Gellini Anna Maria
Bellezza e Salvezza
2022/2, p. 46
Il testo di Susan A. Ross è la traduzione curata da Paolo Costa di una versione riveduta e ampliata della conferenza tenuta dalla teologa americana a Trento il 17 dicembre 2019 presso la Fondazione Bruno Kessler: il titolo originale era «Can Beauty Really Save the World? Theological Aesthetics in a Time of Chaos».

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NOVITÀ LIBRARIA
Bellezza e Salvezza
Il testo di Susan A. Ross, pubblicato in questo volume, è la traduzione curata da Paolo Costa di una versione riveduta e ampliata della conferenza tenuta dalla teologa americana a Trento il 17 dicembre 2019 presso la Fondazione Bruno Kessler: il titolo originale era «Can Beauty Really Save the World? Theological Aesthetics in a Time of Chaos».
La domanda che compare nel titolo del libro - «La bellezza può salvare il mondo?» - ha le sue origini nel romanzo dell’Idiota di Dostoevskij, in cui il protagonista, il principe MySkin, vede il bene in ogni persona.
«Noi, al contrario, viviamo in un'epoca in cui è difficile scorgere le tracce del bene negli eventi che accadono attorno a noi». Per questo la domanda è ancora attuale.
A parte il disastro della pandemia, l’A. invita a ricordare le tante tragedie del nostro tempo: dall'oppressione degli uiguri in Cina, che sfiora ormai il genocidio, agli schiavi bambini nelle miniere di cobalto nella Repubblica democratica del Congo, dalla separazione forzata delle famiglie al confine tra Messico e USA alle migrazioni senza fine…e pure l’elenco non avrebbe fine.
Nel giugno 2020, nel discorso inaugurale alla Catholic Theological Society of America, il suo presidente, Paul Lakeland, ha commentato la situazione che stiamo vivendo con parole che meritano di essere citate per esteso: «Se tutti gli esseri umani sono chiamati a combattere secondo le loro possibilità contro la crisi globale provocata dalle forze del neoliberalismo, un ruolo speciale spetta alla teologia, al singolo teologo o teologa e alla voce collettiva di una società scientifica come la nostra nel contrastare le forze della disumanizzazione e resistere ai loro effetti nel nome del Dio d'amore.
La sfida che abbiamo di fronte in questo momento storico è quella di dare priorità all’esigenza di pensare e agire in maniera centrifuga, non solo centripeta. C'è e ci sarà sempre uno spazio per la riflessione teologica sulle forme e strutture della nostra vita ecclesiale e della nostra tradizione intellettuale. Oggi, però, sebbene il vangelo resti il fondamento su cui poggia la nostra teologia, la forma che essa deve assumere è quella di un coinvolgimento attivo in un combattimento all'ultimo sangue per la fioritura umana in un mondo che è la nostra casa». (p.35)
Relazione tra bellezza e salvezza
Ancora l’umanità è sensibile davanti alla bellezza. Servendosi di brani tratti dall'opera Dead Man Walking, dagli spiritual, dal rap e dall'hip hop, ma anche dalla «musica» prodotta dal mondo animale, soprattutto dagli insetti, la teologa statunitense spiega come questi «esempi artistici variegati aiutino le persone a sviluppare una maggiore empatia verso chi si trova ai margini della società, provocando una resistenza e una protesta contro la sofferenza ingiusta e una forma di solidarietà con tutto il creato. Anche se la bellezza da sola non salverà il mondo, un'azione priva di cura per la bellezza e le arti, ci condurrà a un futuro impoverito, incapace di includere la profonda spiritualità che si annida nel cuore della vita».
Con riferimento specifico agli spiritual, anche se a uno sguardo superficiale il tema del canto può sembrare semplicemente la ricompensa che gli schiavi riceveranno in cielo, è in realtà Dio e il modo in cui Dio è già all'opera per liberarli dalla loro situazione presente. Negli spiritual, infatti, c'erano frasi e parole cifrate che comunicavano a chi li cantava sia i luoghi in cui potevano trovare rifugio e salvezza, sia i luoghi da evitare. Se il tema degli spiritual era la salvezza, era una salvezza che garantiva speranza nel futuro e che lanciava una sfida all'ingiustizia del presente.
Dalle riflessioni profonde e appassionate della Ross, emerge pure come la musica aiuti a sviluppare i nostri «affetti sociali» e la capacità di ascoltare e apprezzare gli altri.
Detenuti nel braccio della morte, Neri schiavizzati e umiliati, insetti… «creature così marginali possono produrre o esprimere una musica che può rappresentare una sfida ai nostri modi usuali di prestare ascolto». Simili esempi possono avvicinarci al significato evangelico dal dare ascolto alla Parola di Dio «che pone la bellezza della salvezza anche nel dolore e nella sofferenza».
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Le riflessioni stimolanti e coinvolgenti della Ross sono anche una sfida a far crescere la consapevolezza e la comprensione delle questioni difficili e complesse che oggi dobbiamo affrontare. «Fa niente se il mondo non ci risponde … Possiamo conferire al mondo quello spessore che credevamo avesse, ma invece non ha, inoculando nel suo corpo inanimato le ragioni che possono riscattarlo e che, per di più, rientrano nel perimetro della nostra creatività intellettuale, morale, estetica. Il mondo ci appare ingiusto? Ragione in più per denunciarne l'ingiustizia. Il mondo ci appare squallido? Ragione in più per affermare il potere disarmato della bellezza. Il mondo ci appare falso? Ragione in più per scovare la verità dietro le menzogne che lo rivestono».
ANNA MARIA GELLINI
Susan A.Ross La bellezza può salvare il mondo? L’estetica teologica in tempi bui. EDB, Bologna 2021, pp. 88 € 9,00