Pangrazzi Arnaldo
L’ansia: prigionieri in una gabbia
2022/6, p. 35
Cerchiamo di esplorare questo stato d’animo per capirne le cause, le manifestazioni, le ricadute sulla salute e alcune modalità per gestirlo meglio.

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MANIFESTAZIONI E RIMEDI
L’ansia:
prigionieri in una gabbia
Cerchiamo di esplorare questo stato d’animo per capirne le cause, le manifestazioni, le ricadute sulla salute e alcune modalità per gestirlo meglio.
Capita a tutti di preoccuparsi per cambiamenti da fare, esami da affrontare, delicate decisioni da prendere, lezioni da impartire.
Rientra nella normalità avvertire ogni tanto lo stress che tutto si stia incasinando o preoccuparsi per ciò che potrebbe accadere. Tutti apparteniamo un po’ al variegato “popolo degli ansiosi” e un giusto senso di ansia contribuisce a sprigionare strategie opportune per dare il meglio di sé.
Ciò che preoccupa è la temperatura dell’ansia, le sue manifestazioni sproporzionate, la sua frequenza e i sintomi preoccupanti che assalgono chi ne è colpito.
L’ansia appartiene alla grande “famiglia della paura” e ne rappresenta un’espressione più vaga, generale e indefinita.
Di solito l’ansia riguarda una minaccia sconosciuta, mentre la paura fa riferimento a un pericolo ben definito; l’ansia ha radici interne, la paura riferimenti esterni; l’ansia è correlata al futuro, la paura concerne il presente.
L’ansia è come una palla di neve che si trasforma in valanga: la persona inizia con un fastidio che diventa preoccupazione e via via assume i contorni di un assillo che si converte in ossessione per poi sconfinare nell’angoscia.
È alimentata da un flusso di pensieri che affollano e tormentano la mente e, poco a poco, ne assumono il governo impedendo al soggetto di vivere il presente, sovraccaricandolo di crucci e rimpianti per il passato e colmandolo di inquietudine e timori per il futuro.
Secondo alcune statistiche, gli italiani che soffrono di disturbi d’ansia sono circa sei milioni, una cifra che denota un fenomeno di vaste proporzioni. I dati informano di un crescente numero di giovani afflitti da questo disagio, che ne altera la qualità della vita.
Cerchiamo di esplorare questo stato d’animo per capirne le cause, le manifestazioni, le ricadute sulla salute e alcune modalità per gestirlo meglio.
Ansia: significato e criticità
Ansia, etimologicamente deriva dal verbo latino “angere” che significa “stringere”: è un qualcosa che può soffocare, bloccare, paralizzare.
Di per sé l’ansia è un’emozione comune che si prova dinanzi a situazioni di pericolo che possono provenire dall’esterno (es. rottura di un rapporto, parlare in pubblico) o dall’interno (es. esprimere i propri pensieri o stati d’animo, timore di essere rifiutati).
Il pericolo determina una risposta di allerta e vigilanza, in sé salutare che, se gestita positivamente, permette di fronteggiare la minaccia e migliorare le prestazioni.
Quando l’ansia assume connotazioni sproporzionate si trasforma in ansia patologica che porta a leggere in maniera catastrofica la realtà.
Il territorio più critico dove si annida l’ansia è la mente, popolata di preoccupazioni infondate e immaginarie, che il soggetto percepisce come virus che lo possono devastare o travolgere.
Robert Bloch la definisce con la seguente immagine: “L’ansietà è un sottile rivolo di paura che si insinua nella mente. Se incoraggiata, scava un canale nel quale tutti gli altri pensieri vengono attirati”.
Chi si lascia governare da questa emozione ben presto si accorge che gli prosciuga le energie e gli mangia la vita.
Jodi Picoult la rappresenta così: “L’ansia è come una sedia a dondolo: sei sempre in movimento, ma non avanzi di un passo”.
Profilo del disturbo
Fattori che possono incidere nell’identità di una persona tendenzialmente ansiosa, sono: la genetica o eredità familiare, l’ambiente di vita (es. contatto con persone ansiose), rotture relazionali, il carattere della persona, traumi sofferti (es. abusi), problemi di salute (es. cardiopatie, asma e alterazione dei neurotrasmettitori).
Alcuni sintomi che si riscontrano nei disturbi d’ansia:
-A livello cognitivo, un crescente senso di agitazione e trepidazione, un’attenzione selettiva che distorce la lettura della realtà, percezione di vuoto mentale, timore di essere osservati, evitamento delle situazioni temute, confusione mentale;
-A livello fisico, fatica nel respirare, disturbi del sonno, irritabilità, “nodo in gola”, nausea, sensazione di svenimento, vampate di calore o freddo, sudorazione, spossatezza;
-A livello psicologico: agitazione, nervosismo, rimuginio, apprensione, assilli, senso di smarrimento;
-A livello comportamentale: limitazione delle attività, riduzione dei contatti, isolamento, attivazione di rituali di vario tipo per controllare la situazione.
Queste diverse reazioni informano su quanto spiacevole possa essere questa inquilina quando si impadronisce della mente del soggetto, interferendo con il suo benessere psico-fisico e derubandolo della gioia di realizzare il suo progetto di vita.
Ruminazioni mentali e disturbi d’ansia
I disturbi d’ansia primeggiano nella scala dei disagi mentali e colpiscono, in particolare, la popolazione femminile.
Inizialmente il disagio ruota attorno a preoccupazioni quotidiane riguardanti la salute, il lavoro, la vita famigliare, la situazione economica, i rapporti con gli altri.
Quando l’ansietà da ragionevole diventa intensa, persistente e incontrollabile sfocia in risposte disfunzionali che interferiscono con le normali attività, con disturbi della memoria e del sonno, alterazioni del battito cardiaco, contrazioni dello stomaco, disturbi gastrointestinali e l’insorgere di disturbi mentali che rivelano conflitti irrisolti della persona.
I sintomi differiscono da soggetto a soggetto, con diverse forme di pericolosità; desta particolare preoccupazione l’ansia cronica e/o acuta che porta alla depressione.
Tra i frequenti disturbi d’ansia si riportano:
-ansia di separazione: distacco da persone o luoghi significativi che impatta, con frequenza, bambini e adolescenti;
-ansia sociale: detta anche “ansia da prestazione”. La palesa chi teme il giudizio negativo altrui, ingigantisce le possibili difficoltà nel contatto con la gente, per cui si rifugia nell’isolamento;
-attacchi di panico: attacchi improvvisi con sintomi intensi, quali palpitazioni, preoccupazione per un infarto, sensazione di svenire o di perdere il controllo, paura di impazzire, timore di morire;
-disturbo ossessivo compulsivo: pensieri persistenti gestiti mettendo in atto rigidi rituali comportamentali o mentali (compulsione) per ridurre o neutralizzare l’ansia.
Sullo sfondo primeggia l’insicurezza, il bisogno di controllo, il perfezionismo patologico, l’ossessione per i dettagli, il pensiero catastrofico.
La cura consiste nel cercare di contrapporsi ai vortici mentali dando più spazio all’azione e al contatto con la natura e con gli altri.
Un saggio proverbio cinese recita: “Che gli uccelli dell’ansia e della preoccupazione volino sulla vostra testa non potete impedirlo; ma potete evitare che vi costruiscano un nido”.
Stemperare l’ansia: rimedi
Il primo passo consiste nell’imparare a “stare con” l’ansia, ma non farsi travolgere. Come ricorda Paulo Coelho, “L’ansia è nata nello stesso momento dell’umanità. E poiché non saremo mai in grado di dominarla, dovremo imparare a conviverci, proprio come abbiamo imparato a convivere con le tempeste”.
Per le patologie più serie il trattamento dipende dal tipo, durata e intensità del disturbo.
Talvolta si ricorre al trattamento farmacologico (con ansiolitici e antidepressivi) anche se, con frequenza, i disturbi ansiosi non rispondono bene ai trattamenti farmacologici.
Di particolare aiuto risulta essere la psicoterapia cognitivo comportamentale di breve durata, per ridurre i sintomi, promuovendo la prassi di esercizi di ristrutturazione cognitiva.
Nelle circostanze meno critiche si ricorre a strategie di auto-aiuto per governare questo stato d’animo, quali: la compilazione di un diario che riporta i propri pensieri, stati d’animo e strategie adottate; il ricorso alla preghiera per dialogare e affidarsi a Colui che ha detto: “Io sono con voi sempre”; la riconciliazione con i propri limiti nella consapevolezza che “Nessuna quantità di ansia può cambiare il futuro. Nessun rimpianto può cambiare il passato” (K. Saluransohn).
Inoltre, risultano benefiche le seguenti pratiche:
-tecniche di rilassamento, yoga, mindfulness, visualizzazioni, esercizi di respirazione lenti e profondi: “Se vuoi conquistare l’ansia della vita, vivi il momento, vivi il respiro” (Amit Ray);
-sport o attività fisiche: nuoto, passeggiate, lavori: “Niente diminuisce l’ansia più velocemente dell’azione” (Walter Anderson);
-rimedi naturali, quali prodotti erboristici calmanti;
-lo yoga della risata o forme di umorismo per sviluppare il pensiero positivo e godere la vita: “Il buon umore è un tonico per la mente e per il corpo. È il miglior antidoto per l’ansia e la depressione” (Grenville Kleiser);
-colorare mandala per cambiare i paesaggi interiori;
-buone letture in riva ad un lago o sorseggiando un thè, per stemperare l’ansia;
-meditazioni audio-guidate per ritrovare l’equilibrio mentale.
Questo assortimento di strategie sono pillole che aiutano a contenere l’ansia, guadagnare fiducia nelle proprie risorse e godere le opportunità che la vita offre.
P. ARNALDO PANGRAZZI, m.i.
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