Cabra Piergiordano
Maggio con Maria
2022/5, p. 3
Nel mese di maggio, possiamo pensare a Maria con alcuni versi straordinariamente belli del Paradiso di Dante, cantore ineguagliabile della Signora del cielo e della terra.

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Maggio con Maria
Nel mese di maggio, possiamo pensare a Maria con alcuni versi straordinariamente belli del Paradiso di Dante, cantore ineguagliabile della Signora del cielo e della terra.
In Paradiso, Maria è celebrata come:
- Il nome del bel fior ch'io sempre invoco / e mane e sera
- la rosa in ch ‘l verbo divin / carne si fece
- la viva stella / che lassù vince come qua giù vinse
- li occhi da Dio diletti e venerati
- il bel zaffiro / del quale il ciel più chiaro s’inzaffira
- il ventre / che fu l’albergo del nostro desiro
- la faccia che a Cristo / più si somiglia, chè la sua chiarezza / sola ti può disporre a veder Cristo
È solo un mazzolin di fiori per ringiovanire la nostra ammirazione per la insuperabile
- Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio / umile e alta più che creatura / termine fisso d’eterno consiglio
MATER MISERICORDIAE
Il Purgatorio è la cantica della divina misericordia. I peccatori del Purgatorio non sono minori peccatori di quelli dell’Inferno, ma hanno saputo rubare la salvezza con la fiducia nella divina misericordia. Basterà ricordare due personaggi celebri: Manfredi e Buonconte da Montefeltro.
Manfredi, ultimo re svevo di Sicilia, ghibellino, più volte scomunicato, incontra Dante in Purgatorio, dove gli racconta che dopo essere stato ferito in battaglia da due punte mortali, io mi rendei / piangendo a quei che volentier perdona. / Orribil furon li peccati miei /ma la bontà infinita ha sì gran braccia, che prende ciò che si rivolge a lei.
Buonconte da Montefeltro, neppure lui uno stinco di santo, offre a Dante l’opportunità di mostrare una volta ancora l’importanza di Maria madre di misericordia. Anche lui muore in battaglia forato nella gola, fuggendo a piedi e sanguinando il piano / quivi perdei la vista e la parola, / nel nome di Maria finii”. E qui Dante si diverte presentando la disputa tra l’angelo e il demonio, sicuro di avere per sé quell’anima lavorata a lungo, ma beffato all’ultimo minuto: l’angel di Dio mi prese, e quel d’inferno / gridava; O tu del ciel, perché mi privi? / Tu te ne porti di costui l’eterno / per una lagrimetta che ‘l mi toglie;/ ma io farò dell’altro altro governo.
Maria è il volto materno della divina misericordia. È Lei che molte fiate liberamente il dimandar precorre. È Lei che si preoccupa della salvezza di Dante, quando lo vede in pericolo di perdersi nella selva selvaggia e aspra e forte, è Lei che interessa Santa Lucia, la quale muove Beatrice perché scenda al Limbo a incaricare Virgilio perché lo accompagnasse nel viaggio della salvezza.
È a Lei che ciascuno di noi può dire: In te misericordia, in te pietate, / in te magnificenza, in te s’aduna/ quantunque in creatura è di bontade.
PIERGIORDANO CABRA