Antropologia teologica
2022/6, p. 46
Il libro è frutto di studio e riflessione, e anche del confronto che l’A. ha avuto con
studenti e docenti in più di dieci anni di insegnamento: Fabrizio Rinaldi è docente di teologia sistematica alla Pontificia Università Gregoriana e all’ISSR dell’Emilia.
Nel suo studio è primario l’intento di aiutare il lettore a cogliere i continui rimandi tra le esperienze di vita e i concetti che la teologia ha sviluppato lungo la storia,
soprattutto in riferimento alla Scrittura.
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NOVITÀ LIBRARIA
Antropologia teologica
Il libro è frutto di studio e riflessione, e anche del confronto che l’A. ha avuto con studenti e docenti in più di dieci anni di insegnamento: Fabrizio Rinaldi è docente di teologia sistematica alla Pontificia Università Gregoriana e all’ISSR dell’Emilia. Nel suo studio è primario l’intento di aiutare il lettore a cogliere i continui rimandi tra le esperienze di vita e i concetti che la teologia ha sviluppato lungo la storia, soprattutto in riferimento alla Scrittura. Il percorso si snoda con linearità e profondità in 12 capitoli, su poco meno di 300 pagine; la stesura del testo si propone con un linguaggio semplice, pur con alcuni termini tecnici tipici della materia, e include numerosi esempi tratti sia dalla narrazione biblica che da esperienze contemporanee. Il lettore si trova a rileggere alcune parole classiche della teologia, come peccato, grazia, salvezza, escatologia, giustificazione, giudizio... ma ogni capitolo e riflessione sono orientati a metterne in luce gli elementi essenziali da non perdere, e da differenziare rispetto a una serie di significati storicamente datati e poco comprensibili per la sensibilità odierna.
Radici e prospettive dell’antropologia teologica
Un discorso teologico che perdesse di vista le fonti storiche della tradizione cristiana, e in particolare la Scrittura, si ridurrebbe a una riflessione troppo personale. Dall'altro lato, un discorso teologico che analizzasse le fonti storiche, senza coinvolgere personalmente chi parla e chi ascolta, si ridurrebbe a una riflessione teorica. Un discorso religioso che non si lega all'esperienza di chi parla e di chi ascolta, si riduce di fatto a un'ideologia: e tale si pone come un muro di idee predefinite che impedisce un vero rapporto con Dio.
Il riferimento costante alla vita di Gesù e all'opera dello Spirito permette di approfondire prospettive che talvolta sono dimenticate nella predicazione e nella prassi ecclesiale, come le promesse del Regno di Dio, l’importanza dell’impegno politico e spirituale a cui è chiamato ogni credente. Il lettore che si confronta con questi contenuti della fede, senza ridurli a semplici concetti teorici, può trovare in essi conferme e conforto, insieme a stimoli che risvegliano domande sul proprio modo di vivere e di credere. Percepire il mondo come un dono gratuito, rileggere nella propria storia i segni di un Dio che si è fatto prossimo, riconoscere un fratello nel volto dell'uomo che incontriamo sulla nostra strada, sperare nelle difficoltà perché si è ascoltata una promessa. Il teologo ricerca nella Scrittura e nella tradizione della Chiesa, elementi utili per comprendere il volto di Dio e poterlo così riconoscere anche nelle vicende attuali. Ma c’è un secondo elemento fondamentale nel lavoro del teologo: la fede cristiana afferma che Dio continua ad agire in ogni tempo, facendosi vicino ad ogni uomo, e lo fa anzitutto attraverso il proprio Spirito e lo stesso Gesù di Nazaret che, come risorto, si fa presente tra i suoi discepoli. Il teologo quindi si chiede come è implicato Dio nelle vicende attuali e lo fa mettendo in dialogo i vissuti dei credenti di oggi con le esperienze di chi ha incontrato Gesù di Nazaret.
Teologia e vita
Oltre alla originalità del fatto che ogni capitolo termina con la proposta di una qualificata bibliografia inerente agli argomenti in esso trattati, costante e trasversale a tutto il libro, l’impegno di attualizzazione di quanto si va proponendo. Il capitolo nono, per concludere con un esempio, fa chiarezza sulla necessità di un corretto discernimento sulla vita e sulla storia a partire dall’apertura dell’uomo verso Dio. Ne deriva una interessante chiarificazione di cosa sia l'apocalittica cristiana: essa legge nei possibili cambiamenti sociali, e in particolare in quelli che implicano la fine di un modello organizzativo e culturale, un'opportunità per la creazione di uno stile sociale più fedele al vangelo e pertanto più inclusivo dei poveri, delle minoranze e di ogni persona che si trovi in condizioni svantaggiate. L'apocalittica dunque sostiene la speranza, si fonda sulla fede in un Dio che interviene per accompagnare la storia e chiama gli uomini ad assumersi le proprie responsabilità: il contrario dunque di chi pensa a catastrofi inevitabili. L'apocalittica cristiana non descrive come sarà il futuro, ma invita a resistere al male durante i tempi difficili, ricordando che le strutture sociali ingiuste sono destinate a cadere. Il cristiano agisce in modo profetico quando le sue scelte esprimono e concretizzano la fede che lo anima, diventando così un segno che rimanda all'opera di Dio e alla sua Parola. Ad esempio, accogliere persone emarginate alla propria mensa, familiare ed eucaristica, può divenire il segno di quella riconciliazione che Dio ha promesso per l'intera famiglia umana e la stessa mensa diviene un segno anticipatore del banchetto del Regno. È attraverso un continuo lavoro di ascolto, riflessione, discernimento e scelta, che il credente testimonia la sua fede, anzitutto nell'ambiente in cui vive quotidianamente.
ANNA MARIA GELLINI
Questo è il testo da indicare in alto
Fabrizio Rinaldi ANTROPOLOGIA TEOLOGICA – EDB, Bologna 2022, p. 295,
€ 25,00