L'umiltà
2022/7, p. 3
Dante sa che l’umiltà è l’atteggiamento fondamentale per il cristiano, ma sa anche che è una virtù difficilmente realizzabile e facilmente fraintesa. Per questo ne parla un po’ ovunque, ma specialmente nei canti X e XI del Purgatorio...
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L’UMILTÀ
Dante sa che l’umiltà è l’atteggiamento fondamentale per il cristiano, ma sa anche che è una virtù difficilmente realizzabile e facilmente fraintesa. Per questo ne parla un po' ovunque, ma specialmente nei canti X e XI del Purgatorio, nella prima cornice dove si trovano i superbi, che camminano a stento sotto il peso di enormi sassi, la cui vista li fa esclamare: O superbi cristian, […] / non v’accorgete voi che noi siam vermi / nati a formar l’angelica farfalla, / che vola a la giustizia sanza schermi? Che immagine straordinaria dell’umiltà cristiana: siamo vermi, ma siamo chiamati a formar l’angelica farfalla! Pecchiamo contro la nostra realtà sia quando ci diamo delle arie, sia quando non tiriamo fuori i nostri talenti, col pretesto di falsa umiltà, che Dante bolla come viltà.
Ma c’è anche la vanità, un sottoprodotto della superbia: Oh vana gloria de l’umane posse! […] Non è il mondan romore altro ch’un fiato / di vento, ch’or vien quinci e or vien quindi, / e muta nome perché muta lato. Come è capitato a Cimabue che pensava ne la pittura / tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, / sì che la fama di colui è scura.
Umiltà vera è il riconoscere di aver ricevuto tutto da Dio, il quale attende che lo usiamo al meglio per trasformarci in angelica farfalla, degna di volare dritta nel suo Paradiso dove Dio premia in noi i suoi doni fatti da noi fruttificare.
Il resto è vanità.
PIERGIORDANO CABRA