Chiaro Mario
Torniamo al gusto del pane
2022/11, p. 20
Il XXVII Congresso eucaristico nazionale si è svolto a Matera (2-25 settembre 2022): la “Città dei Sassi” ha ospitato 800 delegati arrivati da 166 diocesi italiane per condividere, insieme a una ottantina di Vescovi, quattro giorni di preghiera, riflessione e confronto sulla centralità dell’Eucaristia nella vita del cristiano e della comunità.

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Torniamo al gusto del pane
Il XXVII Congresso eucaristico nazionale si è svolto a Matera (2-25 settembre 2022): la “Città dei Sassi” ha ospitato 800 delegati arrivati da 166 diocesi italiane per condividere, insieme a una ottantina di Vescovi, quattro giorni di preghiera, riflessione e confronto sulla centralità dell’Eucaristia nella vita del cristiano e della comunità. “Torniamo al gusto del pane. Per una Chiesa eucaristica e sinodale” è stato il tema di questo appuntamento promosso dalla CEI e pensato come una tappa importante del cammino sinodale delle Chiese in Italia. La città ha vissuto con entusiasmo una Via Lucis eucaristica, con otto stazioni ritmate dalle riflessioni di mons. Antonio G. Caiazzo, arcivescovo di Matera-Irsina. I due interventi chiave del Congresso sono venuti da mons. Gianmarco Busca (vescovo di Mantova e presidente della Commissione episcopale per la liturgia) e da Giuseppina De Simone (docente alla Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale). Il presule ha approfondito il tema “Il gusto buono del nostro Pane: dall’altare alle tavole della vita”, mentre la prof.ssa ha riflettuto su “Chiesa, sinodalità, Eucaristia”.
Matera, città del “pane trinitario e cristologico”
Nel suo saluto di benvenuto, il vescovo Caiazzo ha ricordato la tradizione di panificazione di Matera, che nel tempo si è affermata come «città del pane, sviluppando una particolare teologia nella semplicità dei gesti e dei segni. Non a caso ogni fetta del pane tradizionale ha la forma del cuore. Un cuore che si dilata, si fa cibo, esattamente come Dio Trinità». Un filo rosso ha unificato le giornate: tornare al gusto del pane eucaristico significa tornare al gusto della vita. Il card. Matteo Zuppi, presidente CEI, ha condannato la guerra in Europa «che brucia i campi, che toglie il pane, creando fame, che divide e non fa riconoscere fratelli, ma ci trasforma in nemici». Mons. Erio Castellucci, vicepresidente CEI, sottolineando che il cammino sinodale trova il suo paradigma nella celebrazione eucaristica (che è un “sinodo concentrato”), ha invitato la Chiesa a spezzare il pane con tutti, con i troppi Lazzaro esclusi dalle tavole dei ricchi, se vuole essere fedele alla chiamata del suo Signore. Dal canto suo, mons. Gianmarco Busca ha offerto un’affascinante riflessione: «per raggiungere la verità intima del pane ci è chiesto di compiere un paziente e sapiente viaggio attraverso le varie tavole della vita sulle quali il pane viene posto e assume diversi significati. Seguiamo i passaggi del pane… passando di tavola in tavola, attraverso le tavole della creazione, della casa, della chiesa, della città, del Regno».
Un cammino sinodale nel segno del Pane
La docente Giuseppina De Simone ha sottolineato come sulla disponibilità di grano e di pane da sempre si gioca la forza o la debolezza del potere. «Affamare un altro popolo vuol dire creare le condizioni per assoggettarlo. Ma anche controllare i flussi e gli approvvigionamenti dei cereali determina una situazione di dipendenza e di controllo della vita di paesi e di popoli, come stiamo purtroppo vedendo nella guerra che si combatte in Ucraina». In questo scenario, proprio il cammino sinodale della Chiesa spinge a «ritrovare il gusto del pane che salva, del pane condiviso e da condividere, del pane spezzato perché tutti abbiano la Vita e l’abbiano in pienezza». In un mondo stravolto dai cambiamenti climatici, attraversato da flussi migratori che la carestia e le guerre alimentano sempre di più, e dove ci si continua ad arricchire a dismisura e a consumare le risorse comuni a vantaggio di pochi, la Chiesa ha la responsabilità di «chiedere che venga ascoltato il grido dei poveri, degli scartati, e il grido della terra». In conclusione, papa Francesco, ha invitato i credenti a «tornare al gusto del pane, perché mentre siamo affamati di amore e di speranza, o siamo spezzati dai travagli e dalle sofferenze della vita, Gesù si fa cibo che ci sfama e ci guarisce. Torniamo al gusto del pane, perché mentre nel mondo continuano a consumarsi ingiustizie e discriminazioni verso i poveri, Gesù ci dona il Pane della condivisione e ci manda ogni giorno come apostoli di fraternità, apostoli di giustizia, apostoli di pace».
MARIO CHIARO