Prezzi Lorenzo
No alle mutilazioni genitali femminili
2022/3, p. 28
All’Angelus di domenica 6 febbraio papa Francesco ha ricordato il problema della tratta delle persone, soprattutto donne, «ferita profonda, inferta dalla ricerca vergognosa di interessi economici senza alcun rispetto per la persona umana», ma ha anche indicato la piaga delle mutilazioni genitali femminili. «Sono circa tre milioni di ragazze che ogni anno, subiscono tale intervento, spesso in condizioni molto pericolose per la loro salute.

Accedi alla tua area riservata per visualizzare i contenuti.

Questo contenuto è riservato agli abbonati a
Testimoni
.
No alle mutilazioni genitali femminili
All’Angelus di domenica 6 febbraio papa Francesco ha ricordato il problema della tratta delle persone, soprattutto donne, «ferita profonda, inferta dalla ricerca vergognosa di interessi economici senza alcun rispetto per la persona umana», ma ha anche indicato la piaga delle mutilazioni genitali femminili. «Sono circa tre milioni di ragazze che ogni anno, subiscono tale intervento, spesso in condizioni molto pericolose per la loro salute. Questa pratica, purtroppo diffusa in molte regioni del mondo, umilia la dignità della donna e attenta gravemente alla sua integrità fisica». «Davanti a queste piaghe dell’umanità, esprimo il mio dolore ed esorto ad agire in modo deciso, per impedire sia lo sfruttamento sia le pratiche umilianti che affliggono in particolare le donne e le bambine».
Oggi sarebbero 200 milioni le donne che hanno subito mutilazioni genitali. La pratica, testimoniata fin dalla civiltà egizia, era (ed è) diffusa in vaste aree dell’Asia (Cina, India, Indonesia), in Medio Oriente (Arabia Saudita, Cisgiordania, Kurdistan) in qualche gruppo etnico dell’America Latina e soprattutto in Africa. Qui la pratica interessa una trentina di paesi, spesso a maggioranza islamica. «Si imputano spesso tali pratiche all’islam, legate alla questione della verginità. Ma l’excisione esisteva ben prima della profezia di Maometto e nel Corano non vi è traccia». «Ben s’intende, il terrore religioso del desiderio è al cuore dell’excisione: desiderio delle donne e desiderio che esse provocano» (Le Monde des religions, 7-8 / 2018). Le religiose, missionarie in Africa e ora le suore di origine locale, agiscono discretamente, ma con efficacia per impedire e sradicare le mutilazioni genitali alle adolescenti.
Il Papa ne ha parlato, nel quadro delle violenze sulle donne nel n. 54 di Amoris laetitia (2016): «In questo breve sguardo sulla realtà, desidero rilevare che, per quanto ci siano stati notevoli miglioramenti nel riconoscimento dei diritti della donna e nella sua partecipazione allo spazio pubblico, c’è ancora molto da crescere in alcuni paesi. Non sono ancora del tutto sradicati costumi inaccettabili. Anzitutto la vergognosa violenza che a volte si usa nei confronti delle donne, i maltrattamenti familiari e varie forme di schiavitù che non costituiscono una dimostrazione di forza mascolina bensì un codardo degrado. La violenza verbale, fisica e sessuale che si esercita contro le donne in alcune coppie di sposi contraddice la natura stessa dell’unione coniugale. Penso alla grave mutilazione genitale della donna in alcune culture, ma anche alla disuguaglianza dell’accesso a posti di lavoro dignitosi e ai luoghi in cui si prendono le decisioni. La storia ricalca le orme degli eccessi delle culture patriarcali, dove la donna era considerata di seconda classe, ma ricordiamo anche la pratica dell’“utero in affitto” o la strumentalizzazione e mercificazione del corpo femminile nell’attuale cultura mediatica. C’è chi ritiene che molti problemi attuali si sono verificati a partire dall’emancipazione della donna. Ma questo argomento non è valido, è una falsità, non è vero. È una forma di maschilismo. L’identica dignità tra l’uomo e la donna ci porta a rallegrarci del fatto che si superino vecchie forme di discriminazione, e che in seno alle famiglie si sviluppi uno stile di reciprocità. Se sorgono forme di femminismo che non possiamo considerare adeguate, ammiriamo ugualmente l’opera dello Spirito nel riconoscimento più chiaro della dignità della donna e dei suoi diritti».
LORENZO PREZZI