Dall'Osto Antonio
Brevi dal mondo
2022/9, p. 35
Roma - L'universo è bellissimo Nigeria - Sacerdoti rapiti o uccisi Haiti - Uccisa Suor Luisa Dell'Orto

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Testimoni
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Roma
L’universo è bellissimo
“I cieli narrano la gloria di Dio”: è un’esclamazione piena di stupore che ripetiamo pregando il Salmo 18. Stupore che ci affascina ancor di più ora osservando le immagini che ha cominciato a trasmettere il telescopio spaziale James Webb (James Webb Space Telescope, JWST, o semplicemente Webb). È un telescopio spaziale per l'astronomia a raggi infrarossi, lanciato il 25 dicembre 2021 dallo spazioporto di Arianespace a Kourou, nella Guiana francese, e trasportato in orbita solare da un razzo Ariane 5. Il telescopio è il frutto di una collaborazione internazionale tra l'Agenzia spaziale statunitense (NASA), l'Agenzia spaziale europea (ESA) e l'Agenzia spaziale canadese (CSA).
“È solo una anticipazione affascinante di quanto potremo apprendere sull'universo in futuro grazie a questo telescopio”. Guy Consolmagno, direttore della Specola Vaticana, nel commentare le prime fotografie dello Spazio profondo scattate dal James Webb Space Telescope ha affermato: “La ricerca scientifica alla base di questo telescopio rappresenta il tentativo di impiegare l'intelligenza che Dio ci ha donato per comprendere la logica dell'Universo”.
“Le nuove immagini del telescopio Webb sono davvero entusiasmanti! È straordinario quello che mostrano, come ciascuno di noi può vedere con i propri occhi. È una anticipazione affascinante di quanto potremo apprendere sull’universo in futuro grazie a questo telescopio”.
È entusiasta il gesuita Guy Consolmagno, direttore della Specola Vaticana, nel commentare le prime fotografie dello Spazio profondo scattate dal James Webb Space Telescope, il più grande e potente telescopio spaziale finora realizzato: “Tali immagini rappresentano un prezioso e necessario nutrimento per lo spirito umano – non si vive di solo pane – soprattutto nell’ epoca attuale”.
Le immagini sono affascinanti a livello scientifico, ma testimoniano anche una incredibile bellezza dell’Universo…
La ricerca scientifica alla base di questo telescopio rappresenta il tentativo di impiegare l’intelligenza donataci da Dio per comprendere la logica dell’Universo.
L’Universo non potrebbe funzionare se non fosse un Universo logico. Tuttavia, come mostrano queste immagini, l’Universo non è soltanto logico, è anche bellissimo. È la Creazione di Dio che si rivela a noi, e in essa possiamo scorgere il suo straordinario potere e il Suo amore per la bellezza.
Grande è lo stupore e la gratitudine al pensiero che Dio ha donato a noi esseri umani, Sua creazione, la capacità di vedere e comprendere quanto Egli ha creato. Come dice il Salmo 8: “Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l’uomo perché te ne ricordi, il figlio dell’uomo perché te ne curi Eppure tu lo hai fatto poco meno degli angeli , di gloria e di onore lo hai coronato”.
Nigeria
Sacerdoti rapiti o uccisi
Sono stati finora 18 i sacerdoti rapiti nel 2022 ma nel Paese si parla di almeno 50 in maggioranza nigeriani.
Il racconto all’agenzia SIR è di padre Tobias Chikezie Ihejirika, confratello di padre Luigi Brenna e primo padre somasco di nazionalità nigeriana.
Essere un prete in Nigeria oggi, ha dichiarato, fa paura. Non passa giorno senza una notizia di un nuovo rapimento. Gli ultimi due sacerdoti diocesani sono stati rapiti lo scorso 15 luglio nella canonica della parrocchia di Cristo Re a Yadin Garu, nello Stato di Kaduna: padre John Mark Cheitnum è stato ucciso lo stesso giorno del rapimento e il suo corpo è stato ritrovato ieri. L’altro sacerdote, padre Donatus Cleopas, è invece riuscito a sfuggire ai sequestratori.
Padre John Mark Cheitnum era preside del decanato di Kwol, direttore della comunicazione della diocesi di Kafanchan e parroco della chiesa di San Giacomo a Jama’a, nello Stato di Kaduna. Anche un missionario italiano, padre Luigi Brenna, 64 anni, padre somasco, il 3 luglio scorso, nella sua comunità a Ogunwenyi, nello Stato nigeriano di Edo, è stato vittima di un tentativo di rapimento. È riuscito a liberarsi da solo quasi miracolosamente dopo essere stato picchiato e aggredito con il machete. Ora sta bene ed è tornato in Italia dai familiari.
Secondo i dati diffusi nei giorni scorsi da Aiuto alla Chiesa che soffre sono stati 18 i sacerdoti rapiti nel 2022 ma in Nigeria si parla di almeno 50 sacerdoti, in maggioranza nigeriani. E c’è un sommerso sconosciuto, perché tanti nemmeno denunciano i fatti. A parlare è padre Tobias Chikezie Ihejirika, confratello di padre Brenna e primo padre somasco di nazionalità nigeriana. I due sono molto legati perché hanno vissuto nella stessa comunità per quattro anni, a Benin city.
Maltrattati dai rapitori. Padre Tobias conosce altri quattro sacerdoti che hanno vissuto la terribile esperienza del sequestro, per mano di delinquenti comuni o dei più temuti pastori Fulani, gruppi armati di religione musulmana che cercano pascoli per le loro mucche e si finanziano tramite i rapimenti. “Le persone rapite vengono trattate molto male – riferisce -. Sono costrette a camminare nella foresta ininterrottamente, non si fermano mai.
Dormono all’aperto, ricevono poco cibo, alcuni muoiono perché malate e senza medicinali per curarsi. Qualcuno è stato perfino violentato. Quando la Chiesa o i familiari non pagano il riscatto oppure riconoscono qualcuno dei rapitori, vengono uccisi”.
Si parla di riscatti tra i 5 e i 10 milioni di naire nigeriane (pari 10.000/20.000 euro) ma ultimamente i Fulani chiedono anche di più. Inizialmente la Chiesa nigeriana aveva preso una posizione ferma: non pagava i riscatti, anche perché si trattava di delinquenti comuni. Per un po’ questa strategia ha funzionato. Ora non è più possibile, pena la morte sicura dei rapiti. A pagare sono le diocesi o i familiari. “I sacerdoti sono un bersaglio facile perché presenti in ogni villaggio – osserva padre Tobias -. Vengono visti come persone che vivono con un certo agio economico, automobili di proprietà, per cui pensano sia più facile ottenere il pagamento di un riscatto. Per loro è diventato un vero e proprio business che serve per finanziare l’acquisto di armi. Inoltre c’è anche un elemento di natura religiosa.
Nel frattempo i sacerdoti devono trovare strategie per la sicurezza. “Quando vivevo con padre Luigi andavo nella foresta con il motorino a celebrare battesimi, a pregare con la gente, senza connessione al telefonino – dice padre Tobias -. Ora non è più pensabile. Bisogna stare attenti a dove si va e non uscire mai la notte. Ma soprattutto cercare di conoscere bene le persone che lavorano in parrocchia (a volte danno informazioni ai rapitori), ed avere a disposizione almeno qualche vigilante armato, collaborando con la rete di sicurezza del villaggio, sperando che li proteggano”. “Essere un prete in Nigeria oggi fa paura”, conclude.
Haiti
Uccisa suor Luisa Dell’Orto
Il 25 giugno scorso, ad Haiti, dove era missionaria, è stata uccisa la Piccola Sorella del Vangelo di Charles de Foucauld Suor Luisa Dell'Orto. Non è stata una tentata rapina finita male, ma un omicidio premeditato ed eseguito a sangue freddo da veri e propri killer. È questa l'ultima ipotesi formulata dalla polizia di Port-au-Prince in merito alla dinamica della morte. Aveva 65 anni, di cui venti spesi ad Haiti.
Secondo gli investigatori, la vettura sulla quale era in viaggio la Piccola Sorella del Vangelo di Charles De Foucauld, sarebbe stata tamponata appositamente da un Suv all'interno del quartiere di Delmas: dallo stesso mezzo sarebbero quindi scese delle persone con il volto coperto, che avrebbero poi sparato in direzione della lecchese per poi darsi alla macchia senza sottrarre oggetti di valore dall'abitacolo.
Suor Luisa era la colonna portante di Kay Chal, “Casa Carlo”, in un sobborgo poverissimo di Port-au-Prince. Aveva dedicato la vita e la missione ai bambini schiavi. "Il centro Casa Carlo era stato ricostruito grazie ai fondi raccolti dalla Caritas italiana con la maxi-colletta del 2010, promossa dalla Cei. Il centro, animato anche dai volontari della Caritas ambrosiana, offre inoltre uno spazio sicuro a centinaia di bimbi del poverissimo quartiere".
Quando era arrivata ad Haiti nel 2002, la struttura esisteva già. Era stata, però, la religiosa originaria della Brianza Lecchese ad occuparsi della sua ricostruzione dopo il catastrofico terremoto del 2010. Un lavoro estenuante quanto fondamentale.
Suor Luisa era nata a Lomagna il 27 giugno 1957. Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico di Lecco, si era laureata in Storia e Filosofia entrando poi nella Congregazione delle Piccole Sorelle del Vangelo di Lione. Negli anni Ottanta era partita come missionaria per il Camerun e a fine anni Novanta per il Madagascar. Dal 2002 era missionaria ad Haiti.
Monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, ha voluto ricordare la vita della religiosa come una benedizione, «nella pratica mite della carità, nello stile semplice della fraternità con le persone ferite, sole, povere, nell’intelligente ricerca della verità sulle vie tortuose, affascinanti, talora interrotte e rassegnate della sapienza umana e nella sequela docile della rivelazione inerme di Colui che è Via, Verità e Vita».
«La sua morte è stata benedizione – ha scritto ancora l’arcivescovo Delpini – : nell’imitazione del Giusto ingiustamente ucciso, dobbiamo credere che ha seminato negli assassini una parola di perdono, un invito a conversione, una testimonianza perché l’umanità non sia indotta a disperare di se stessa, constatando l’incomprensibile spettacolo della cattiveria ingiustificata, della violenza irragionevole».
Parole di vicinanza ha espresso anche nel suo messaggio il card. Zuppi: «Desidero far giungere a tutta la comunità e alla famiglia la mia vicinanza nella celebrazione del rendimento di grazie per la vita della vostra e nostra cara Luisa - ha scritto Zuppi nel suo messaggio -. Ringraziamo Dio per il dono che è stata e che non ha tenuto per sé. Darà frutto perché la sua esistenza era il Vangelo. E Luisa non si è mai risparmiata, ha amato, con semplicità e fedeltà, fino alla fine».
"La sua vita è un potente messaggio di fratellanza che non ci lascia uguali perché con la fortezza dell'amore ci aiuta ad alzare lo sguardo e a non restare distanti, ma a tendere la mano verso i poveri. Suor Luisa li ha guardati con gli occhi di Gesù e ce li ha fatti guardare, conoscere ed amare - ha scritto Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nel messaggio che è stato letto durante il funerale, tenutosi al Parco Verde di Lomagna e celebrato da monsignor Luigi Stucchi, vescovo ausiliare emerito. Evidenziando che “Charles de Foucauld e tutte le sue piccole/grandi sorelle ci ricordano che, quando si ama, si imita e noi custodiamo la sua umiltà come una lezione di vita che ci ammonisce a non perdere tempo, a non riempirci di affanni che svuotano il cuore, a esserci, a scegliere di amare, a pregare”, il card. Zuppi si rivolge alla religiosa: “Cara Luisa, sei stata pronta a tutto, hai accettato tutto per amore. La volontà del Padre si è compiuta in te, hai affidato l’anima tua alle sue mani, senza riserve, con infinita fiducia perché ti ha amato, lo hai amato, ti ama per sempre”.
Anche Papa Francesco, al termine dell'Angelus di domenica 25 giugno, ha voluto ricordare con parole sentite e toccanti suor Luisa Dell'Orto: “Desidero esprimere la mia vicinanza ai familiari e alle consorelle di Suor Luisa Dell’Orto, Piccola Sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, uccisa ieri a Port-au-Prince, capitale di Haiti - ha detto il Papa-. Da vent’anni suor Luisa viveva là, dedita soprattutto al servizio dei bambini di strada. Affido a Dio la sua anima e prego per il popolo haitiano, specialmente per i piccoli, perché possano avere un futuro più sereno, senza miseria e senza violenza. Suor Luisa ha fatto della sua vita un dono per gli altri fino al martirio”.
a cura di ANTONIO DALL’OSTO