, materia cosmica, crea attorno a sé un vuoto che richiama altra materia destinata ad essere divorata. E in me, pur sapendolo lontanissimo, ma pur sempre il più vicino di quelli conosciuti finora, ciò crea una paura che direi cosmica.
Ma poi quel mostro, immagine della distruzione e della negatività, espelle energia, nuove stelle, creando nuovi scenari fantastici. È un’ulteriore prova che l’universo si è costruito attraverso catastrofi colossali, grazie a distruzioni creative, che precedono e permettono passaggi verso forme sempre più complesse della configurazione del cosmo.
E se il futuro ci si presentasse come un buco nero, pronto a divorare il presente, ma che prepara nuove forme di vita cristiana e consacrata?
Sto esagerando, ma la paura viene da lontano e non si può sempre contenere. A meno che si pensi agli effetti positivi, alla luce della Risurrezione dopo le tenebre (il buco nerissimo, catastrofico) della Croce…
Padre nostro che sei nei cieli…
È per questo che mi fai domandare che sia santificato il tuo nome, cioè che TU sia riconosciuto per quello che sei, che venga il tuo Regno, che sia fatta la tua volontà e quindi che noi facciamo tutto ad maiorem Dei gloriam, che cerchiamo non la nostra gloria, ma la Tua, il tuo Regno non il nostro, la tua volontà che guida i cieli. Non la mia.
Ma è meglio che mi faccia aiutare dai santi. In questo mio balbettio.
Ho letto, proprio nei giorni della canonizzazione, queste righe di Charles de Foucauld: “Una delle cose che noi dobbiamo assolutamente a nostro Signore è di non avere paura. Avere paura è fargli una doppia ingiuria: in primo luogo è dimenticare che egli è con noi, che ci ama e che è onnipotente; in secondo luogo è per il fatto che non ci conformiamo alla sua volontà. Se conformiamo la nostra volontà alla sua, tutto ciò che ci capita, essendo voluto e permesso da Lui, ci lascerà lieti e non avremmo inquietudini né timori. Abbiamo dunque questa fede che bandisce ogni paura; abbiamo al nostro fianco, di fronte a noi e in noi, nostro Signore che è onnipotente, che conosce ciò che è buono per noi, che ci dice di cercare il regno dei cieli e che il resto ci sarà dato in sovrappiù".
PIERGIORDANO CABRA