La Mela Maria Cecilia
Alla scuola di Maria
2022/7, p. 10
Maria è il dono più grande che Gesù ci ha fatto dalla croce e ci è sempre di grande consolazione poter esclamare: “Abbiamo una Madre!”. E così andiamo a Lei per ogni nostra necessità, anche e soprattutto per imparare a pregare. Ci è dunque anche Maestra...

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Testimoni
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Alla scuola di Maria
Eccoci giunti alla scuola di Maria. Ella ha accettato la sua piccolezza di creatura e ha riconosciuto Dio come il Padre, il Creatore e Signore della sua esistenza. Maria è il sogno di Dio sull’uomo, la nuova umanità, la donna che si è fidata ciecamente di Dio e che è rimasta sempre fedele alle sue promesse. Per questo è la nuova Eva, la Madre di tutti i viventi in Cristo Gesù, donna forte nelle prove e animata sempre da carità, da spirito di servizio. Maria è il dono più grande che Gesù ci ha fatto dalla croce e ci è sempre di grande consolazione poter esclamare: “Abbiamo una Madre!”. E così andiamo a Lei per ogni nostra necessità, anche e soprattutto per imparare a pregare. Ci è dunque anche Maestra: non solo insegna, ma prega con noi, prega per noi. «La Vergine Maria ci insegna che cosa significa vivere nello Spirito Santo e che cosa significa accogliere la novità di Dio nella nostra vita. Lei ha concepito Gesù per opera dello Spirito e ogni cristiano, ognuno di noi, è chiamato ad accogliere la Parola di Dio, ad accogliere Gesù dentro di sé e poi portarlo a tutti. Maria ha invocato lo Spirito con gli Apostoli nel cenacolo: anche noi, ogni volta che ci riuniamo in preghiera, siamo sostenuti dalla presenza spirituale della Madre di Gesù, per ricevere il dono dello Spirito e avere la forza di testimoniare Gesù risorto».
Dai Vangeli apprendiamo la preghiera mariana per eccellenza che è quella del custodire ogni cosa nel cuore (Lc 2,20); una preghiera che nasce prima di tutto dall’ascolto obbediente di Dio, della sua Parola, del suo manifestarsi negli avvenimenti della vita.
Tre sono le dinamiche oranti che rintracciamo nell’agire della Vergine di Nazareth corrispondenti a delle parole ben precise da lei pronunciate.
1. La preghiera di adesione: all’annuncio dell’angelo Maria risponde «Eccomi sono l’ancella del Signore. Avvenga di me secondo la sua Parola» (Lc 1,38). Nella prima parte dell’Esortazione apostolica Marialis cultus, promulgata da Paolo VI il 22 marzo 1974, la Vergine Maria viene presentata come «modello della Chiesa nell’esercizio del culto» (n. 16) ed anche come «modello dell’atteggiamento spirituale» (n. 22) che la Chiesa deve avere. «L’esemplarità della Vergine, Madre e modello nell’ordine della fede, della carità e dell’unione con Cristo, è declinata secondo le prospettive degli atteggiamenti della preghiera. Così Maria si presenta come colei che ascolta, Virgo audiens, come colei che prega, Virgo orans, colei che dà la vita, Virgo pariens, e colei che offre, Virgo offerens. […] In questo senso Maria, Madre della Chiesa, le insegna a pregare e a meditare le Scritture e a custodirle nel suo cuore. Ciò riguarda direttamente l’iperdulia e l’atto della preghiera liturgica, poiché si tratta di iscriverlo nello stesso atto di preghiera di Maria, Virgo orans (n. 18). […] Il testo precisa che è tutta la Chiesa che impara da Maria a diventare la Vergine orante, lei che ogni giorno presenta al Padre le necessità dei suoi figli, loda il Signore incessantemente e intercede per la salvezza del mondo (ibid.)
Maria, essendo colei che con il suo sì ha permesso al Verbo di prendere carne, conduce ogni membro della Chiesa a diventare a sua volta audiens, orans, pariens et offerens».
2. La preghiera di lode: al saluto della cugina Elisabetta Maria prorompe con il canto del Magnificat (Lc 1,46-56). È «il modello cui guardare per apprendere l’arte della preghiera, così da diventare come lei non solo “persona che prega”, ma “preghiera vivente”. Maria, infatti, è prima di tutto lode a Dio che l’ha voluta così bella, perfetta, immacolata. Un capolavoro onora sempre l’artista che l’ha fatto! […] Maria ha intessuto tutta la sua esistenza di preghiera nell’incessante dedizione di sé a Dio. Il Magnificat, cantico intrecciato con le note d’oro della Scrittura, è sgorgato dalle corde del suo cuore che, toccate dal dito dello Spirito, hanno fatto risuonare all’esterno le armonie di quel silenzioso e ininterrotto colloquio che la Vergine intratteneva con Dio, pur mentre era intenta a tutte le più umili e semplici faccende domestiche».
La Madre di Dio ci è donata quale modello da imitare, quale mediatrice potente, quale canale di grazie perché Ella è in quanto ci conduce al Figlio suo, centro e significato di tutta la nostra esistenza. Maria è la via che ci porta a Gesù, la Madre che ci è sempre vicina, la “donna eucaristica”, secondo la felice espressione di san Giovanni Paolo II: non finirebbero mai le litanie in suo onore.
3. La preghiera di richiesta e di intercessione: alle nozze di Cana sollecita il miracolo del vino così da non turbare la gioia degli sposi e degli invitati. Per dirla con Dante, Maria è «colei che al dimandar precorre» (Paradiso, XXXIII).
Così aveva appuntato in un foglietto madre Giovanna Caracciolo (+2020), priora emerita della nostra comunità: «Essere la tenda di Dio, accogliere la carne di Cristo come Maria. Essere nella comunità un cuore sensibile; accorgersi dei bisogni altrui come Maria alle nozze di Cana». Maria si accorge e agisce di conseguenza. Intercede presso il Figlio e dà ordine ai servi. Il suo intervento materno è attento, sollecito, efficace. Se il vino era venuto a mancare vuol dire che quello buono era stato già bevuto… quindi il vino del miracolo era più buono del buono! È la sovrabbondanza della grazia.
Maria ci porta a Gesù. La devozione mariana è imitare questa Madre eccelsa: ella ci aiuta a capovolgere il nostro sguardo, a proiettarlo al di fuori di noi per guardare la storia, quella universale e quella personale, sotto i riflettori di Dio, allora vedremo ogni cosa e noi stessi sotto tutt’altra luce. L’entrata nel regno della fede che salva assume così i caratteri dolci e delicati di una relazione di fiducia e di affetto con una Persona concreta, una Madre amorevolissima che ci assorbe, illuminandoci e guidandoci, nel suo stato di “piena di grazia”.
E vogliamo concludere con una bellissima preghiera di don Tonino Bello: «Santa Maria, donna del silenzio, riportaci alle sorgenti della pace. Liberaci dall’assedio delle parole […]. Facci comprendere che, solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare […]. Raccontaci dei tuoi appuntamenti con Dio […]. Al di là dello scrigno del cuore, avevi anche un registro segreto a cui consegnavi le parole di Gesù? Che cosa vi siete detto, per trent’anni, attorno a quel desco di povera gente?
Santa Maria, donna del silenzio, ammettici alla tua scuola». Amen.
SUOR MARIA CECILIA LA MELA OSBAP