La pazienza
2022/4, p. 3
Dante fa del Purgatorio la cantica della pazienza, del tempo della sofferenza sostenuta dalla speranza. Se all’entrata dell’Inferno sta scritto Lasciate ogni speranza, o voi che entrate e dove la sofferenza, priva di speranza, in questo regno, diventa insopportabile e maledetta, nel Purgatorio la sofferenza
è accettata con pazienza, sapendo che, attraverso le prove, l’umano spirito si purga e di salir al cielo diventa degno.
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LA PAZIENZA
Dante fa del Purgatorio la cantica della pazienza, del tempo della sofferenza sostenuta dalla speranza. Se all’entrata dell’Inferno sta scritto Lasciate ogni speranza, o voi che entrate e dove la sofferenza, priva di speranza, in questo regno, diventa insopportabile e maledetta, nel Purgatorio la sofferenza è accettata con pazienza, sapendo che, attraverso le prove, l’umano spirito si purga e di salir al cielo diventa degno.
Il Purgatorio è anche la cantica della preghiera, modellata sul ricco repertorio della preghiera della chiesa, adattata alle diverse situazioni delle anime, a partire dal Miserere e dal Salve Regina dell’antipurgatorio, fino al Padre nostro dei superbi, all’Agnus Dei degli iracondi… è tutto un pregare corale, per poter attraversare la prova con la fruttuosa pazienza.
La preghiera è la compagna inseparabile della pazienza, dal momento che ravviva la speranza rassicurante che nulla avviene a caso e tutto può avere, nelle mani misericordiose di Dio, uno sbocco positivo, al di là di ogni attesa.
Mentre noi, all’inizio del terzo millennio, stavamo dimenticando la necessità della pazienza, il Covid ce l’ha richiamata alla grande, ricordandoci che non siamo padroni del nostro tempo e che ci è dato un tempo per trasformare le cose e un tempo per lasciarsi trasformare, un tempo per costruire e un tempo per lasciarsi costruire. Per diventare puro e disposto a salire a le stelle.
PIERGIORDANO CABRA