Direzione generale
Editoriale
2023/1, p. 1
Carissime amiche, carissimi amici, esce con un piccolo ritardo questo primo numero dell’anno; è anche il primo numero di Testimoni che viene pubblicato dopo il significativo cambio di proprietà avvenuto recentemente. Infatti, come certamente avete saputo, il Centro Editoriale Dehoniano, sottoposto a procedura fallimentare, è stato acquisito da un nuovo assetto societario che ha sempre sede a Bologna: il Portico editoriale S.p.A

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Editoriale
Carissime amiche, carissimi amici,
esce con un piccolo ritardo questo primo numero dell’anno; è anche il primo numero di Testimoni che viene pubblicato dopo il significativo cambio di proprietà avvenuto recentemente. Infatti, come certamente avete saputo, il Centro Editoriale Dehoniano, sottoposto a procedura fallimentare, è stato acquisito da un nuovo assetto societario che ha sempre sede a Bologna: il Portico editoriale S.p.A. Questo gruppo nasce per non disperdere una tradizione che ha dato molto alla cultura italiana e che assicura molte prospettive di sviluppo; ha visto anche il coraggio di vari investitori capaci di credere nel progetto, ai quali va il nostro primo ringraziamento.
In questa nuova fase, la nostra rivista continuerà le sue pubblicazioni mensili con la cadenza che è ormai consolidata, anche se il gruppo editoriale vivrà già da subito dei cambiamenti. La nuova proprietà ha consapevolmente scelto di mantenerne la presenza con un forte convincimento: l’importanza di queste nostre pagine di fronte all’attuale contesto storico, dove sempre più il pluralismo e il confronto giocano un ruolo centrale per la nostra convivenza e la nostra civiltà, così come per ogni altra; le riflessioni che portiamo avanti possono essere stimolo rivolto a tutti per apprendere come con-vivere, anche nelle nostre solitudini. Le comunità religiose hanno avuto e possono rappresentare, per così dire, una istanza sperimentale del mondo che stiamo costruendo, perché al loro interno già si giocano, a livello locale come a livello mondiale, dinamiche simili: le diversità, le ostilità, insieme a progetti e pensieri comuni; sempre più dovremmo pensarci come persone che vivono ‘a proprio agio’ nella differenza e sempre più dovrebbe essere chiaro che questa differenza non nasce solo da un’esperienza di peccato: può essere invece evidenza della ricchezza della grazia. La vita religiosa ha sempre, in diversi modi, pensato questo; l’unica condizione è forse che non ci chiudiamo all’azione dello Spirito e alle libertà che lui stesso si prende nonostante le nostre paure.
Il nuovo percorso editoriale di fatto vuole mettere al centro del progetto l’apertura al mondo di oggi. Dovremo perciò prestare particolare attenzione ai cambiamenti che ora toccano anche la vita religiosa, in particolare, e la vita consacrata nel suo senso più ampio. Non si tratta solo del calo numerico di tante presenze che un tempo erano tradizionali, ma della consistenza e della qualità della nostra scelta di vita e della scelta di vita delle nuove generazioni. Stiamo cambiando e, come sempre, questo comporta la capacità di mantenere insieme novità e storia. Stiamo cambiando nel nostro modo di essere uomini e donne, nel nostro linguaggio cristiano, nella nostra vita liturgica, nella nostra relazione con gli altri, nella nostra fede. Stiamo cambiando come comunità e come singoli. A questo riguardo la testimonianza della donazione a Dio e della sequela di Gesù possono essere ancora oggi voce profetica e donare spazi che aiutino la costruzione di quella fraternità e sororità che papa Francesco invita a costruire con ogni persona in questo mondo. Per esempio, da una parte, occorre aprire il nostro sguardo a quelle forme di sequela, come la vita eremitica e quella dell’Ordo Virginum, che si stanno facendo pian piano sempre più presenti (ancora una volta: forse non dal punto di vista numerico, ma certamente dal punto di vista qualitativo e propositivo); dall’altra, è importante riconoscere i segni dello Spirito anche oltre i confini tradizionali del cristianesimo per valutare come l’esperienza religiosa, conventuale o monastica che sia, possa suggerire strade nuove alla cultura di oggi e possa essere luogo dove il divino prende ancora posto nella nostra storia umana.
Il ringraziamento che, chiudendo queste riflessioni, vogliamo rivolgere a p. Lorenzo Prezzi e alla redazione che sinora ha guidato la rivista nasce dalla consapevolezza dell’enorme lavoro svolto da loro e della loro dedizione ad intercettare le istanze e le problematiche del mondo religioso di oggi. In questo senso, ci auguriamo di poterli imitare così come auguriamo al nuovo gruppo di lavoro di poter ricevere anche dal loro esempio quella propulsione che riesca a dare un senso del tutto particolare al cammino della rivista.
LA DIREZIONE GENERALE