La Mela Maria Cecilia
Alla scuola dei Santi
2022/9, p. 18
Insieme alla Vergine Maria, alla cui scuola di preghiera ci siamo già iscritti, riconosciamo la preziosità dell’esempio dei Santi che ci è di stimolo nel nostro cammino di fede ringraziando il Signore per averceli donati come intercessori oltre che come modelli.

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Testimoni
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Alla scuola dei Santi
Insieme alla Vergine Maria, alla cui scuola di preghiera ci siamo già iscritti, riconosciamo la preziosità dell’esempio dei Santi che ci è di stimolo nel nostro cammino di fede ringraziando il Signore per averceli donati come intercessori oltre che come modelli. Già il Concilio Vaticano II ha sottolineato che «il contemplare infatti la vita di coloro che hanno seguito fedelmente Cristo, è un motivo in più per sentirsi spinti a ricercare la Città futura; nello stesso tempo impariamo la via sicurissima per la quale, tra le mutevoli cose del mondo e secondo lo stato e la condizione propria di ciascuno, potremo arrivare alla perfetta unione con Cristo, cioè alla santità […]. In loro è Dio stesso che ci parla e ci dà un segno del suo regno, verso il quale, avendo intorno a noi un tal nugolo di testimoni (cfr. Eb 12,1) e una tale affermazione della verità del Vangelo, siamo potentemente attirati» (Lumen Gentium n. 50). L’esempio dei Santi - non soltanto di quelli canonizzati, ma dei tanti che abbiamo incontrato e incontriamo nella nostra vita, a partire dai nostri nonni, dalla vicina di casa, da una giovane inchiodata in un letto di dolori dal degenerare della SLA eppure sempre sorridente, da persone che silenziosamente vivono e annunciano il Vangelo - ci è di grande incentivo a vivere in pieno la nostra identità umana e cristiana.
I Santi si pregano, è vero: a loro ci rivolgiamo come ad amici e fratelli maggiori perché uniscano la loro voce alla nostra preghiera, al nostro consegnarci al Padre chiedendogli di esaudire ciò che più ci sta a cuore. È vero, altresì, che i Santi pregano continuando a fare quello che più li ha caratterizzati in vita. I Santi che hanno pregato tanto in terra continuano a pregare in Cielo e ci insegnano cosa è la preghiera, quella vera, di lode, di ringraziamento, di affidamento, di impetrazione. È quanto ci assicura san Paolo: «Fratelli, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio» (Rm 8,27). Come sottolinea madre Anna Maria Cànopi, «lo Spirito Santo è un “dolce ospite”, è un compagno, un consolatore […]. Se siamo in atteggiamento di discepoli, nell’atteggiamento di chi desidera imparare, ci accorgiamo che abbiamo nell’intimo del nostro cuore un Maestro che ci guida. Egli […] ci mostra la gloria di Dio presente ovunque, facendoci scoprire il regno dei Cieli già qui sulla terra e la grande amicizia del Cielo: la comunione dei Santi».
Ed è nel meraviglioso circuito di santità che anche le nostre umili voci, dalla terra, si congiungono a quelle che riecheggiano lassù a lode della Santissima Trinità. La preghiera è un’arte che si impara pregando, così come l’esistenza la si dispiega vivendola. Di tanti Santi e Sante ci viene tramandato che erano diventati una preghiera fatta vita, un dialogo vivente con Dio. La preghiera è afflato imprescindibile, rifugio dell’anima. «Dobbiamo metterci alla scuola dei santi, della loro esperienza e sapienza, di quello che lo Spirito Santo ha operato in loro e tramite loro […]. Hanno vissuto l’ordinario in modo straordinario, lasciando permeare il profumo e il sapore di Cristo in ogni cosa, ogni avvenimento e attività».
Abbiamo tutti bisogno di testimoni autentici cui guardare per non lasciarci coinvolgere dalla sfiducia che, purtroppo, serpeggia nel nostro tempo così incerto e travagliato, eppure tanto bello perché illuminato dalla presenza di Dio che mai ci abbandona. La santità è un dono di Dio alla Chiesa e l’azione dello Spirito Santo non cessa di suscitare sempre nuovi Santi che, aggiungendosi alla grande schiera di tutti gli altri, ci accompagnano e sostengono nel pellegrinaggio terreno. Sono come stelle che, avendo brillato sulla terra, ora dalla Gerusalemme celeste continuano ad essere riverbero della santità di Dio che ci raggiunge e interpella. Perché ciascuno di noi, in virtù del battesimo, è chiamato alla santità di ogni giorno.
Essendo impossibile sfogliare qualche petalo della «candida rosa» (Paradiso 31,1) dei beati da indicare come esempio, tanto «la milizia santa che nel suo sangue Cristo fece sposa» (vv. 2-3) è immensa, vogliamo solamente richiamare un significativo episodio della vita di santa Scolastica, sorella di san Benedetto, anch’ella consacrata al Signore. Una volta all’anno Benedetto andava a trovarla per parlare di Dio e incoraggiarsi a vicenda. L’ultima volta che si sono incontrati, Scolastica, presagendo che era ormai vicina la sua morte, scongiurò il fratello invitandolo a rimanere per tutta la notte a discorrere ancora della bellezza del Paradiso verso cui si sentivano protesi, ma Benedetto, ligio alla Regola che prescrive che i monaci debbano rientrare in tempo in monastero, voleva andarsene. Allora Scolastica si mise a pregare il Signore e subito scoppiò un violento temporale, tanto che Benedetto dovette rimanere finché cessasse. Così commenta il miracolo san Gregorio Magno, loro primo biografo: «Non c’è da meravigliarsi che una donna, desiderosa di trattenersi più a lungo col fratello, in quella occasione abbia avuto più potere di lui perché, secondo la dottrina di Giovanni: “Dio è amore”; fu quindi giustissimo che potesse di più colei che amava di più».
È significativo come anche recentemente il magistero pontificio abbia puntato i riflettori sulla santità e sul ruolo formativo dei Santi. Oltre che nell’esortazione apostolica Gaudete et exsultate (2018), interamente dedicata a questo aspetto, papa Francesco nel documento finale del Sinodo sui giovani (2019), Christus vivit, si è soffermato a lungo sul tema della santità additando concretamente ai giovani esempi di Santi di tutti i tempi vicini a loro per età ed entusiasmo, per la tenacia nel voler superare le difficoltà, decisi a non voler scendere a compromessi accontentandosi della mediocrità.
Sì, guardare ai Santi, a questi uomini e donne che hanno pregato amando e che ci insegnano a pregare, è seguire la scia luminosa che hanno lasciato – come accadde dopo la morte di san Benedetto – quale sicura segnaletica per arrivare noi pure là dove loro ci hanno preceduto e ci aspettano facendo il tifo, tra gli spalti del Paradiso, perché possiamo giocare bene la nostra partita e vincere con la grazia del Signore e la loro intercessione insieme a quella della Vergine Santissima. Con l’augurio che possiamo crescere sempre più nel generoso e gioioso impegno di cristiani che vogliono continuare a dire di sì alla vita nonostante tanti problemi, forti della nostra fragilità redenta.
SUOR MARIA CECILIA LA MELA OSBAP